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MotoGP: a Jerez c'è chi stravince e chi si stupisce

La gara della domenica ha spiegato perché Bagnaia ha vinto due titoli iridati. Ma è quella del sabato che ci ha fatto venire la bocca a uovo dallo stupore, per la maniera con cui il mitico Dani Pedrosa è salito sul podio senza neanche accorgersene

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Lo so, l'eroe della domenica è stato Pecco Bagnaia. Ma io vorrei aprire con la foto di Dani Pedrosa.

A Jerez, la gara della domenica è stata definita da Gigi Dall'Igna "La più bella che abbia mai visto" e da Davide Tardozzi "Il capolavoro del due volte Campione del Mondo".

Tardozzi l'ha presa bene, questa vittoria.

Certo, loro sono uomini Ducati e sono vagamente di parte, ma Bagnaia ha saputo uscire da un periodo non brillantissimo con una gara epica, iniziata con una staccata in cui, passando all'esterno, ha superato Martin e Bezzecchi in un colpo solo e conclusa con un epico duello con Marc Marquez, con tanto di spallate, dove Pecco ha ottenuto il record della pista, proprio nel finale, con le gomme (in teoria) finite. Credo che sia stato il primo duello degno di questo nome tra Bagnaia e Marquez. Gli amanti dei bicchieri mezzi vuoti dicono che Marc è finito: un tempo stracciava tutti, adesso se fa un corpo a corpo con Bagnaia lo perde. Il bicchiere mezzo pieno invece ci dice che, nonostante l'età e gli acciacchi, il nostro è ancora in grado di combattere dignitosamente con il Campione del Mondo in carica, per di più con una moto privata vecchia di un anno. Ma non voglio fare la cronaca della gara: finché avrò il permesso di scrivere le mie boiate in questa rubrica, mi gioverò del diritto di raccontare quello che voglio e, in questo caso, vorrei farlo sulla gara del sabato, quella corta, che non entra negli annali. Putacasiamo che Marquez vinca una Sprint: varrebbe come ritorno alla vittoria? Sarebbe la sua 86ma o non finirebbe nel conto? Ho già detto in altre CiacciaGP come la penso: per il culo che si fanno, per i rischi che corrono, per le emozioni che ci fanno provare, le Sprint dovrebbero avere gli stessi punti, la stessa considerazione e lo stesso valore delle gare della domenica.

Ma andiamo al punto

Immaginiamo che i motociclisti abbiano una sorta di Sibilla Cumana che prevede il futuro delle gare, parlando però in maniera chiara e non sotto effetto di acidi. Potremmo chiamare questo personaggio magico Moto Indovino. Andiamo indietro nel tempo fino al 2019, quando Dani Pedrosa era già in pensione, Honda era la regina del Mondiale e le KTM arrancavano nelle ultime posizioni. Sentite cosa direbbe Moto Indovino: "Nel giro di cinque anni, un attempato collaudatore delle KTM, che non corre da sei anni, in una sola gara da wild card otterrà più punti di un pilota ufficiale Honda HRC in otto gare". Ho riletto questa frase e m'è sembrata esagerata, assurda, inconcepibile, volevo cancellarla, ma c'è poco da dire, la situazione è così.

Tra Sprint e gare lunghe, Luca Marini non è riuscito ancora a prendere un solo punto, mentre Pedrosa nella prima gara del 2024, la Sprint di Jerez disputata da wild card, è arrivato terzo.

Qui, però, bisogna fare intervenire un altro personaggio mitologico, una sorta di Dio dei Motociclisti, che sta sull'Olimpo e decide le sorti delle gare. Lo chiameremo Pistonio. Costui ha detto: "Ma dai, a Jerez c'è Pedrosa! Facciamolo finire sul podio, dai".

Ma le cose non si sono messe benissimo, con il pregiato veterano che faticava a entrare nella top ten. "Non c'è problema, gli sdraio un po' di piloti che lo precedono".

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25 piloti al via e Pistonio che li vede come un maxi bowling: quanti sarebbero rimasti in piedi?

Pistonio ha così fatto cadere Bagnaia, Bezzecchi, Binder, Bastianini ma anche altri piloti, che non iniziano con la B, come Viñales, i fratelli Marquez, Espargarò, Di Giannantonio, Miller. Alcuni li ha fatti cadere da soli, pure tre in contemporanea, altri li ha fatti sbattere a terra da Binder, sommo maestro nell'arte di seminare il panico quando decide di sorpassare qualcuno.

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Binder è di quelli che, se tu lasci un pertugio largo mezza moto, lui ci si butta. E qui sta sbattendo fuoripista Bagnaia, che non si indigna troppo, essendo stato protagonista di un episodio simile - ma a ruoli invertiti - con Marc Marquez.

Ma Pistonio ha comunque sbagliato i conti perché, pur con questi regali, Pedrosa sul podio non c'è finito, venendo preceduto da Quartararo.

Il Dio dei Motociclisti era esterrefatto: "Che ci fa Fabio sul podio? Non s'è beccato 12 milioni di euro per restare in Yamaha? E si mette pure ad andare forte?". Non potendolo far cadere, essendo finita la gara, Pistonio non ha potuto fare altro che ricorrere alla solita menata che sta rovinando le gare di questi ultimi tempi: la pressione delle gomme. "Tanto gli hanno già tolto una vittoria in Moto2 per 'sta storia della pressione sbagliata, c'è abituato". Io no: quando Bagnaia ha vinto la gara della domenica, mi sono detto "Sta' a vedere che gli trovano la pressione sgarrata e lo tirano già dal podio?".

La cosa buffa è che Pedrosa non s'è accorto di essere finito così avanti grazie ai regali altrui così, quando ha capito che avrebbe potuto superare Quartararo, ha lasciato perdere: non voleva correre rischi, visto che "pensavo non stessimo lottando per il podio, ma per un piazzamento poco eccitante". Ovviamente fin qui ho scherzato: la causa di tutte quelle cadute non è stata la perfidia di Pistonio, ma la pioggia, che ha infradiciato l'asfalto, lasciando delle chiazze d'umido poco visibili alle curve 5 ed 8.

Gara incredibile e assurda, quindi, con Pedrosa che si merita il terzo (quarto) posto perché è rimasto in piedi in una pista dove cadevano tutti. A un amico che un tempo faceva i piegoni sui passi e seguiva la MotoGP assiduamente, ma che poi s'è stufato, ho detto "Oh, ma lo sai che Pedrosa è arrivato terzo?". Lui non capiva: "Ma corrono di sabato? E di che Pedrosa stai parlando, ha un figlio con lo stesso nome?".

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