Difficile immaginare weekend migliore per Romain Febvre, che sì perde Gara1 per soli 6 decimi di secondo sul leader del Campionato Tim Gajser (Honda Gariboldi), ma si prende la rivincita (con interessi) nella seconda manche, rifilando circa 10” allo sloveno e godendosi la standing ovation di Saint Jean d’Angely. I due, scambiandosi la prima e la seconda posizione, lasciano invariato il gap che li separa nella classifica di Campionato, ma allungano su Tony Cairoli (KTM Factory). L’azzurro conquista l’holeshot in Gara1, ma il ritmo non è dei migliori e chiude al 3° posto. In Gara2 succede di tutto: alla prima curva – a causa di una partenza poco azzeccata – rimane intrappolato nelle retrovie e Demon Graulus (Honda), davanti a lui, cade. Inevitabile l’impatto contro la Honda del belga: nell’incidente viene coinvolto anche Jeremy Van Horebeek (Yamaha Factory). Tony riparte dalla 30esima posizione, rimonta fino alla zona punta e nel tentativo di sorpassare Max Nagl (Husqvarna Factory) cade di nuovo, questa volta per colpa sua. La classica scivolata d’anteriore appena toccato l’appoggio in ingresso curva. Tony si rialza, riaccende la moto e dà il tutto per tutto nei 5’ restanti, quasi come se dovesse fare il miglior tempo nelle prove cronometrate. Ne esce un 7° posto che, sommato al 3° di Gara1, fa un 4° assoluto e 34 punti, 13 in meno di Febvre e Gajser. Riparare i danni? Fatto. Ora però serve una vittoria, possibilmente schiacciante, di quelle che ti fanno rendere orgoglioso di quello che sei, di quelle che ti innalzano il morale a mille per affrontare la seconda parte di stagione, per andare a prendere – una volta per tutte – quei due manici là che rispondono ai nomi di Tim Gajser e Romain Febvre. Complimenti ad Evgeny Bobryshev (Honda HRC) che – zitto zitto – sale sul podio.