La prima delle due moto è proprio la grossa 4 cilindri: dopo la Skullmonkee (realizzata da Wrenchmonkees) e la Dissident, opera di itroCkS!bikes, ecco la prima creatura di Numbnut Motorcycles La crew olandese ha realizzato una café racer viscerale, ma usabile anche su strada. Cliccate qui per le foto e guardate il video, ppoi passiamo allla descrizione.
“Il progetto - commenta Shun Miyazawa, Product Manager di Yamaha Motor Europe - è stato portato a termine con un uso intelligente di parti custom e di componenti aggiuntivi, per poter condividere Botafogo Type-N Special con i nostri clienti, che possono chiedere alcuni o tutti i componenti disponibili”. Ispirata da un’esemplare unico del 1917, la Fiat “Botafogo Special” da competizione (qui la foto), “Botafogo N-Type Special” entra a pieno titolo nella famiglia Yard Built. La moto è una custom impressionante, costruita senza saldare o tagliare il telaio originale, ma usando un mix di parti realizzate ad hoc e componenti after market. Il capo progetto Roderick Seibert ha lavorato con Gannet Design per assicurare alla moto suggestioni visive che rappresentassero un tributo all’auto da corsa del 1917, come i cerchi a raggi ovesize e satinati in nero Boranni M-Ray, ma anche gli pneumatici Pirelli Phantom Sport, che suggeriscono il mood dell’epoca. Molti e raffinati i dettagli: dal tappo carburante in alluminio ai fianchetti a griglia, per finire con il cupolino con griglia di protezione del faro che nasconde un tecnologico proiettore a LED. Sono componenti aftermarket il contagiri Stack ST200, i comandi Bike Sport Developments in stile MotoGP e le manopole Biltwell. Numerosi gli altri dettagli realizzati invece dalla stessa Numbut che completano la moto, come le pedane, le leve di freno e frizione, i paragambe, la sella in alcantara di Ellen Meyer, le cover laterali e quella della sella. Opera dell’artista Mark van Wijk la verniciatura, moderna e vintage al tempo stesso. Dal punto di vista ciclistico, l’aspetto da vera racer è esaltato dalla forcella a steli rovesciati di una Yamaha YZF-R1, che porta in dote anche le pinze radiali e il parafango (modificato). Al retrotreno invece ci sono i due ammortizzatori Öhlins di serie, ma invertiti tra di loro, in modo che il piggy back rimanga inclinato verso l’interno: mera scelta estetica. Molto racing anche i condotti trasparenti Tygon 2375 per il serbatoio dei freni anteriore e posteriore e dai tubi neri Goodrige in treccia metallica. A livello di motore troviamo i cornetti Steel Dragon Performance e il radiatore RF Biketech, mentre la ruvida e rabbiosa colonna sonora di accompagnamento è offerta da un 4 in 2 di MVS Race Engineering.