La scelta della 350 non è figlia di un miglioramento di prestazioni. Nel caso di un pilota come Cairoli la differenza tra le due moto in tema di tempi sul giro è globalmente irrisoria. La differenza sta in altri aspetti: il tipo di guida della moto, cosa ti permette di fare, quanto margine offre in caso di errore. In questo senso la 450 è decisamente perentoria, basta un piccolo sbaglio per pagare un conto salato. E questo, per uno come Cairoli nell’ottica di un Campionato così lungo e articolato, può fare la differenza più che la maggiore potenza, l’erogazione più corposa e la guida meno fisica (e quindi meno dispendiosa ed esplosiva) che sono prerogativa della 450. Forse la pista di Loket non sembra la più adatta per ritornare a correre con la 350, contrariamente al GP successivo sul sabbione belga di Lommel, dove Tony potrebbe essere già molto competitivo.
Quindi perché cambiare proprio adesso? Possiamo immaginare i motivi: dallo scorso
GP di Mantova è passato praticamente un mese, una sosta insolita per un calendario più che intenso nella prima parte. La sosta ha così permesso di concentrarsi sulla messa a punto della moto e per ritrovare i vecchi automatismi. Inoltre, se Tony e la sua squadra hanno deciso di tornare alla 350 è perché con tutta probabilità sarà la moto che il siciliano guiderà l’anno prossimo. Sarebbe assurdo riprendere di nuovo la 450 per il 2017. Poter finire la stagione con la 350 dà la possibilità al team di fare un importante lavoro di messa a punto direttamente in gara, il miglior banco prova.