Harley-Davidson è il maggiore produttore di moto americano, con oltre il 50% del mercato, ma non attraversa il periodo finanziariamente migliore, a causa dell’invecchiamento del parco clienti e dopo l’arrivo sul mercato USA di competitor aggressivi quali Indian, su cui la proprietà Polaris sta spingendo molto, con una gamma di moto molto interessante e un’immagine molto rafforzata e pari, per storia e prestigio, a quella di Harley. Il tutto si traduce, per la Casa di Milwaukee, in un prolungato momento di calo del titolo in borsa, con il valore diminuito di un terzo dai massimi del 2014. Serve un’operazione che dia lustro al Marchio e convinca gli investitori a comprare. L’idea non è quindi quella di ampliare il parco moto o di allargare il raggio d’azione a modelli “non custom/cruiser”. Anche perché Harley-Davidson ha già dimostrato in passato di avere ben chiaro quale sia il proprio core business. All’inizio della crisi finanziaria non ci pensò due volte a liberarsi di Buell, dando inizio ad un travagliato percorso che ha portato l’azienda di Erik
Buell alla liquidazione, in atto proprio in questo periodo. Idem per l’operazione MV Agusta, con gli americani che rilevarono il Marchio varesino ad agosto 2008 per poi riconsegnarlo a Castiglioni dopo due anni, al prezzo simbolico di un euro… Certamente Ducati è un Marchio ben più prestigioso di Buell, come lo è MV Agusta. Solo che la Casa di Borgo Panigale ha un appeal economico/finanziario ben diverso, produce utili e ha una solidità decisamente più rassicurante.