Impresa riuscita: Michele Marchelli (Husqvarna), Nicolò Bruschi (Honda), Matteo Pavoni (KTM) e Mirko Spandre (KTM) sono riusciti a far sventolare la bandiera italiana sul 3° gradino del podio alla Six Days. Non è stato facile, soprattutto nella prima parte di gara. Gli azzurri hanno terminato il Day1 in quinta posizione, per poi scivolare al 6° posto nel Day2 e tornare al 5° nel Day3. Determinante è stato il Day5, nel quale la pioggia ha giocato un ruolo fondamentale e ha rimescolato le carte in gioco, evidenziando i piloti più talentuosi anche sotto il diluvio. Certo, gli australiani (guidati da Simmonds e Sanders) sono stati disumani e la Svezia ha dimostrato di avere un ottimo bacino di piloti (su tutti un elogio particolare al giovane Mikael Persson, leader del Mondiale 125, che con la sua “piccola” Yamaha ha dato paga a piloti con moto ben più potenti), ma anche i nostri italiani non hanno scherzato affatto. Marchelli è andato in crescendo, migliorandosi giorno dopo giorno grazie al sempre maggiore feeling con il 250 2T; Spandre è una sicurezza sul KTM 125; Bruschi si è ripreso dal recente infortunio e ha ottenuto prestazioni soddisfacenti e Pavoni (classe 1998, quindi ancora 17enne!) si è difeso con onore tra piloti molto più esperti di lui. I nostri azzurri sono stati in grado di vincere il confronto con i francesi, che schieravano piloti di tutto rispetto come Geslin, Nicolot, Abgrall e Delhaye De Maulde. Ancora una volta la Gran Bretagna chiude la top 5.