La vittoria di Marc Marquez al Sachsenring non arriva inaspettata: era già noto che il
Cabroncito sarebbe andato a caccia dell’ottavo successo consecutivo (pole position annessa) nel Gran Premio di Germania. Quello che però non si sarebbe mai aspettato nessuno è che, dopo 9 gran premi e 5 vincitori diversi, i piloti di testa nella classifica generale fossero racchiusi in appena 10 punti (
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Ma facciamo un passo indietro: le previsioni sul vincitore della stagione 2017 sono cambiate numerosissime volte da marzo a questa parte. Se Maverick Viñales aveva stupito e convinto gli addetti ai lavori durante l’inverno e dopo le gare di
Losail e
Rio Hondo, sono altresì bastati lo “zero” ad
Austin, la vittoria di Marquez ed il podio di Rossi affinché la leadership del Mondiale passasse al Dottore. La vittoria di Pedrosa a
Jerez ha permesso di ridurre le distanze in Top 4: 10 punti esatti separavano il Camomillo (4°) e Rossi (1°). Poi il ritorno al successo di Viñales a
Le Mans, con le cadute di Marquez e Rossi, hanno riportato Top Gun al vertice della classifica generale. Il trionfo di Dovizioso al
Mugello ha catapultato il Ducatista al 2° posto, ma conseguentemente è aumentata la leadership di Viñales a +26 punti sul secondo, contemporaneamente tra il Dovi (2°) e Pedrosa (5° e out nel GP d’Italia) c’erano solo 9 punti di differenza. Dal 7° appuntamento, quello del
GP di Catalogna, è iniziata la “crisi Yamaha”, mentre la seconda vittoria consecutiva di Dovizioso ed il podio Honda Repsol hanno ridotto il vantaggio di Viñales a 6 punti sul Dovi (2°), con Marquez (3°) a +23, Pedrosa (4°) a +27 e Rossi (5°) a +28. È pesata come un macigno la caduta di Maverick ad
Assen, in quanto il trionfo di Rossi ed il podio di Marquez hanno permesso al Dovi di portarsi 1° nel Mondiale. La situazione dopo il GP di Sachsenring è che Marquez è al comando, mentre Pedrosa è 5° con 26 punti di differenza: lo stesso gap che c’era tra Viñales (1°) e Dovizioso (2°) dopo il GP d’Italia.
Il motivo principale che rende la MotoGP così competitiva quest’anno è sicuramente data dal fatto che né Honda né Yamaha stanno dominando, anzi: Yamaha sta risolvendo i problemi relativi al telaio 2017, Honda era alle prese con un problema di feeling all’anteriore. Ducati fa il ruolo di “terza incomoda”: anni e anni di sviluppo di Gigi Dall’Igna stanno dando i loro frutti migliori, anche con i team privati. Suzuki sta soffrendo parecchio, Aprilia brilla soltanto grazie alle performance di Aleix Espargaro, a KTM concediamo il “beneficio del dubbio” in quanto è nell'anno di debutto nella Classe Regina.
In base a quanto successo in passato e, in parte, anche quest'anno, quello si prospetta nella seconda metà di campionato potrebbe essere quanto segue, ma va tutto letto attraverso il filtro dell'imponderabilità, che qest'anno è più che mai obbligatorio: Brno, salvo condizioni difficili, dovrebbe essere a favore dei piloti di casa Honda, anche se Rossi ha un legame speciale con il tracciato Ceco. Il Red Bull Ring sembrerebbe terreno di caccia per le Ducati, mentre Silverstone pare terreno fertile per i piloti spagnoli così come il Motorland Aragon. Misano è la pista di casa di Valentino Rossi, mentre da non sottovalutare Pedrosa nel trittico asiatico Motegi – Phillip Island – Sepang. Mentre la gara finale della stagione è sempre un “Jolly”. Insomma: se lo scorso anno hanno stupito i 9 diversi vincitori in una stagione, quest’anno ad emozionare sono 5 possibili contendenti al Titolo.