Il primo a prendere parola è Shuhei Nakamoto, vicepresidente HRC, che sostiene: “La ali aerodinamiche sono una nuova tecnologia e una nuova sfida. Dal punto di vista tecnico sono molto interessanti, lo ammetto. Ma allo stesso tempo il loro sviluppo ha dei costi enormi, soprattutto agli inizi. Nella mia esperienza in Formula 1, usavamo la galleria del vento 7 giorni a settimana, 24 ore al giorno. Abbiamo speso molti soldi per questo scopo. Nonostante i dubbi sulla sicurezza di queste appendici, per noi il grosso problema rimane il costo di sviluppo. Quest’anno ad esempio, in quasi tutti i Gran Premi abbiamo cambiato qualcosa, ma non siamo ancora arrivati ad un risultato soddisfacente. Alle volte sembrano andare bene, ma poi insorgono problemi di sottosterzo o altro. Mi piacerebbe chiedere a Gigi (Dall’Igna) come fare!”
Anche Kouichi Tsuji, Direttore reparto corse Yamaha MotoGP, ha voluto dire la sua a riguardo prima della replica di Dall’Igna: “Noi abbiamo molti benefici dalle ali. Dall’altra parte la FIM ha chiesto alla MSMA (associazione Costruttori) di pensare seriamente alla sicurezza dei piloti. Durante il meeting dei Costruttori ne abbiamo discusso molto. La MSMA deve avere un’opinione unanime a riguardo le regolamentazioni delle ali e per tutti noi la cosa più importante è la sicurezza dei piloti. Dopo averne parlato però non siamo arrivati ad un parere unanime e quindi per il prossimo anno non avremo le ali. Noi cercheremo di avere la stessa moto di quest’anno in termini di prestazione, ma dovremo farlo senza le appendici aerodinamiche.”
Ecco la replica di Gigi Dall’Igna, Direttore Generale Ducati Corse: “di sicuro Ducati non è daccordo con queste nuove regole. Noi abbiamo montato le ali per la prima volta all’inizio del 2015; per un anno e mezzo le abbiamo quindi usate e nonostante i numerosi incidenti che ci sono successi non è mai emerso nessun dubbio che le ali siano pericolose per i piloti. Anche per noi la sicurezza rimane al primo posto, ma alla luce dei fatti non siamo d’accordo dunque sul fatto di vietare la ali per ragioni di sicurezza. Secondo me il divieto è stato dato per togliere un vantaggio ad un avversario, perché noi siamo probabilmente più avanti degli altri nello sviluppo dell'aerodinamica. Siamo un po’ delusi da questa decisione.
Per quanto riguarda i costi, alla MSMA abbiamo cercato di raggiungere un compromesso ragionevole tra costi e sicurezza. Ma se ragionevole significa avere ali da 1 cm di lunghezza io penso sia meglio non averle e non raggiungere il famoso parere unanime. Di sicuro quindi avremo una nuova aerodinamica per il prossimo anno, dovremo quindi sviluppare una nuova carenatura. I costi per farlo aumenteranno, almeno per quanto ci riguarda, ma molto probabilmente per tutti. Dovremo accettare il divieto di utilizzo della ali, anche se francamente non capisco questa decisione. Secondo la mia opinione l’industria motociclistica al giorno d’oggi deve lavorare sull’aerodinamica molto più che in passato perché questo è un campo molto importante. Di sicuro non conta quanto sulle auto, ma l’industria delle due ruote attualmente non è in grado di lavorare ad alto livello sugli studi dei flussi d’aria. Quindi vietare le ali è un problema per tutta l’industria motociclistica, perché di fatto in futuro non svilupperemo più le appendici aerodinamiche e invece ritengo che questo sia un settore che abbia bisogno di crescere”.
Subito è arrivata la replica di Nakamoto, che sostiene che “in Formula 1 Honda ha speso milioni per sviluppare la appendici aerodinamiche e poi i risultati di questi studi non sono mai stati utilizzati sulle auto di serie. Quindi lo stesso potrebbe essere per le moto”.
Ma Dall’Igna ritiene che: “le nostre ali sono diverse da quelle utilizzate in Formula 1. Io penso che le appendici delle moto possano essere usate in futuro anche su prodotti destinati al pubblico. In ogni caso penso che per noi costruttori la cosa fondamentale sia sviluppare la conoscenza dell'argomento. Non farlo sarà un grosso problema per tutti. Al momento però non ci è consentito sviluppare l’aerodinamica, ma invece dovremmo farlo per poter portare questa tecnologia sulle moto di serie. Questo è il vero problema”.
Il Direttore tecnico di Suzuki, Ken Kawauchi, si è limitato a dire che anche loro hanno tratto benefici dall’utilizzo delle ali e per questo hanno continuato lo sviluppo delle appendici; visto però che all’interno della MSMA non si è arrivati ad un accordo comune loro accettano la decisione che le vieta.
Nel corso della conferenza si è parlato poi anche della possibilità dell’introduzione di dispositivi per la comunicazione tra box e pilota e Dall’Igna ha sottolineato: “questa potrebbe essere una soluzione utile in alcune gare, ad esempio quelle con il flag-to-flag, ma francamente preferirei spendere soldi per lo sviluppo della moto, ad esempio per le ali.”