Allo scorso Tourist Trophy 2017
Paton ha trionfato nella categoria Lightweight con Micheal Rutter in sella alla S1-R. Una vittoria importantissima per la Casa e per tutto il motociclismo nostrano; grazie a questo successo infatti, una moto italiana è tornata a vincere sull'Isola di Man, 39 anni dopo la mitica vittoria di Mike Hailwood su Ducati. Di quella moto esiste anche la versione stradale, si tratta della Paton S1-R Lightweight. Una moto interamente realizzata a mano dalla Factory milanese, spinta dal propulsore bicilindrico in linea Kawasaki di 649 cc, leggermente modificato per donargli un po’ più di brio. Il telaio invece, un traliccio in tubi di acciaio ad alta resistenza, è interamente progettato e realizzato da Paton, così come gran parte della moto. L’impianto di scarico è in titanio, firmato SC-Project (proprietari del Marchio Paton), con doppio terminale corto posto nel lato desto della moto. Il serbatoio è in alluminio battuto e saldato a mano. Da fornitori esterni arrivano solo le sospensioni (forcella Öhlins FGRT 204 con steli da 43 mm e doppio ammortizzatore posteriore Öhlins TTX 30), i cerchi, O.Z. modello “Piega R” forgiati in alluminio, e l'impianto frenante, composto da un doppio disco anteriore flottante da 292 mm di derivazione Moto2 con pinze radiali Brembo Monoblocco M4 e un disco singolo posteriore da 220 mm. Il forcellone, progettato da Paton esclusivamente per questa moto, è realizzato da Febur. Il design è quello di una sportiva di altri tempi, una café racer, con sella monoposto, un grande cupolino anteriore con due fari tondi e un codino snello e filante. Come avete visto però l’equipaggiamento è di primo livello (in fondo all'articolo trovate la scheda tecnica).
Abbiamo avuto modo di testare la S1-R Lightweight su strada e sul circuito di Cremona, ecco le prime impressioni di guida;
cliccate qui per le foto del test. Il test completo, con le interviste a chi la moto l’ha pensata e realizzata, lo troverete su Motociclismo di novembre.