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Per la Svizzera le patenti italiane pre 1986 non sono valide

La Confederazione multa i titolari delle vecchie “B” perché manca l’autorizzazione esplicita a guidare le moto: è necessario fare un duplicato. Intanto i medici fanno muro contro le nuove procedure sul rinnovo delle patenti

Per la svizzera le patenti italiane pre 1986 non sono valide

I frontalieri over 46 che fanno avanti indietro con la Svizzera in scooter si stanno riversando in massa presso le Motorizzazioni di Como e Varese per farsi fare un duplicato della patente, spendendo 40 euro e perdendo una mattinata di lavoro. Questo perché la Confederazione Elvetica, dal 1° gennaio, sostiene di aver recepito una normativa Europea che impone che sulla patente sia scritta fisicamente l’autorizzazione a guidare motocicli.

 

UNA VOLTA ERA COSÌ

Prima del 1986 i titolari di patente B erano automaticamente autorizzati a guidare anche le moto a differenza di oggi (clicca qui), anche se sui vecchi documenti lo spazio corrispondente alla licenza A restava libero. Esattamente come per i titolari di patente C, restavano bianche le caselle A e B (vedi foto in gallery). Mentre le caselle per i veicoli che non si potevano guidare erano caratterizzate da una fila di asterischi. Oggi, invece, secondo quanto stabilito dalla normativa sulle patenti, il numero del documento compare su ciascuna delle caselle.

 

SVIZZERA VS UNIONE EUROPEA

In caso ci si faccia duplicare la patente per furto o smarrimento viene, da anni, rispettata questa norma e la card riporta il numero della patente su ciascuno spazio corrispondente ai veicoli che si possono guidare. Quindi lo spauracchio elvetico vale solo per chi ha ancora in mano il proprio documento originale, conseguito prima del 1986. La questione deve essere approfondita (gli uffici di Camorino della Sezione della Circolazione del Canton Ticino, al momento non forniscono nessun riferimento normativo, né svizzero né europeo, per questa pratica), ma ci risulta che l’Unione Europea, nelle normative relative ai titoli di guida, rispetti il principio che i diritti acquisiti sono fatti salvi. Per cui, come ci conferma anche l’ufficio Patenti della Direzione Generale del Traffico, sezione Nord Ovest, questa questione non si dovrebbe neppure porre.

 

PER ORA TI AVVISANO SOLO

Il problema è che la polizia cantonale sta avvisando i motociclisti italiani che rischiano l’accusa di guida senza patente e che, oltre alla sanzione fino a “360 aliquote giornaliere” (in Svizzera le multe per le infrazioni più gravi sono legate al reddito, anche se presumibilmente non per gli stranieri), è previsto il fermo del veicolo.

È curioso però come una delle direttive “madri” dell’Unione Europea sull’armonizzazione delle patenti, la 2006/126 del 20 dicembre 2006 al punto 5 sostenga esplicitamente: “La presente direttiva non dovrebbe pregiudicare le abilitazioni alla guida esistenti, concesse o acquisite prima della data di applicazione”.

 

NUOVE PROCEDURE NON GRADITE AI MEDICI

Proprio per rinnovare l’intero parco patenti nell’arco di 10 anni, è previsto che, ad ogni rinnovo, il documento venga sostituito con uno nuovo, con tanto di foto digitalizzata direttamente dal medico che si occupa della visita di controllo. Il medico si dovrebbe collegare al sistema informatico del Dipartimento per i trasporti attraverso il Portale dell’Automobilista, inserirà la foto digitalizzata ed eventuali prescrizioni e consegnare una ricevuta temporanea per consentire la guida.

L’uso del condizionale deriva dal fatto che la Conferenza delle regioni e delle province autonome, evidentemente su pressione dei medici, ha chiesto la proroga di un anno delle vecchie procedure (dopo aver già concesso in precedenza il richiesto semaforo verde) a causa della temuta “ulteriore burocratizzazione delle procedure, attribuendo al medico/commissione atti meramente amministrativi, come ad esempio riportare i codici a barre dei bollettini versati dall’utenza”.

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