Come quello delle Pirelli Angel ST della Benelli. La bicilindrica di Pesaro (anche se in realtà nasce in Cina, alla QJ), è la più “maxi” del gruppo, lo abbiamo già detto. Lo è anche nelle misure degli pneumatici, davvero generose per una moto di questa cubatura, ma che restituiscono una sensazione di grande controllo e sicurezza nei curvoni. Sensazione amplificata dalla resa delle sospensioni, non rigide né mollaccione: oseremmo definirle “pastose”, ovvero morbide di molla, ma ben frenate di idraulica, così che compressione e ritorno di forcella e mono sono mai repentine e nervose. Certo non rendono la BN302i un fulmine nei cambi di direzione, ma in questo modo assecondano la guida disimpegnata senza tuttavia togliere comfort nella marcia in città e su fondi sconnessi. Una taratura che ben si accoppia al carattere della moto, alla sua mole e al motore. Il bicilindrico in linea infatti ruggisce sonoro allo scarico e ringhia gutturale in aspirazione, ma l’erogazione ricorda, più che un feroce leone (tra l’altro simbolo delle Benelli) un pacioso felino. Come la Kawasaki, sotto un certo regime - circa 5.000 giri - la spinta è poco convincente: solo dai medi regimi cambia carattere e sfodera la zampata tra gli 8.000 e i 12.000 giri. Allora sì che è un piacere sentirlo spingere con vigore! Dei tre, il motore Benelli è quello meno potente, ma non per questo regala meno soddisfazioni. La frizione è abbastanza morbida e il cambio preciso. Una critica che ci sentiamo di muovere, senza appello, è all'impianto frenante. Non per la potenza - tanta - o per la modulabilità - davvero buona - quanto per l’assenza dell’ABS, mancanza quasi imperdonabile oggigiorno su una moto destinata a un pubblico di neofiti e pure di motociclisti di ritorno.