Di nuovo, rispetto alle versioni precedenti, abbiamo il motore, il telaio e pure la forcella. Insomma, si volta pagina. Solo che già abbiamo descritto dettagliatamente come cambiano le KTM enduro rispetto al 2016 e adesso non vorremmo annoiarvi, facendolo di nuovo:
cliccate qui per sapere tutto. Cercheremo di riassumere al massimo, per poi spiegarvi dove le Husky cambiano rispetto alle KTM, oltre al solito fatto che hanno il link al posto del PDS (
per approfondire cliccate qui).
I motori, a parità di cilindrata, sono più piccoli, più leggeri (di un chilo e mezzo) ed hanno l’albero motore più vicino al centro di gravità della moto, per ridurre gli effetti dell’inerzia delle masse volaniche quando si tratta di cambiare direzione. In pratica, per arrivare a questo l’albero motore è stato alzato di circa 11 mm sui 250/350 cc bialbero e di 7 mm sui 450/500 monoalbero; mentre sui 250/300 2T tale innalzamento è pari a ben 19.5 mm (due numeri fa avevamo indicato 27 mm, ma era un’informazione sbagliata). Su tutti i 4T, che esaudiscono la normativa Euro4, le bielle sono state accorciate. I motori da enduro hanno tutti il cambio a sei marce, contro le cinque dei cross. E i corpi farfallati degli impianti di iniezione ridotti a 42 mm, contro i 44 del cross. Sul fronte avviamento, anche le Husqvarna a quattro tempi perdono quello a pedale, che ci piace tanto e ci piacerà sempre. Adesso tra motorino Mitsuba e batteria a ioni di litio, viene promessa un’affidabilità totale. Tuttavia, ci fa molto piacere che il pedale sia rimasto almeno come optional. I 2T adesso nascono direttamente con l’avviamento elettrico, che tengono nascosto nella “pancia” e che dovrebbe funzionare meglio di quello precedente, posticcio. Però qua resta il pedale. I 2T guadagnano anche il contralbero antivibrazioni… e ce n’era bisogno. Praticamente tutti i 2T vibrano come martelli pneumatici, ma l’utente è sempre un duro e puro che se ne frega; solo che ai lussi ci si abitua facilmente. I 2T perdono lo storico carburatore Keihin a favore del Mikuni TMX, che dovrebbe garantire una maggiore costanza di rendimento al variare della quota, della temperatura e dell’umidità.