Nonostante la prima impressione sia quella di una moto scomoda per i piloti di statura al di sopra della media a causa della sella bassa, delle pedane piuttosto arretrate e dei semimanubri non regolabili, la Gamma si rivela sorprendentemente accogliente per tutti. La posizione di guida azzeccata, i comandi morbidi da azionare, la taratura riuscita delle sospensioni e l’assenza quasi totale di vibrazioni, assicurano un comfort impensabile per una supersportiva, lontano anni luce ad esempio dalla spartana posizione di guida della “sorella” GSX-R 750 o della Ducati 750 F1 di quegli anni. Mentre l’estrema leggerezza della moto (170 kg con tutti i liquidi contro i 154 dichiarati), la ruota anteriore da 16” e la distribuzione dei pesi a favore del retrotreno (81 kg sulla ruota anteriore e 89 su quella posteriore) donano alla Suzuki RG 500 Gamma una maneggevolezza eccezionale. L’avantreno è neutro e leggero alle basse andature e sufficentemente stabile sul veloce, mentre l’esuberante 4 cilindri regala sensazioni uniche, specie se non si hanno timori reverenziali nell’apertura del comando del gas. Le note stonate, come anticipato, arrivano dai freni, che si vorrebbero più reattivi nella guida sportiva, ma anche dalla scarsa aderenza offerta dai pneumatici di primo equipaggiamento (i Michelin A/M 48) e dai consumi. Nel corso della prova di Motociclismo, pubblicata sul numero di dicembre del 1985, la RG 500 Gamma riesce a spuntare i 12,1 km percorsi con un litro di miscela - ma ad andatura costante e in autostrada - mentre in qualsiasi altra condizione di utilizzo si resta sempre ben al di sotto dei 10 km con un litro.