Il progetto ART è partito nel 2012; base tecnica quella della Superbike Aprilia. Poi il nuovo regolamento, che ha imposto nuove norme anche ai pneumatici, ha costretto i tecnici ad apportare numerose modifiche al progetto originale per renderlo competitivo in MotoGP. Il motore è il noto 4 cilindri a V longitudinale di 65°, con i cornetti di aspirazione ad altezza variabile, iniezione elettronica con 8 iniettori e gestione Ride-by-Wire di ultima generazione. Il rapporto di compressione arriva a 15:1. Grazie alle modifiche, il motore eroga una potenza di circa 250 CV ad un regime massimo di 15.800 giri (anche se la scheda tecnica ufficiale non è così... generosa). Il cambio è elettronico, servito anche in scalata, la frizione ha l'antisaltellamento; la centralina Marelli offre diverse mappature di erogazione, e i numerosi parametri sono impostati dai tecnici a seconda del circuito e delle condizioni atmosferiche.
Il cruscotto, completamente digitale, ha i LED che indicano il momento giusto per la cambiata e offre molti dati: regime, marcia, temperature dell’olio e dell’acqua, livello del TC, mappatura... I comandi sono complessi ma abbastanza intuitivi, e la maggior parte dei pulsanti si trova accanto alla piastra di sterzo sul semimanubrio di sinistra; qui ci sono la regolazione del traction control, l’accensione e lo spegnimento della luce posteriore, la scelta delle mappature e il pit-limiter, che si usa quando si entra nella corsia dei box. Il serbatoio ha capacità di circa 24 litri. Il peso a secco di 162 kg è così distribuito: 53% all’anteriore e 47% al posteriore. Le sospensioni sono Öhlins, forcella con steli da 48 mm di diametro, mono TTX. All'anteriore ci sono due dischi di carbonio, con pinze Brembo; al posteriore c'è un disco d'acciaio di 218 mm.