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“Per la RS 457 abbiamo provato tantissime configurazioni motore”

Abbiamo intervistato Alessandro Galli, engine project manager di Aprilia, che ci ha parlato del motore della RS 457, del suo sviluppo, delle scelte tecniche, della sua costruzione e di molto altro

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Come mai la scelta di un motore bicilindrico parallelo per la RS 457?

“Innanzitutto per il family feeling con la RS660, e in secondo luogo perché l’adozione di un motore monocilindrico avrebbe portato troppe vibrazioni, quindi la scelta di un bicilindrico parallelo ci è sembrata la più equilibrata e adatta all’utilizzo di questa moto”.

Il motore è un nuovo progetto o deriva da quello della 660?

“Assolutamente no, non deriva da quello della 660 ma è completamente nuovo. Partendo dal discorso della patente A2 abbiamo dovuto realizzare un motore completamente nuovo, e seguendo il vincolo dei 48 CV/35 kW abbiamo lavorato sul discorso della curva di potenza e specialmente della coppia ai bassi regimi”.

Un bicilindrico V l’avete mai preso in considerazione?

“Si, ma è stato scartato perché l’ingombro longitudinale comportava il posizionamento della sella troppo arretrato rispetto a quello definito “ideale” dai nostri tecnici per questa moto, quindi per questo motivo abbiamo scelto di adottare un bicilindrico parallelo”.

Dove è costruito il motore?

“Si tratta di una moto dedicata ai mercati globali e non solo a quello Europeo, per questo motivo il motore può essere costruito in tutti i nostri stabilimenti, mentre invece lo sviluppo progettuale è avvenuto a Noale”.

Le scelte progettuali riguardanti il motore, quanto hanno inciso sul peso complessivo della moto?

“Hanno inciso, essendo il primo componente che si assembla sulla moto in quanto ha funzione portante. È stato il primo componente che abbiamo sviluppato insieme al veicolo”.

Quanto tempo è durato lo sviluppo del motore?

“Dalla “prima riga” alla produzione sono passati circa due anni e mezzo”.

Quante configurazioni interne sono state testate prima di arrivare a quella definitiva?

“Ne abbiamo provate tantissime, prima solo a livello di calcolo e successivamente anche nella pratica attraverso le prove al banco. Abbiamo testato configurazioni che giravano più in alto, proprio per enfatizzare il DNA Racing del marchio Aprilia, ma pensando ad un cliente giovane, con poca esperienza e ad un utilizzo a 360° della moto abbiamo preferito lavorare e concentrarci sulla curva di coppia ai bassi regimi, fornendo molta “schiena” anche ai medi. Nonostante questo siamo riusciti ad ottenere un allungo fino agli 11.000 giri/min”.

Quindi lo sviluppo si è concentrato molto anche sulla versatilità di questo bicilindrico?

“Sì, perché entrando in questa categoria composta da un pubblico polivalente che comprende sia il motociclista con esperienza sia il neofita, abbiamo dovuto trovare una curva di erogazione che soddisfasse tutte queste richieste. Siamo partiti in anticipo rispetto al veicolo, facendo tanto sviluppo al banco con simulazioni prima di arrivare a montare il motore sulla moto. Una volta congelato il primo layout di motore abbiamo sviluppato il setup definitivo direttamente sulla moto”.

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