SWM 125 Six Days serie C
Lo splendore della regolarità
SWM FRA LO SPLENDORE DELLA REGOLARITÁ Dal 13 al 18 ottobre 1975
all’Isola
di Man si tiene la 50ª edizione della Sei Giorni. La Six Days è la più
celebre gara di Regolarità internazionale che si disputa ogni anno in una
località diversa e che risale agli albori dello sport motociclistico. La
SWM vi partecipa con quattro motociclette, due 125 affidate a Brissoni
e Rottigni e due 100 cc a Gagni e Petrogalli. La gara è particolarmente
dura e molti tra i piloti favoriti incappano in cadute o rotture meccaniche
sovvertendo i pronostici. Il Trofeo viene vinto magistralmente dalla Germania
Federale con l’Italia al secondo posto, ma lo squadrone SWM si merita
il Vaso d’Argento, il massimo alloro della gara. È una vittoria
importantissima
per la giovane Casa italiana, ottenuta a spese delle moto più competitive
e dei piloti più forti del momento.
La Regolarità ha raggiunto in quel periodo il massimo della popolarità,
sia come fenomeno sportivo, sia di costume. Le vendite sono elevate sul
mercato italiano ed il primo posto è conteso tra l’austriaca KTM con la
sua 125 GS e la nostra SWM con la 125 Six Days. Ma ci sono molte altre
Marche nazionali ed estere con validi modelli che vanno ad arricchire un
segmento che da anni non sembra dar segno di stanchezza.
Fattore comune a molte di queste desideratissime Regolarità è il monocilindrico
a due tempi della tedesca Sachs con cambio a 6 rapporti e dotato di buona
potenza senza essere esasperato. Un motore affidabile che ha solo pochi
e ben individuati difetti. La SWM lo adotta nelle varianti 100, 125 e 175
cc, a conferma di un “matrimonio” che dura da sempre per la Casa
italiana,
cioè da quando, nel 1970, Pietro Sironi e Fausto Vergani uniscono le loro
forze per fondare la SWM.
Nascono le SWM Six Days
NASCONO LE SWM SIX DAYS È importante
ricordare come la SWM abbia sempre sottolineato il suo impegno nella maggiore
gara di Regolarità battezzando fin dagli inizi i suoi modelli più prestigiosi
con il nome Six Days. Già la prima 125 del 1972, dopo le tre medaglie
d’oro
conquistate alla Sei Giorni che quell’anno si disputa in Cecoslovacchia,
porta il magico appellativo che la distingue dalla Regolarità 125, la versione
meno preziosa in quanto a potenza e componentistica. Sulla Six Days il
tecnico Vergani, veterano delle Fiamme Oro, e con la Gilera più volte medaglia
d’oro proprio alle Sei Giorni e campione nazionale, sfoga tutta la sua
abilità meccanica. I 17 CV a 8.000 giri elargiti dal Sachs 125 in versione
standard usato sulla Regolarità 125, dopo la cura Vergani diventano 19
CV a 9.000 con allungo e tiro tra i migliori della categoria. Allo scopo
si interviene sia sui travasi, ampliando e raccordando i passaggi, sia
sulla fasatura, lavorando sulle luci nel cilindro e sul pistone. Naturalmente
anche il rapporto di compressione è alzato.
ER, ES, Silver Vase e RS/GS
ER, ES, SILVER VASE E RS/GS Nel
1973 la Six Days viene sdoppiata in ER, sigla che sta per Elaborazione
Rivolta (la località dove sorge lo stabilimento SWM è appunto Rivolta
d’Adda),
che è in pratica la precedente Six Days, ed ES, cioè Elaborazione Sachs,
dove la preparazione, e quindi la potenza, è ancora superiore ed effettuata
direttamente dalla Casa tedesca. E così si è proseguito fino al 1975 quando,
proprio per celebrare la vittoria dell’Isola di Man, le nuove moto vengono
battezzate Silver Vase. Le Silver Vase vanno a costituire il modello più
prestigioso della Casa lombarda e sono disponibili con il vecchio motore
Sachs a sei marce o con il debuttante sette marce. La Silver Vase sei marce
ha il telaio molto differente rispetto alla Six Days che esce di produzione,
ma è presto sostituita dalla Regolarità ND con caratteristiche di economicità
per lasciare spazio al nuovo sette marce. Tuttavia il Sachs sette marce
si rivela subito un fiasco, costringendo la SWM all’immediato
‘divorzio’
in favore del motore austriaco Rotax a disco rotante che dà origine ad
una nuova generazione di motociclette denominate RS/GS. La moto cui ci
concentriamo è la Six Days ES serie C del 1975, quindi l’ultima prodotta
prima dell’arrivo della Silver Vase, e costituiva in quel momento la SWM
più venduta e meglio accessoriata tra le altre 125 della Casa.
Serie c: faceva la differenza
SERIE C: FACEVA LA DIFFERENZA Confrontata
i modelli che l’hanno preceduta, l’ultima Six Days è estremamente
elegante.
Il bel serbatoio vagamente piramidale dotato di vano porta attrezzi e comparso
nella stagione agonistica 1975 prima sulle moto ufficiali, è dipinto in
un profondo blu metallizzato, e la moto è nel complesso accuratamente rifinita.
Parafanghi e telaio sono in grigio alluminio metallizzato con forme ben
disegnate e personali che richiamano le versioni precedenti. Il resto della
componentistica è di prim’ordine. Ai comandi Magura fanno eco i cerchi
Akront bollino giallo in lega leggera, i mozzi conici con i tamburi Grimeca
sono anch’essi in lega leggera, il telaio è un indistruttibile doppia
culla in tubi d’acciaio, mentre per il reparto sospensioni siamo ai
massimi
livelli con una bella ed efficace forcella Marzocchi ben compensata
posteriormente
da una coppia di ammortizzatori oleopneumatici della stessa Marca. Il telaio
è un’evoluzione di quello usato da Pierluigi Rottigni alla Sei Giorni
di Camerino del 1974, dove il forte pilota bergamasco ha conquistato la
vittoria di classe e la medaglia d’oro. Nella stessa occasione si
sperimenta
la nuova marmitta a espansione che passando sotto al motore risale poi
sulla sinistra, soluzione presto messa in serie a partire dalle Six Day
Modello B prodotte alla fine del 1974. Come in precedenza si può scegliere
tra la ES e la ER.
Come andavano le C ES/ER
COME ANDAVANO LA C ES E LA C ER
Tra le due versioni le differenze tecniche sono limitate, mentre quelle
estetiche si riducono alla piccola scritta specifica sul fianchetto sotto
la sella. Secondo le informazioni fornite a suo tempo dalla SWM, la ES
eroga 22 CV DIN a 9.600 giri, ha il rapporto di compressione di 13,5:1
ed il carburatore Bing da 32 mm di diametro. La ER invece ha 20 CV a 9.400
giri, il rapporto di compressione di 13:1 ed il Bing con diffusore da 28
mm. La forcella, Marzocchi per entrambe, ha i foderi in magnesio sulla
ES, mentre sulla ER sono nella meno pregiata lega d’alluminio ed infine
il pneumatico posteriore è da 4.00-18 sulla prima e 3.50-18 sull’altra.
Su strada, ma soprattutto in fuoristrada, queste Six Days ripropongono
le qualità che hanno reso famosi e desiderati i modelli precedenti. La
moto è leggera, manovrabile e anche potente. Nonostante il regime di rotazione
elevato, il tiro ai bassi non manca (naturalmente è più marcato sulla ER)
e, grazie anche alla ragionevole altezza da terra della sella, ci si cava
d’impaccio sempre bene, anche quando bisogna arrangiarsi di gambe per
superare un pratone scivoloso o un sentiero impervio. Difficoltà che oggi
non è più così facile trovare come una volta a causa degli ubiquitari (e
spesso arbitrari) divieti di circolazione nelle zone rurali.
L'ultima Six Days modello C
L’ULTIMA SIX DAYS MODELLO C Alla
metà del 1975 esordisce la nuova versione Six Days Modello C con il telaio
rivisto nei fazzoletti di rinforzo sulla triangolatura del cannotto di
sterzo, che ora servono anche da attacco per il serbatoio. Contemporaneamente
si eliminano le due lunghe piastrine forate che danno aggancio alle mollette
che fissano il serbatoio, mentre gli attacchi per il parafango posteriore
vengono leggermente incurvati in alto per alzare la sella e montare un
nuovo parafango. Anche il forcellone riceve la sua buona dose di attenzioni
così da portare gli ammortizzatori in posizione più verticale. Il modello
C è l’ultima Six Days costruita, e nel 1976 lascerà il posto alla Silver
Vase col famigerato Sachs 7 marce.
Grandi vecchi ricordi
GRANDI VECCHI RICORDI La Six Days
125 è oggi meritatamente una delle più ammirate rappresentanti della tecnica
regolaristica degli anni Settanta. Ai suoi tempi era la SWM più venduta
ed apprezzata. I ragazzi in età che avevano la fortuna di vedersela regalare
erano sicuramente attratti anche dalla forte concorrenza straniera, soprattutto
KTM, Zündapp e Puch, ma la bella 125 nazionale troverà migliaia di appassionati
che spesso con essa muoveranno i primi passi nel campo della Regolarità
agonistica. Una stagione sportiva, quella fino alla metà anni Settanta,
mai più vissuta per assiduità di avvenimenti e facilità con cui si poteva
partecipare. Uno sport ed una moto che per questo hanno lasciato in tanti
indelebili e meravigliosi ricordi di gioventù.