Test Ducati Desmosedici RR
Test ducati desmosedici rr
Una carena ampia e avvolgente oppone
pochissima resistenza alla poderosa spinta (200 CV) del
V4
di Borgo Panigale. Intanto si conclude l’ultimo dei tre giri che ci sono
concessi, mentre il display indica 2’07” all’altezza del
traguardo e
la telemetria registra 312 km/h in fondo al rettilineo principale. Siamo
al Mugello, sdraiati sul lungo serbatoio della nuova Desmosedici RR, versione
stradale (ma non troppo…) della Ducati MotoGP che già questa domenica
potrebbe laurearsi Campione del Mondo.
I circa 1.200 esemplari che saranno realizzati sono già in
vendita
a 60.000 euro. Una cifra “importante” che il
numero 1 sulla carena
di Stoner non basterebbe a giustificare. Infatti ci pensa il motore ad
essere convincente: straripante a ogni regime di rotazione, sfodera
un allungo e una forza esplosiva sconosciuta a qualsiasi Desmo omologato
per l’uso stradale. Tra 10.000 e 14.000 giri è quasi impossibile
tenere
la ruota anteriore attaccata a terra e ai medi regimi c’è tutta la
prontezza
e la pastosità tipica dei migliori motori Ducati. Come se non bastasse,
l’accelerazione è accompagnata da urla laceranti che esplodono improvvise
sopra gli 8.000 giri, producendo perdite di trazione molto difficili da
gestire; qualche imbarcata di troppo, soprattutto in uscita dal Correntaio,
ci suggerisce che la furia di questo V4 meriterebbe attenzioni da MotoGP:
gomme slick, controllo di trazione e… il manico di Stoner.
Non perdona nulla, questa Ducati. E’ impegnativa, scorbutica, scomoda.
Insomma, è a tutti gli effetti una replica della MotoGP, e come
tale non può essere addomesticata da mani inesperte. La posizione in sella,
la discesa in curva e la frenata ci riportano indietro di un anno, cioè
al test della moto di Capirossi a Valencia. Questa Desmosedici sembra un
clone di quella belva che solo Loris riusciva a gestire mentre il telaio
a traliccio si torceva fuori dalle curve. Per saperne di più, la prova
completa su Motociclismo di ottobre.