Special Ducati Monster S4 di Codutti
Come nasce l'idea
Il progetto
Come è fatta
Al monobraccio anteriore in alluminio
scatolato con spessore di 3 mm è collegato uno snodo che consente alla
ruota di sterzare. La funzione ammortizzante è affidata ad un “mono”
nascosto appena sotto la piastra (come sul Telelever BMW, per intenderci).
In mezzo, un complesso sistema di aste di rinvio in ergal. La parte più
innovativa di questo avantreno però è la struttura, composta da elementi
fresati dal pieno e assemblati tra loro tramite viti e bulloni.
Colpo di genio è la collocazione delle pinze freno radiali che, integrate
nella complessa architettura dell’avantreno, fungono da parte strutturale
dello sterzo, aumentando così la rigidità dell’insieme. A proposito di
freni, la pompa anteriore, gemella di quella della frizione idraulica,
è di tipo radiale e marchiata PT. Se la parte anteriore della moto è così
complessa, dietro troviamo un più canonico forcellone monobraccio di una
Ducati 748 adattato e abbinato ad un cerchio Marvic a tre razze (come
l’anteriore).
Perso lo spazio davanti al motore per far posto alla nuova sospensione,
il radiatore è stato rimpiazzato da due elementi di maggiore portata posizionati
sotto il motore stesso e inglobati in uno spoiler carenato, centrando due
obiettivi in un colpo solo: baricentro più basso e sezione frontale ridotta.
Altro elemento di laboriosa realizzazione è l’impianto di scarico, che
i cui contorti collettori restano nascosti e si uniscono alle spalle dei
radiatori, per poi sdoppiarsi in due terminali laterali in acciaio della
Mivv.
L’estetica, nell’ottica di Codutti, è una simbiosi tra linee tese
ultramoderni
e altre arrotondate e rétro. L’insieme delle sovrastrutture costruite
in lamiera d’alluminio battuta a mano, ha richiesto una esecuzione
laboriosa
e difficile, soprattutto per il serbatoio, che si estende anche sotto la
sella. Pregevole la qualità degli accessori (pedane, carter pignone, paracatena,
tutti costruiti su misura) e degli accoppiamenti tra le varie parti della
carrozzeria che, nella parte anteriore, integra due fari polielissoidali
e nasconde i vari cablaggi elettrici. Perché, non dimentichiamolo, questa
special è perfettamente funzionante ed è stata costruita per essere usata
su strada. Infine, la verniciatura, che nel caso di Codutti non poteva
certo essere banale: il preparatore friulano si è affidato alla Kosmic
Paint di Udine per abbinare l’amaranto di ruote e forcellone posteriore
al rosso di telaio e motore. Nessun dubbio invece per la carrozzeria, che
non nasconde gli affascinanti riflessi dell’alluminio satinato.