In Motociclismo in edicola, lo speciale “Settantacinquesimo anniversario Dellorto”
Speciale
SPECIALE La Dellorto, storica
azienda produttrice di sistemi di alimentazione, arriva al compimento del
settantacinquesimo anno di attività. Fondata nel 1933 a Serengo da Gaetano
Dell’Orto è oggi un’azienda orgoglio della realtà industriale
italiana,
guidata dalla seconda e terza generazione dei Dell’Orto: i cugini Giuseppe
e Pierluigi, oltre ad Andrea, figlio di Giuseppe. La Dellorto non è presente
solo nei confini italiani, ma ha anche una sede in India, che alimenta
le moto e gli scooter di questo grande Paese. Ma la ditta non è solo una
fredda storia di ricerca del miglior time to markert e della produzione
destinata al mercato globale; è anche la testimonianza di anni d’impegno
nella ricerca, che hanno portato ad ottenere numerosi successi nelle corse
motociclistiche e che ora si avvicinano alla conquista del cinquecentesimo
titolo mondiale. Vi raccontiamo tutto questo nello speciale che trovate
nelle pagine del numero di Motociclismo di agosto, già in edicola, e vi
diamo qualche anticipazione sul sito.
Innovazione
INNOVAZIONE Dellorto è una
fabbrica che non ha sofferto della paura del cambiamento, ma ha saputo
guardare avanti per raggiungere i propri obiettivi. L’organizzazione
commerciale
nell’ultimo decennio è stata rivista e ha puntato su strumenti innovativi
(internet), per raggiungere la maggior soddisfazione dei clienti, come
spiega Andrea Dell’Orto: “Ora non è più strutturata in aree
geografiche,
ma in Business Unit: Auto, Moto e Aftermarket. L’aftermarket è stato
sviluppato
con un nuovo sistema di E-commerce, che ha reso le relazioni più facili
e più veloci e ci ha permesso di presentare sul mercato nuovi prodotti
con tempi che solo qualche anno fa sembravano impossibili. Alla fine degli
anni ‘90 siamo entrati in un periodo di incertezza: nell’auto si
stava
passando dai corpi farfallati meccanici a quelli motorizzati, nella moto
dal carburatore all’iniezione elettronica. Noi abbiamo risposto con
investimenti
importanti e sostenuti per il cambiamento dei prodotti, con il sistema
ECS (Electonic Carburation System) interamente sviluppato da noi,
l’iniezione
elettronica e ora il Drive By Wire”. Dice Giuseppe Dell’Orto:
“Col passare
degli anni, l’R&D è divenuto un fattore determinante per la
competitività
dell’azienda. Abbiamo allargato il concetto di Ricerca e Sviluppo per
fornire al Cliente un servizio completo a livello di design, sviluppo del
prodotto. A questo scopo abbiamo investito molto nel nuovo centro R&D,
inaugurato ad inizio 2003, con laboratori in grado ampliare la gamma di
strumenti a disposizione dei nostri ingegneri e quindi dei nostri Clienti.
Per il personale l’azienda attinge direttamente dall’ambiente
universitario,
come tiene a sottolineare Pierluigi Dell’Orto “Andiamo fieri
dell’importante
sinergia che da oltre 10 anni ci lega all’Istituto Motori e
all’Università
Federico II di Napoli, dove abbiamo aperto un distaccamento allo scopo
di sviluppare un centro d’eccellenza per la ricerca avanzata, anche su
temi promossi a livello istituzionale. Ad alcuni ingegneri viene poi data
la possibilità di essere integrati nel centro R&D di Cabiate.
Il carburatore
IL CARBURATORE È il cuore della moto; tanto più quanto più si va
indietro
nel tempo, quando il resto del motore era più rudimentale e lui era già
lui, con gli stessi principi e le stesse alchimie. Basta guardarli, questi
vecchi carburatori, per immaginarsi un tempo che non c’è più, con le
mondine,
con i preti sullo Stornello. Il tempo in cui le moto erano per tutti e
per forza, ma già sprigionavano il loro fascino, già venivano usate per
correre. La Dellorto tirò su intere generazioni di quattordicenni squattrinati,
e fece sognare i quarantenni che volevano le Guzzi V7, le Laverda, le BMW
R90S: le versioni sportive, di solito. In corsa seguirono tutta l’epopea
dell’industria italiana, dal predominio del dopoguerra alla lunghissima
era Agostini, e dalle battaglie in 125 di Gresini e Cadalora alla grande
stagione Aprilia nelle 2T con Capirossi, Biaggi, Rossi e fino a Lorenzo.
Andò così per decenni, e il carburatore si affinò e complicò con tutta
una serie di accorgimenti, dispositivi e circuiti finché la richiesta di
diametri sempre più grandi per seguire l’aumento della cilindrata e delle
prestazioni delle moto, le esigenze di guidabilità, e infine le normative
anti- inquinamento resero insufficiente persino la precisione elevatissima
del carburatore. Era finita l’era del cuore, iniziava l’era del
cervello:
del cervello artificiale, annegato nelle centraline elettroniche che pilotano
gli impianti di iniezione, ma persino gli ultimi sopravvissuti dei carburatori.
Era iniezione
ERA INIEZIONE Con l’iniezione
inizia a tramontare anche l’epoca romantica del cuore carburatore; benché
l’iniezione faccia tutto quello che faceva il carburatore, e anche di
più. Tramonta l’epoca del cuore ma non quella della Dellorto, che
sull’iniezione
comincia a lavorare ben presto, per tenere il passo delle richieste del
mondo auto che nel frattempo ha imparato ad apprezzare i suoi carburatori.
Per il mondo auto la Dellorto fornisce il gotha del motorismo: i suoi corpi
farfallati finiscono sulle Ferrari, sulle Lamborghini, sulle Lotus, sulle
BMW M3 ed M5. Intanto anche le moto prendono la stessa strada: BMW, Aprilia,
Benelli fra le prime e più convinte; curiosa la coincidenza di Benelli,
la prima a commissionare uno stock di carburatori nel 1933 e fra i primi
clienti dei corpi farfallati quasi settant’anni dopo, a cose
inevitabilmente
molto cambiate. Meno carburatori costringono Dellorto a prendere decisioni
importanti, come entrare nel mercato indiano. Intanto, però, nel 2007 il
fatturato dell’iniezione raggiunge quello dei carburatori. È l’anno
del
sorpasso: l’azienda ha ancora la forza e la voglia di voltare pagina,
lanciarsi in nuove sfide: dalle centinaia di migliaia di pezzi low-cost
per la Tata Nano, l’auto che dovrebbe motorizzare l’India, alle
poche
migliaia di impianti super-sofisticati per l’Aprilia RSV4 e per la BMW
S 1000 RR che dal 2009 scenderanno nell’arena infuocata della SBK. Dietro
l’angolo, la prossima avventura: la prima centralina elettronica Dellorto
e il Drive By Wire. A 75 anni, il bello comincia adesso.