CBR1000RR FireBlade 2008
Approccio in pista
Semaforo verde, pronti via. La CBR ci accompagna tra i cordoli con
l’agilità
di una bicicletta. E’ super reattiva in inserimento così come nelle
variazioni
di inclinazione. La sensazione di essere su una piccola 600 è immediata
e sottolineata anche da sovrastrutture minute: il cupolino è stretto e
basso e il codino molto piccolo e sfuggente. Mentre le gomme si scaldano
esploriamo la prima metà del contagiri: fino a 4.500 giri la potenza disponibile
è solo discreta, ma oltre questo regime la Fireblade sfodera dei
“medi”
veramente sostanziosi.
Onboard camera
Ergonomia e potenza
La posizione di guida si sposa bene anche a piloti di stature differenti:
la triangolazione sella-semimanubri-pedane è caratterizzata da misure piuttosto
abbondanti, e la conformazione del serbatoio non intralcia nei movimenti
in sella. Il busto non risulta eccessivamente inclinato, consente al pilota
di non affaticare troppo polsi e braccia su strada e, contemporaneamente,
di caricare a piacimento l’avantreno in pista. Le gomme, ormai calde,
ci invitano ad osare. Ci lanciamo a gas spalancato sul rettilineo di partenza,
accucciati dietro il piccolo cupolino. E’ sufficiente un minimo
“scollino”
perchè la ruota anteriore decolli in terza marcia, nonostante gli sforzi
di caricare l’avantreno. Una piccola sbacchettata, smorzata in pochi
istanti
dal nuovo ammortizzatore di sterzo elettronico non regolabile, ci avvisa
che la ruota ha riperso contatto con l’asfalto. Insistiamo col gas fino
al limitatore, posto a circa 13.200 giri. La zona alta del contagiri svela
un propulsore fluido, vigoroso (+13 CV rispetto alla precedente versione)
e quasi del tutto privo di vibrazioni.
Inserimento in curva
La prima curva si avvicina rapidamente. Due dita “aggrediscono” la
leva
del freno anteriore (regolabile), che dopo poche staccate intense risulta
un po’ spugnosa e con una lieve tendenza ad allungare la corsa. La
decelerazione
ottenuta è notevole e ben modulabile, correttamente assistita da una forcella
scorrevole e con una taratura abbastanza sostenuta. Scaliamo rapidamente
tre marce, contando su una frizione morbida e molto modulabile (non regolabile
la leva) e su di un cambio preciso negli innesti anche se non morbidissimo.
La ruota posteriore innesca un serpeggiamento che, pur non scomponendo
la moto, ci disturba un pochino in fase di ingresso. In nostro aiuto
intervengono
la frizione antisaltellamento, ben tarata, e il freno posteriore.
Quest’ultimo
è molto modulabile e aiuta a chiudere le traiettorie con efficacia. Percorriamo
la prima curva a circa 110 km/h, rassicurati da stabilità e precisione
di sterzo buone anche alle massime inclinazioni. Accelerando in uscita,
ci troviamo a fare i conti con le coperture di serie (Bridgestone BT-015)
che, soprattutto al posteriore, scivolano avvertibilmente dopo alcuni giri
“tirati”. A farne le spese è la stabilità della moto, compromessa da
perdite di trazione che provocano anche qualche sbacchettata.
Cambi di direzione
Un cambio di direzione repentino ci svela una Fireblade rapida ma non quanto
la velocità di inserimento avrebbe lasciato immaginare. Proiettati nel
curvone più veloce del tracciato raggiungiamo i 210 km/h col ginocchio
che accarezza l’asfalto. A questa velocità la Honda rimane stabile ma
l’avantreno non trasmette la stessa sensazione di sicurezza in percorrenza
delle migliori avversarie. Insomma, il verdetto della pista racconta di
una CBR1000RR gran dispensatrice di emozioni, molto più efficace della
precedente, che ha però lasciato per strada quella facilità di guida che
la rendeva sfruttabile anche dai meno esperti.
Su strada
Su strada la Fireblade ci regala una guida facile e briosa sia nel misto
stretto che su strade più veloci. Come in circuito, stupisce per la rapidità
in inserimento e per la sensazione di leggerezza da moto di cilindrata
minore. Ovviamente un po’ in affanno in pista, le coperture di serie si
dimostrano invece perfette per l’uso quotidiano. Le sospensioni copiano
con precisione anche le sconnessioni pronunciate e il motore ha quello
che serve (e molto di più) in ogni situazione.