Scooter a ruote alte 200-300cc
7 vizi e 7 moto
Se il traffico delle città è infernale,
chi lo attraversa qualche peccato dovrà pure averlo. E se il fenomeno cittadino
più evidente degli ultimi 10 anni è l’esplosione degli scooter, è lecito
aspettarsi che nemmeno questi moderni traghettatori di anime ne siano immuni.
Così abbiamo scelto questo filo conduttore per cercare di capire meglio
l’identità di alcuni dei veicoli più diffusi come antidoto alle pene che
le 4 ruote infliggono ai loro adoratori. Sette scooter a ruota alta, sette
peccati capitali. E già che c’eravamo, sette fra le maggiori città
italiane:
sette fra i maggiori mercati per questi veicoli, il loro inospitale habitat.
Partendo da Milano, abbiamo raggiunto Napoli passando per Torino, Genova,
Bologna, Firenze e Roma.
Geoplois 250
MILANO LUSSURIA Elegante, slanciato,
con un pizzico di sensualità. Il Geopolis è perfettamente a suo agio nella
frenetica Milano. Rappresenta il desiderio sfrenato: le linee eleganti
del Peugeot sono morbide, quasi sensuali. Con le notevoli prestazioni offerte
dal propulsore Piaggio, una ciclistica a punto e dotazioni di prim’ordine,
si districa con disinvoltura nel traffico, supera agevolmente ostacoli
come i binari del tram e consente, grazie alla sua originalità, di fare
una gran bella figura anche all’ora dell’aperitivo… Il punto
di forza
del Geopolis è l’equilibrio generale. Come tutti gli ultimi Peugeot, punta
su una linea accattivante, ma non trascura la sostanza: la ciclistica è
curata, il motore da riferimento e gli accessori intelligenti, come ad
esempio la catena antifurto integrata all'ABS (non presente sull’esemplare
in prova). La linea moderatamente sportiva trova conferma in movimento:
la stabilità anche ad alta velocità è ottima, e sul misto il Geopolis è
uno scooter che consente di divertirsi sebbene l’anteriore non comunichi
la stessa solidità (per esempio) dell’X-City.
Sym HD 200f.i. evo
TORINO INVIDIA Rivalità spinta all'eccesso,
per spodestare il best seller SH. La sorpresa del SYM è arrivata quasi
subito, dal suo piccolo motore. Dotato di induzione a quattro valvole come
la totalità dei motori del Costruttore taiwanese, ha messo in mostra una
inattesa brillantezza e doti velocistiche che lo portavano a tenere senza
difficoltà la scia anche dei più dotati 250. Perfetta in questo senso la
collocazione a Torino, una capitale mondiale del motorismo. Leggero e
maneggevole,
ci ha accompagnato negli strettissimi vicoli di età romana e medioevale
del centro storico, e non si è sentito in imbarazzo nei lunghi violoni
tracciati dai Savoia. Il Sym HD Evo ha un comportamento generale che non
fa affatto rimpiangere la concorrenza europea e giapponese, e solo il livello
delle finiture e la qualità di certi materiali lascia trasparire una maggiore
attenzione al contenimento dei costi, che si riflette peraltro nel prezzo
d’acquisto.
Kymco People S 200
GENOVA AVARIZIA Per chi ha
scarsa propensione a spendere niente di meglio del parsimonioso Kymco.
Davvero è avara Genova? Il nostro breve soggiorno non è bastato a deciderlo,
ma ha confermato che la città è quanto meno attenta al rapporto qualità/prezzo,
cavallo di battaglia delle Case taiwanesi i cui scooter abbondano per le
strade. Anche nella nostra comparativa è un taiwanese a spuntare il prezzo
più basso: il Kymco People S. Ma rispetto al già economico Sym HD, la
contropartita
è più evidente. Il motore due valvole del People S è in assoluto il più
fiacco, mortificando le prestazioni che si avvicinano più a quelle di un
125 che non di un 250; e sui saliscendi dell’ex repubblica marinara il
People S finisce per arrancare un po’ più dei concorrenti. In compenso
il mezzo si dimostra economico, oltre che all’acquisto, anche nei consumi,
veramente ridottissimi. L’efficienza delle sospensioni è modesta, ma il
People S nella guida cittadina è agile e discretamente comodo: più che
adatto ad accompagnarci nelle passeggiate sul lungomare o ad infilarsi
negli strettissimi carruggi che al tramonto si animano di vita e lingue
diverse. Inoltre è ben frenato, una caratteristica fondamentale per affrontare
le discese anche ripide che il territorio ligure presenta all’improvviso.
Aprilia Scarabeo 250 IE
BOLOGNA GOLA Come chi ama la buona
cucina è paffuto e di buona compagnia. L’estetica controcorrente e
vagamente
retrò dello Scarabeo si sposa a meraviglia con i colori caldi e le laute
forme di Bologna, città dalle mille tentazioni. Di questa ultima incarnazione
dell’evergreen di Noale colpiscono subito la linea, assolutamente
originale,
e le rifiniture di gran lusso, al limite del… peccato di gola. Al
sottosella,
rivestito in moquette, si accede con uno sblocco telecomandato, mentre
nel retroscudo è alloggiata una copertina antipioggia per la sella. La
verniciatura è brillante e di grande eleganza, ed è presente il plus della
frenata integrale, azionata dalla leva di sinistra. Criticabile a nostro
giudizio il tappo benzina, dal quale si può rimuovere la chiave dopo
l’apertura
con il rischio di scordarlo al distributore. Anche se i voluminosi eccessi
del 500 GT sono ormai alle spalle, lo Scarabeo 250 conferma l’impressione
di opulenza storicamente comunicata dalle cilindrate maggiori della serie:
le forme sono generose, l’abitabilità è buona anche in due – con
l’unico
difetto di pedane passeggero non molto ben conformate – e lo spazio anche
per le gambe non manca. Lo Scarabeo conferma poi ancora una volta la sua
fama di confortevolezza regale, fra le migliori del lotto. Si rivela purtroppo
elevato anche il peso, con effetto immediato sulle prestazioni: il pur
vigoroso propulsore Piaggio non riesce a imprimere allo Scarabeo accelerazioni
particolarmente brucianti nello spunto da fermo.
Yamaha X-City 250
FIRENZE IRA Firenze è famosa per
le contese tra Guelfi e Ghibellini. Piazza della Signoria fu realizzata
di Guelfi abbattendo case e torri di famiglie ghibelline. Il 250 Yamaha
è il più esuberante e battagliero, davvero aggressivo. Da Yamaha, la Casa
che ha in listino il T-Max e sulle piste Valentino Rossi, non ci si può
che aspettare un mezzo di grandi doti telaistiche, e così è. L’X-City
è lo scooter con la guida più sportiveggiante (insieme con il Carnaby,
di fatto uno Sportcity travestito), qualità che emerge già a colpo
d’occhio:
la linea, accattivante, è la più aggressiva assieme a quella dell' affilato
Geopolis. La tradizionale cura giapponese nell’assemblaggio è manifesta
già nella cura dei materiali e degli assemblaggi, davvero da riferimento.
Ricco ed elegante il cruscotto, con la chicca della temperatura esterna.
A bordo si apprezzano le dimensioni generose che favoriscono
l’abitabilità,
anche in coppia. È assai buona la protezione aerodinamica mentre
l’ergonomia
dell’X-City, come per altri scooter Yamaha, è contraddittoria: comodissimo
al primo impatto, quando sembra il migliore di tutti, si mostra poi stancante
sui lunghi tratti, dove la sella si rivela troppo bassa e la pedana un
po’ costrittiva per i guidatori più alti, che devono incurvare troppo
la schiena e fl ettere troppo le gambe. Tra l’altro il posizionamento
così basso della sella ha come effetto collaterale la riduzione dello spazio
sottosella, che sullo Yamaha è risicato.
Honda SH 300i
ROMA SUPERBIA Honda SH ostenta il
suo complesso di superiorità, sempre convinto di essere il migliore. Roma
è ’unica città che fu al centro del mondo per due volte (in epoca romana
e nel Seicento), e che è ancora sinonimo di arte e di dolce vita. Il Costruttore
che in pochi decenni è divenuto il più grande e prestigioso del mondo,
la cui qualità e il cui livello tecnologico sono senza eguali. Sì, c’è
di che insuperbirsi: ma al di là del filo conduttore del nostro viaggio,
il matrimonio tra Roma e l’SH è sempre stato un po’ speciale. Da qui
sono partite le fortune di questo veicolo, e ancora oggi quasi un SH su
quattro è venduto nella capitale. Per motivi facili da capire. Con
la sua enorme estensione, i saliscendi dei sette colli, le tre corsie del
GRA, le continue “sorprese” del manto stradale cittadino, Roma è
tremendamente
esigente: un banco di prova severissimo persino per la proverbiale qualità
Honda. E l’SH ha sempre risposto molto bene, crescendo negli anni in
cilindrata
e prestazioni per adeguarsi a esigenze di mobilità sempre più allargate.
Honda ha scelto di non “gonfiare” eccessivamente la carrozzeria del
suo
best-seller, e per mantenere le caratteristiche che ne hanno decretato
il successo ha fatto uno sforzo tecnologico non indifferente. Molte soluzioni
sono di ispirazione crossistica: dal telaio a doppia culla (che ha reso
possibile non solo mantenere la pedana piatta, ma anche montare per la
prima volta su un SH il cavalletto laterale, fissandolo a uno dei travi),
al radiatore inferiore.
Piaggio Carnaby 200
NAPOLI ACCIDIA Senza fretta, senza
affanno. La guida facile e rilassante del Carnaby smorza i ritmi frenetici
urbani. L’estetica stravagante ma simpatica del Carnaby e la sua doppia
anima – paciosa e originale nelle forme, rigorosa e brillante nella guida
– ben si abbinano con la mutevolezza di carattere di Napoli. La linea
del nuovo Piaggio non manca di spunti innovativi che spostano un po’ più
in alto l’asticella dello stile. La strumentazione, semplice e chiara
in piena tradizione Piaggio, risulta però poco leggibile sotto il sole.
L’abitabilità è ottima, la sella è ben imbottita e risulta confortevole
anche dopo molti chilometri; inoltre il Carnaby, a sorpresa, si è rivelato
il più ospitale per il passeggero, che dispone di maniglie grandi, confortevoli
e pure belle. Ampio il sottosella, anche se è criticabile il posizionamento
al suo interno del bocchettone di rifornimento, che espone al rischio
costante di sporcarlo di benzina (anche perché, almeno sul nostro esemplare,
la tenuta del tappo non era esemplare). Anche se la qualità degli accoppiamenti
non è sempre a livello della concorrenza giapponese, l’ergonomia
complessiva
resta uno dei fiori all’occhiello di casa Piaggio, e anche il Carnaby
non si smentisce.