Test: Peugeot Speedfight 3, cinquantino sportivo
Caratteristiche
CARATTERISTICHE Abbiamo testato il Peugeot Speedfight 3, il cinquantino
sportivo della Casa del leone, giunto alla terza generazione. Ha un look
aggressivo e un equipaggiamento di prim’ordine. L’ultima serie dello
Speedfight di Peugeot, rispetto al suo predecessore ha linee più tese e
uno sguardo più accattivante, conferitogli dal nuovo faro a doppio corpo.
Quanto alle finiture, questo cinquantino si merita addirittura la lode:
le plastiche sono ben accoppiate, i dettagli sono molto curati, come le
frecce anteriori “minibulbs” integrate nella carena e gli
specchietti
dal design allineato con lo stile del mezzo e ripiegabili grazie allo snodo
posto tra braccetto d’attacco e il supporto del corpo riflettente.
La
strumentazione è di tipo misto analogico/digitale, ben leggibile e ispirata
all’universo motociclistico, con un grosso contagiri analogico centrale
retroilluminato con luce rossa e display LCD, completo di tachimetro.
Ciclistica
CICLISTICA All’anteriore monta una forcella USD con steli da 32
mm
sostituisce la sospensione monobraccio delle versioni precedenti mentre
al posteriore della versione a liquido troviamo un monoammortizzaotore
a gas regolabile nel precarico molla e con serbatoio separato (sulla versione
ad aria c’è un classico monoamortizzatore idraulico). L’impianto
frenante
sfoggia soluzioni motociclistiche: su ambo le versioni, all’anteriore,
troviamo una pinza a due pistoncini ad attacco radiale che lavora una disco
Shuricane da 215 mm e tubo freno in treccia metallica. La versione
“liquid cooled” al posteriore adotta un monodisco con pinza a
singolo
pistoncino (e tubo in treccia) a differenza di quello ad aria che ha un
tamburo da 110 mm.
Comfort
COMFORT Una volta a bordo apprezziamo la perfetta triangolazione tra
manubrio, seduta e pedana, la sella stretta (per consentire un più facile
appoggio dei piedi a terra) e l’ampiezza della pedana in senso
longitudinale,
che permette di non toccare il retroscudo anteriore con le ginocchia anche
se si supera il metro e settantacinque di altezza. L’unico neo per
l’abitabilità
è il canale centrale della pedana, in cui alloggia il serbatoio, soluzione
che, a fronte di una piccola rinuncia, offre altri grandi vantaggi, quali
la distribuzione ottimale dei pesi (abbassando il baricentro migliora la
maneggevolezza) e la buona capienza del vano sottosella, in cui c’è spazio
per un casco integrale.
Test
TEST Il nostro assaggio del nuovo Speedfight 3 si è svolto in pista
ad Ottobiano (Pavia). Il motore ha rivelato un buono spunto, ma la versione
raffreddata ad aria dopo qualche minuto di uso intensivo tende a far calare
le sue prestazioni per via della maggior dilatazione termica rispetto a
quella della versione con raffreddamento a liquido. Lo scooter è stabile
nelle percorrenze e le sospensioni sono ben tarate. L’effetto del
serbatoio
posto sotto la pedana si avverte soprattutto nei cambi di direzione, dove
lo Speedfight 3 richiede uno sforzo minimo. L’impianto frenante anteriore
è potente e modulabile. Lavorano bene anche gli impianti frenanti posteriori
delle due versioni, anche se il tamburo è meno modulabile e marginalmente
meno potente del disco.