La gara parte con lo scatto di Jezek, davanti al poleman Guarnoni e a Savadori. Tamburini riesce a recuperare parecchie posizioni e si trova 9° da 17° che era. Massei lo passa alla fine del primo giro, ma la gara è lunga. Nel frattempo Savadori si è preso il 2° posto. Comanda sempre Jezek e Guarnoni è 3°. Lo seguono Gines e gli italiani Calia, De Rosa, Russo, Massei, Andreozzi e Tamburini.
Il pilota ceco della Ducati sta scappando: già 2,2 i secondi di vantaggio su Savadori al 2° giro. Certo, Ondrej non ha nulla da perdere, mentre Lorenzo si gioca il titolo e deve pure vedersela con l’idolo di Casa, Guarnoni. Russo passa al 5° posto, passando in un sol colpo Calia e De Rosa, mentre Tamburini è 9°. Se finisse così perderebbe il titolo, dato che di fatto l’unica opzione per lui è vincere con contemporaneo ritiro di Savadori. A dire la verità Roberto gira anche più forte di Lorenzo, ma la griglia di partenza infelice ha influito davvero tanto.
Al 4° giro si scatenano gli italiani: Russo e De Rosa passano Gines ma, soprattutto, Savadori passa al comando, complice la caduta di Jezek. Guarnoni è ora 2°, ma sia Russo che De Rosa girano più forte di lui. Il francese deve accorgersene, perché si produce in uno scatto che gli regala la prima posizione, mentre Savadori sprofonda al 9° posto.
Al giro 7 la top 10 (a parte l’australiano Staring, 10°) è un affare tra francesi e italiani. In testa c’è Russo, seguito da De Rosa,Guarnoni e Gines, poi Calia, Massei, Andreozzi, Tamburini e Savadori. Quest’ultimo è in rimonta e gira quasi sei decimi meglio di Tamburini. È lotta aperta, mentre De Rosa e Guarnoni passano Riccardo Russo per la leadership della gara (ma anche Gines si mette dietro l’italiano).
Tamburini (siamo al 9° giro) sente il fiuto sul collo da parte di Savadori e si mette a tirare. Il suo 1’41”7 gli permette di respirare un attimo, guadagnando un paio di decimi abbondanti su Savadori ma anche di passare Andreozzi per il 7° posto. Tra i tre, Tamburini è decisamente il più veloce, ma non può minacciare i sogni di gloria di Savadori e dell’Aprilia, che punta a vincere la prima Coppa FIM Stock 1000. Impresa possibile, nonostante all’11° giro Tamburini metta il turbo e passi anche Massei, portandosi al 6° posto.
A due giri dalla fine Guarnoni torna in testa, mentre Savadori non riesce a schiodarsi dal 9° posto. All’opposto, prosegue la rincorsa di Tamburini, che approfitta anche della caduta di Russo per passare al 5° posto (ovviamente Savadori diventa 8°). Il pilota dell’Aprilia è in evidente difficoltà, oppure sta semplicemente amministrando, fatto sta che è l’unico dei primi 14 piloti che gira in “44”, mentre Tamburini fa 1’41”267.
Ma ormai Lorenzo pensa solo al titolo e sta facendo il minimo indispensabile per portare a casa il risultato più importante, senza fare l’errore che l’anno scorso glielo aveva tolto dalle mani all’ultimo giro dell’ultima gara, per consegnarlo in quelle di Mercado.
La corsa si chiude con la vittoria di Guarnoni, che bissa il primato nelle qualifiche e regala a se stesso a alla Yamaha il primo trionfo 2015. Podio per Calia (che un’Aprilia sul podio comunque la porta) e De Rosa, che regala un bel risultato alla Ducati. Gines, Tamburini, Massei, Andreozzi, Savadori, Staring e D’annunzio completano la top 10, ma la cosa che conta è che Savadori vince il titolo nella Coppa FIM Superstock 1000 2015 e che l’Aprilia metta anche questo alloro nel suo palma res zeppo di titoli.
Bravol Lorenzo! E complimenti Aprilia, che si aggiudica per la prima volta il titolo Costruttori nella Stock 1000.