Special: sfida a Monza tra due Buell 1125 R dell’Italiano Supertwins
DUE BUELL RACING
DUE BUELL RACING Non ci saremmo mai aspettati di vedere andare così
forte la Bell 1125R in gara, in una categoria, la Supertwin, molto combattuta.
E non pensiate che gli ottimi risultati in pista di Max Temporali e Luca
Pedersoli siano dovuti a moto iperpreparate, lontane anni luce dalla moto
di serie. Tutt’altro, perché le loro 1125R sono incredibilmente
“originali”.
Un dato su tutti: 135,6 CV alla ruota per la moto che acquistate dal
concessionario,
poco più di 131 CV per queste due da gara... Di moto da corsa con meno
potenza del “dichiarato” dal preparatore ce ne capitano spesso, ma è
la prima volta che il preparatore dichiara, e il nostro banco conferma,
che ci sono 2 CV in meno della moto di serie... “Gli interventi al motore
sono stati minimi” ci dicono. Per fortuna, aggiungiamo noi. Il motore
è rimasto praticamente di serie. Cambiano infatti solo il terminale di
scarico e la centralina. La trasmissione è quella standard, non solo nei
rapporti interni del cambio, ma anche nella finale. Per diminuire il calore
eccessivo sviluppato dal motore, sono state fatte molte modifiche ai passaggi
d’aria interni tra cupolino e convogliatori per ventilare il più possibile
i radiatori.
H-D ITALIA
H-D ITALIA Un componente derivato dalla corsaiola XB-RR è il disco
anteriore, con tanto di pinza, un pezzo pregiato che permette di migliorare
molto la potenza frenante, anche se rimangono in parte i problemi di
surriscaldamento.
Al posteriore troviamo un disco Braking, sempre da 240 mm, ma che permette
lo smontaggio della ruota senza l’obbligo di estrarre la pinza freno.
Altri componenti ripresi dalla XB-RR sono i cerchi in magnesio, molto più
leggeri degli originali. Sempre per migliorare la velocità di inserimento,
è stato alzato il baricentro. Questo è stato ottenuto in due modi: sostituendo
lo scarico sotto-motore con uno molto più leggero e posizionando le zavorre
sotto la sella. La 1125R ha quote ciclistiche che la dicono lunga sulla
sua notevole maneggevolezza: 1.387 mm di interasse, 21° di inclinazione
del cannotto e soli 84 mm di avancorsa. Alzando il baricentro si migliora
la rapidità di ingresso curva e si perde qualcosa nei cambi di inclinazione,
ma partendo da una ciclistica iper-reattiva, il compromesso raggiunto è
eccellente. Gli ammortizzatori sono stati sostituiti con degli Öhlins.Le
sovrastrutture sono realizzate dalla Free Spirit e verniciate a stelle
e strisce da quel “folle” artista che è Lucky di Kaos Design.
NUMERO UNO
NUMERO UNO Rispetto alla moto di H-D Italia, quella di Max Temporali,
preparata dalla Numero Uno di Milano, è ancora più vicina alla moto di
serie. Anche qui c’è stato il problema, che poi non è un problema, di
zavorrare la moto. L’approccio, però, è diverso rispetto alla moto di
Pedersoli: qui si è preferito riportare più in basso e quindi vicino alla
posizione originale, il baricentro, zavorrando la moto nella zona tra motore,
scarico e pedane. Per farlo, sono stati fascettati alle staffette di fissaggio
della vasca raccogli olio, i pesi di bilanciamento delle ruote...
Per le sospensioni vale lo stesso discorso fatto per la moto di H-D Italia.
SFIDA A MONZA
SFIDA A MONZA In pista sembra di andare a spasso, tanto sono facili.
Però i tempi vengono fuori e, in fondo al rettilineo di Monza abbiamo visto
oltre 270 km/h sullo strumento. Questa 1125 R ci ha stupiti. Si inventa
ciclistiche originali, con quote quasi inverosimili tanto sono compatte
di interasse e “in piedi” di forcella, eppure funzionano, e anche
bene.
Pur con caratteri diversi, queste due moto confermano la loro essenza di
sportive facili e sfruttabili da tutti. I CV ci sono, ma vengono erogati
con dolcezza e la trasmissione finale a cinghia aiuta questa sensazione,
smussando i toni anche negli apri/chiudi di gas. Alla fine gli dai tutto
il gas e ne vorresti anche un po’ di più, perché pensi che tutto sommato
non stai andando chissà quanto forte e invece scopri che la moto fa tanta
strada in percorrenza di curva, è agilissima e sul dritto la velocità c’è.
Dove pecca, specialmente la moto della Numero Uno è nella frenata: appena
sufficiente come potenza, soffre però di un notevole allungamento della
corsa della leva e degli spazi di arresto.