30 July 2009

Special: sfida a Monza tra due Buell 1125 R dell’Italiano Supertwins

Proviamo le due Buell preparate dalla concessionaria Numero Uno di Milano, con cui corre Max Temporali, e dalla Harley-Davidson Italia, affidata al polso di Luca Pedersoli. Quest’ultima è qualla che cambia maggiormente rispetto alla serie, perché è stata sviluppata in stretto rapporto con Buell America. Tuttavia, su entrambe motore e ciclistica non sono stati stravolti, ma semplicemente messi a punto per spremere fino in fondo il carattere rcing della supersportiva Buell, che già come la si acqu

DUE BUELL RACING






DUE BUELL RACING
Non ci saremmo mai aspettati di vedere andare così forte la Bell 1125R in gara, in una categoria, la Supertwin, molto combattuta. E non pensiate che gli ottimi risultati in pista di Max Temporali e Luca Pedersoli siano dovuti a moto iperpreparate, lontane anni luce dalla moto di serie. Tutt’altro, perché le loro 1125R sono incredibilmente “originali”. Un dato su tutti: 135,6 CV alla ruota per la moto che acquistate dal concessionario, poco più di 131 CV per queste due da gara... Di moto da corsa con meno potenza del “dichiarato” dal preparatore ce ne capitano spesso, ma è la prima volta che il preparatore dichiara, e il nostro banco conferma, che ci sono 2 CV in meno della moto di serie... “Gli interventi al motore sono stati minimi” ci dicono. Per fortuna, aggiungiamo noi. Il motore è rimasto praticamente di serie. Cambiano infatti solo il terminale di scarico e la centralina. La trasmissione è quella standard, non solo nei rapporti interni del cambio, ma anche nella finale. Per diminuire il calore eccessivo sviluppato dal motore, sono state fatte molte modifiche ai passaggi d’aria interni tra cupolino e convogliatori per ventilare il più possibile i radiatori.

H-D ITALIA





H-D ITALIA
Un componente derivato dalla corsaiola XB-RR è il disco anteriore, con tanto di pinza, un pezzo pregiato che permette di migliorare molto la potenza frenante, anche se rimangono in parte i problemi di surriscaldamento. Al posteriore troviamo un disco Braking, sempre da 240 mm, ma che permette lo smontaggio della ruota senza l’obbligo di estrarre la pinza freno. Altri componenti ripresi dalla XB-RR sono i cerchi in magnesio, molto più leggeri degli originali. Sempre per migliorare la velocità di inserimento, è stato alzato il baricentro. Questo è stato ottenuto in due modi: sostituendo lo scarico sotto-motore con uno molto più leggero e posizionando le zavorre sotto la sella. La 1125R ha quote ciclistiche che la dicono lunga sulla sua notevole maneggevolezza: 1.387 mm di interasse, 21° di inclinazione del cannotto e soli 84 mm di avancorsa. Alzando il baricentro si migliora la rapidità di ingresso curva e si perde qualcosa nei cambi di inclinazione, ma partendo da una ciclistica iper-reattiva, il compromesso raggiunto è eccellente. Gli ammortizzatori sono stati sostituiti con degli Öhlins.Le sovrastrutture sono realizzate dalla Free Spirit e verniciate a stelle e strisce da quel “folle” artista che è Lucky di Kaos Design.

NUMERO UNO






NUMERO UNO
Rispetto alla moto di H-D Italia, quella di Max Temporali, preparata dalla Numero Uno di Milano, è ancora più vicina alla moto di serie. Anche qui c’è stato il problema, che poi non è un problema, di zavorrare la moto. L’approccio, però, è diverso rispetto alla moto di Pedersoli: qui si è preferito riportare più in basso e quindi vicino alla posizione originale, il baricentro, zavorrando la moto nella zona tra motore, scarico e pedane. Per farlo, sono stati fascettati alle staffette di fissaggio della vasca raccogli olio, i pesi di bilanciamento delle ruote...
Per le sospensioni vale lo stesso discorso fatto per la moto di H-D Italia.

SFIDA A MONZA






SFIDA A MONZA
In pista sembra di andare a spasso, tanto sono facili. Però i tempi vengono fuori e, in fondo al rettilineo di Monza abbiamo visto oltre 270 km/h sullo strumento. Questa 1125 R ci ha stupiti. Si inventa ciclistiche originali, con quote quasi inverosimili tanto sono compatte di interasse e “in piedi” di forcella, eppure funzionano, e anche bene. Pur con caratteri diversi, queste due moto confermano la loro essenza di sportive facili e sfruttabili da tutti. I CV ci sono, ma vengono erogati con dolcezza e la trasmissione finale a cinghia aiuta questa sensazione, smussando i toni anche negli apri/chiudi di gas. Alla fine gli dai tutto il gas e ne vorresti anche un po’ di più, perché pensi che tutto sommato non stai andando chissà quanto forte e invece scopri che la moto fa tanta strada in percorrenza di curva, è agilissima e sul dritto la velocità c’è. Dove pecca, specialmente la moto della Numero Uno è nella frenata: appena sufficiente come potenza, soffre però di un notevole allungamento della corsa della leva e degli spazi di arresto.

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