Sicurezza: addio ai guardrail assassini
Sicurezza: addio ai guardrail assassini
L’Anas ha annunciato l’avvio della
nuova barriera di protezione stradale “ANAS H2 Bordo Laterale–SM”, in
cui SM sta per “salva motociclisti”, che potrà essere fabbricata da tutti
i costruttori che abbiano le attrezzature certificate in Qualità EN ISO
9001 o 9002. Cliccando il bottone in basso alla foto trovate l'allegato
.pdf del documento Anas.
La progettazione della nuova barriera è stata eseguita dal Centro Sperimentale
di Cesano dell’Unità Ricerca ed Innovazione dell’Anas, diretto dall’ingegner
Eleonora Cesolini, e tutte le prove di crash test tradizionali TB11 e TB51
(autovetture e autobus), oltre a quelle sui manichini motociclisti, sono
state eseguite nella pista AISICO di Anagni, certificata ISO 17025.
Soddisfatto il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci per l’importante traguardo
raggiunto: “Insieme allo sforzo prodotto per migliorare la disponibilità
di infrastrutture nazionali, l’Anas - attraverso le sue strutture di ricerca
ed innovazione - ha posto l’accento sul miglioramento della gestione della
rete esistente, individuando criteri, azioni e attrezzature specializzate
ispirate alla più avanzata tecnologia stradale, a servizio del miglioramento
della sicurezza attiva e passiva delle strade esistenti. Per primi in Italia
abbiamo pensato anche ai motociclisti nella progettazione di un dispositivo
di sicurezza, in modo da contribuire a ridurre la mortalità degli incidenti
per questa categoria di utenti. L’installazione delle nuove barriere potrà
avvenire progressivamente sulla nostra rete”.
Il nuovo approccio usato dall’Anas per una barriera più sicura e legata
al contesto stradale, è rappresentato da un controllo nelle prove di crash
test, oltre a quelli prescritti dalle norme vigenti, anche su manichini
antropomorfi dotati di sensori per la protezione dei motociclisti, che
negli ultimi anni hanno registrato un aumento di feriti e morti dovuti
all’urto sulle barriere tradizionali in acciaio.
Inoltre, si è pensato al contenimento dello spostamento che la barriera
subisce in seguito all’urto, per ridurre lo spazio necessario al suo
funzionamento.
Le barriere di sicurezza attualmente disponibili sul mercato, infatti,
richiedono uno spazio a margine della carreggiata costoso o non sempre
disponibile, come nel caso delle strade non ammodernate, che può costituire
il presupposto per protezioni inadatte ad urti al di sopra di una certa
velocità. A questo aspetto si aggiunga una differenziazione per la sicurezza
totale di tutti gli utenti della strada; si pensi, ad esempio, agli effetti
di barriere a paletti separati sui motociclisti.
Le nuove barriere “salva motociclisti” comportano maggiori quantità di
acciaio e quindi maggiori costi, che allo stesso tempo vengono ridotti,
in termini complessivi, dal minor spostamento durante l’urto, che consente
la riduzione dello spazio necessario per il funzionamento della barriera
stessa. Per l’ente gestore della strada, quindi, il costo globale ha un
valore tale che la maggior sicurezza si ottiene oggi con costi minori rispetto
a quelli delle soluzioni attualmente in uso.
Un’ulteriore e sostanziale riduzione dei costi effettivi si ottiene, infine,
con un’altra caratteristica innovativa della nuova barriera dell’Anas,
che permette l’omogeneizzazione dei distanziatori nelle diverse classi
di resistenza delle barriere, in modo che i pezzi di ricambio siano tutti
uguali. Questa prerogativa fondamentale delle nuove barriere di sicurezza
dell’Anas è in corso di brevetto ed è quella che ha richiesto il maggior
sforzo creativo. Consiste in un distanziatore composito i cui elementi
principali di resistenza sono un cerchio in nastro di acciaio sagomato
“a testa di gatto”.