ACEM e UE: “Strategia anticrisi e nuova normativa contro le importazioni del low-cost asiatico”
Acem e ue: “strategia anticrisi e nuova normativa contro le importazioni del low-cost asiatico”
Bruxelles (BELGIO) 2 febbraio 2010 – Una strategia comune per
affrontare
la crisi che affligge le vendite: è ciò su cui stanno lavorando insieme
i rappresentanti delle Istituzioni politiche europee, i vertici delle Case
costruttrici e i manager del settore moto e scooter. Si sono riuniti lo
scorso 28 gennaio nella sede belga dell’ACEM, l’Associazione Europea
dei Costruttori di Moto, avendo rilevato un crollo del mercato nell’ultimo
trimestre del 2008 e una perdita complessiva del 25% in tutto il 2009.
La drastica diminuzione degli acquisti di moto da parte dei consumatori
ha costretto i Costruttori a ridurre la produzione, con conseguenze sullo
stato di salute delle aziende ed effetti che ricadono sull’occupazione.
L’intero indotto delle due ruote motorizzate muove in Europa un capitale
medio annuo di 34 miliardi di euro e vale 150.000 posti di lavoro. A mettere
in crisi questa filiera contribuiscono le sempre più voluminose importazioni
di veicoli low-cost dai Paesi dell’area asiatica. L’ACEM e i
politici
si stanno quindi muovendo verso la stesura di una normativa più restrittiva
sulle omologazioni dei mezzi, in modo tale da contrastare il fenomeno delle
importazioni selvagge.
In particolare, con le nuove norme, l’Unione Europea introdurrà, fra i
requisiti che deve avere un veicolo, limiti più severi sul tema del rispetto
ambientale (riduzione delle emissioni inquinanti dei motori) e della sicurezza
stradale. Per quanto un atteggiamento di questo tipo possa comportare un
incremento dei costi di produzione, i Costruttori, in linea con la strategia
di crescita dell’economia (DPEF) decisa della UE da oggi fino al 2020,
intendono mantenere i loro piani industriali. L’ACEM sta facendo pressione
sui burocrati affinché si giunga presto ad un disegno normativo definitivo
che includa l’obbligo da parte delle aziende di concentrare gli
investimenti
nell’area europea.
Il presidente di Ducati Gabriele del Torchio ha inoltre sottolineato la
necessità impellente di fondi europei per il sostegno alla domanda, misure
anticrisi simili agli incentivi governativi ma promosse dalla UE. Gli
Euroincentivi
sono necessari perché l’industria europea possa mantenersi fra le prime
a livello mondiale appena saranno definite le nuove leggi e la strategia
di ripresa.
Giacomo Mattinò, capo della Divisione Automotive di DG Enterprise, ha
specificato
che, nel piano atteso dai membri dell’ACEM per il prossimo aprile, sarà
incluso un tempo di adattamento della produzione ai nuovi requisiti, per
non impattare troppo sui conti aziendali.
Bern Lange della MEP, che ha presieduto la riunione, è stato più cauto
nel dire che se si vogliono raggiungere determinati obiettivi comuni sarà
necessario un tempo di sviluppo adeguato e questo non potrà certo essere
breve. Perciò la normativa dovrà essere pensata a medio-lungo termine e
basata su un effettivo vantaggio, evidenziato dalle analisi di costo-beneficio.
Lange ha parlato anche di una semplificazione delle leggi. Sembra paradossale,
quando si chiede di introdurre nuovi requisiti di omologazione, ma,
probabilmente,
le parole “più semplice” erano riferite alle formalità burocratiche
da
seguire per poter portare un veicolo sul mercato, ferme restando le
caratteristiche
costruttive fissate dalla regolamentazione UE.
Infine l’ACEM fa notare che i suoi associati hanno già venduto veicoli
destinati a migliorare la mobilità urbana, come ibridi, tre ruote e mezzi
dotati di impianti frenanti ecologici. Il prossimo passo sarà fatto verso
l’elettrico, segmento in cui sono incentivati l’acquisto ed il
posizionamento
di stazioni di ricarica.