di Aldo Ballerini - 31 January 2024

Kawasaki: “Con la Ninja 7 Hybrid siamo lontani dai sistemi ibridi automobilistici”

Abbiamo intervistato Hidehiko Yamamoto, project leader Kawasaki, che ci ha parlato della Ninja 7 Hybrid, delle soluzioni tecniche adottate nel motore, delle differenze con i sistemi ibridi del mondo auto, delle difficoltà incontrate in fase di sviluppo…

Come mai una moto ibrida?

“Dal punto di vista tecnico la motorizzazione ibrida permette di offrire qualcosa in più a un motore endotermico, ma il motivo principale è legato alla ricerca di Kawasaki per arrivare alla neutralità delle emissioni di carbonio. Questo obiettivo, pensando al futuro, può essere raggiunto anche con l’ibrido, associando al motore elettrico l’endotermico alimentato a biocarburante. Il vantaggio dell’ibrido, almeno al momento, è che una moto puramente elettrica non riesce ad associare una batteria di peso ragionevole a una buona autonomia, mentre questa soluzione intermedia è adatta alla guida in città, a quella sportiva e anche ai viaggi sulle lunghe distanze. Questo grazie alla sinergia dei due motori”.

È un progetto totalmente nuovo o è ripreso dal mondo auto?

“Alcuni dei progetti automobilistici ci hanno ispirato, è naturale, e il nostro schema è simile a quello di alcune auto esistenti. In particolare abbiamo analizzato i sistemi delle numerose ibride di Toyota e delle Nissan mild ed e-Power. Ma il tutto è notevolmente ridotto in scala, quindi per quanto riguarda la nostra moto possiamo dire di essere lontani dalle soluzioni automobilistiche”.

Quali sono stati i punti più difficili affrontati in questo progetto?

“I punti cruciali sono due. Immagina di avere a disposizione un motore elettrico e una batteria adeguata da installare su una moto già completa con un motore endotermico, quindi con pochissimo spazio a disposizione per inserire elementi di determinato peso e ingombro. Per le prestazioni tutto dovrebbe essere grande, molto più grande e molto più pesante di ciò che può essere adatto all’applicazione su una moto, quindi il primo passo è stato miniaturizzare il più possibile il sistema per assicurare prestazioni utili e ridurre il peso, ma è comunque difficile contenerlo per un sistema così complesso”.

In effetti la moto pesa più di una 450…

“È vero, ma quando si guida non lo senti, la Ninja 7 Hybrid è facile da manovrare, veloce in curva e nei cambi di direzione. Questo perché abbiamo svolto molto lavoro per ottenere questo obiettivo, per organizzare il layout della parte elettrica, motore e batteria, in modo molto compatto, centralizzando le masse e curando la posizione del baricentro. L’altro punto critico è la complessa gestione dell’insieme motore endotermico, elettrico e batteria. Come si può immaginare i due motori si devono supportare sempre e ci sono delle notevoli differenze nel numero di giri dell’uno e dell’altro. Farli lavorare al meglio è quindi molto complesso e, per questo, la centralina di controllo ha una programmazione davvero unica, un software molto complesso che deve gestire tutte le situazioni della guida e i diversi riding mode”.

È stato un problema assicurare il raffreddamento della batteria?

Quando si usa l’eboost il lavoro del motore genera molto calore nella batteria e quindi deve essere ben raffreddata, tanto più che è sotto la sella. Abbiamo usato un sistema di circolazione dell’aria con una canalizzazione dedicata e un estrattore nella zona posteriore per assicurare un flusso molto importante. I motori invece sono raffreddati a liquido, con un circuito a due radiatori”.

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