18 May 2010

"Occhio alla moto": è la nuova campagna sulla sicurezza stradale promossa dalla Provincia di Milano con ANCMA

Confindustria e Provincia di Milano hanno unito le forze per promuovere la sicurezza degli utenti delle due ruote. Ecco quanto è emerso dalla conferenza di presentazione.

"occhio alla moto": è la nuova campagna sulla sicurezza stradale promossa dalla provincia di milano con ancma

Milano 18 maggio 2010 - Maggiore attenzione ai motociclisti: è questo il centro della nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale promossa da Confindustria ANCMA e Provincia di Milano. Nella Sala Giunta di Palazzo Isimbardi a Milano, sede della Provincia, l’assessore Giovanni De Nicola ha ospitato il presidente Confindustria ANCMA Corrado Capelli per esporre l’iniziativa “Occhio alla moto”. Il presupposto di questa campagna nasce da sconcertanti dati statistici: nel 2008 in Italia, sono morti 1.461 motociclisti e scooteristi, cioè il 30% del totale degli incidenti stradali. Scorrendo ancora le statistiche, si scopre che nel 70% di questi incidenti sono coinvolte moto e auto, perché i motociclisti non sono correttamente percepiti dagli automobilisti. “Quindi ben vengano i sistemi di sicurezza attiva (ABS, Traction Control) e passiva (casco, paraschiena, protezioni) per le moto, ma soprattutto va incentivata l’educazione stradale e la consapevolezza dei rischi della strada, da parte di tutti gli attori del traffico, a due e a quattro ruote”. È questo il pensiero dell’assessore De Nicola che, da motociclista esperto, è ben consapevole dei rischi che si corrono quando si è in sella in mezzo al traffico: “Chi è sia motociclista, sia automobilista, è molto più attento agli altri utenti della strada anche quando è al volante rispetto a chi invece si sposta solo in auto”. A sostenere la sua tesi è Corrado Capelli, che ha aggiunto: “L’abbigliamento protettivo, indispensabile per ridurre i traumi dovuti ad incidenti in moto, svolge anche la funzione di accrescere la visibilità di chi viaggia su due ruote: per questo ribadiamo la richiesta di detassare l’acquisto di capi tecnici e indumenti specifici per favorirne al massimo la diffusione”. Diffusione che deve essere volontaria, sostengono alcuni, e non obbligatoria, come invece vorrebbero altri. Su questo argomento è intervenuto, in videoconferenza da Roma, anche l’On. Mario Valducci, Presidente Commissione Trasporti della Camera, che segue in prima persona il Disegno Di Legge sulla Sicurezza Stradale da poco approvato al Senato: “Infrastrutture, visibilità ed educazione sono argomenti fondamentali che devono essere affrontati con urgenza per ridurre il numero delle vittime della strada, specie motociclisti e scooteristi. L’Unione Europa richiede una diminuzione drastica, pari al 50%, degli incidenti mortali e il DDL in discussione punta proprio a questo obiettivo. Ma perché l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti sulle nostre strade, occorre che l’iter di approvazione si concluda presto. I dati statistici su cui si basano i nostri studi e osservazioni sono vecchi di due anni: ci basiamo su statistiche del 2008, ma siamo già a metà del 2010 e, pur lavorando molto e su diversi fronti, il numero di incidenti mortali è ancora allarmante”. Negli ultimi otto anni, infatti, il numero degli incidenti in cui sono state coinvolte le moto è cresciuto del 40%. Solo i cinquantini hanno fatto registrare un calo: dal 2000 al 2008 il numero delle vittime in sella a ciclomotori è sceso del 56%. Un dato positivo, ma non certo incoraggiante. “Resta ancora molto da fare, anche e soprattutto sul piano delle infrastrutture – aggiunge Corardo Capelli - che, per progettazione inadeguata e manutenzione carente, rappresentano una seria minaccia per chi viaggia in moto e in scooter”. Insomma: istituzioni, enti e associazioni sono tutti uniti con un unico obiettivo: elevare la sicurezza di noi motociclisti lavorando su più fronti. Prevenzione (sicurezza attiva e passiva, visibilità, infrastrutture) e soprattutto educazione, che deve partire dalle scuole, dai ragazzi che sono i motociclisti e gli automobilisti di domani.

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