BMW R1250 GS Adventure

KTM è giunta alla fine?

No, questa non è la fine di KTM. C’è molta benzina nel serbatoio. Ci sono molte persone che lavorano duramente ogni giorno, per fare ancora meglio. Abbiamo messo in pratica una trasformazione”. Florian Kecht, Chief Sales Officier nel Board of Directors fa il punto sulla situazione del Gruppo Austriaco. Ma prima, facciamo un breve riepilogo. Già nel 2023 si potevano intravvedere le prime crepe per il gruppo Pierer (che controlla tra gli altri KTM, Husqvarna, GasGas e MV Agusta), con un fatturato cresciuto del 9,2% a 2.661,2 milioni di euro (l’anno precedente era di 2.437,2 milioni), ma un utile operativo prima degli oneri finanziari e delle imposte (EBIT) sceso del -32% a 160 milioni di euro (nel 2022 ammontava a 235,3 milioni). Con queste premesse, e previsioni di vendite non rosee, il 2024 si preannuncia come un altro anno complicato per il Gruppo.

Sono circolate addirittura voci che il Gruppo sia vicino al fallimento, che KTM stia per chiudere, che l’Azienda voglia far piazza pulita dei concessionari, che voglia ritirarsi dal motorsport… insomma, in questi mesi se ne sono sentite di tutti i colori. Così abbiamo voluto far chiarezza sulla questione e, approfittando di una nostra visita nelle stanze più segrete KTM di Mattighofen dove abbiamo potuto vedere, toccare con mano e addirittura provare numerosi nuovi modelli che arriveranno da qui al 2026 (tutto top secret, possiamo solo dirvi che c’è molta carne al fuoco), abbiamo ascoltato le parole di Florian Kecht, Chief Sales Officier nel Board of Directors, che ha voluto far luce sulla situazione.

Florian Kecht, Chief Sales Officier nel Board of Directors

Stiamo attraversando un periodo molto difficile come azienda. Non possiamo nasconderlo. Comunque, vorremmo annunciare pubblicamente come stiamo andando e come si sta sviluppando la nostra attività. Abbiamo avuto un anno molto duro. Abbiamo registrato vendite per poco più di un miliardo. In calo del 27% rispetto al primo semestre del 2023. Un calo dei ricavi in ​​tutti per tutti i nostri marchi, tutti i nostri segmenti, tutti i nostri mercati. Abbiamo anche annunciato che alla fine dell’anno avremo una perdita di quasi 200 milioni di euro. Ma noi siamo un’Azienda che ama il rischio, ama la competizione. E viviamo ogni giorno competendo con i migliori del settore. Quindi per noi uscire allo scoperto e dimostrare, sì, che abbiamo fatto peggio degli altri, è dura. Tuttavia, bisogna leggere anche le informazioni aggiuntive per avere un’idea più chiara del perché ci troviamo in questa situazione.

Parte di questo risultato deriva dal business delle bici, a anche, una grossa fetta, 78 milioni di euro, deriva anche dalla divisione moto. Non possiamo nasconderlo. Ma allo stesso tempo siamo come sempre fiduciosi della nostra capacità di cambiare le cose. Il prodotto è ancora incredibile. I marchi sono ancora forti. L’impegno dei proprietari c’è ancora, l’impegno degli azionisti pure. E il fatto che stiamo attraversando un periodo difficile non dovrebbe mettere in discussione il nostro programma per il futuro. È una situazione spiacevole, ma totalmente gestibile.

Quindi, nel in cui qualcuno ancora se lo chiedesse, è questa la fine di KTM? No, questa non è la fine. C’è molta benzina nel serbatoio. Ci sono molte persone che lavorano duramente ogni giorno, per fare ancora meglio domani. Questo risultato per noi non è stato una sorpresa. Già alla fine del 2023 ci era già chiaro che avremmo dovuto cambiare direzione se non avessimo voluto danneggiare i marchi e mettere l’Azienda in una situazione davvero pericolosa.

All’inizio del 2024, abbiamo messo in pratica una trasformazione, allontanandoci dalla ricerca della crescita, per tornare a essere premium, come eravamo soliti essere. Ovvio che dopo anni di crescita al 7, 8, 9, 10, 11% ritrovarsi in una situazione in cui la crescita non è più l’obiettivo primario non è facile, ma si tratta di un grande cambiamento culturale che dobbiamo implementare. E non avviene da un giorno all’altro. Ma il mio primo messaggio che voglio lanciare è che la trasformazione è iniziata, è in arrivo.

Il primo passo è ridimensionare l’attività, riportare l’offerta in equilibrio con la domanda. Stiamo riducendo la quantità di moto prodotte in Austria, di quasi il 40% in un anno, per assicurarci che non ci sia un eccesso di disponibilità di prodotto, sia esso KTM, Husqvarna o GASGAS. Vogliamo tornare ad una situazione in cui, si spera, ci sarà un modello o un prodotto in meno disponibile rispetto alla domanda del mercato.

Parte della confusione che circola era anche legata a dove produciamo le moto. Ma ancora una volta, andiamo ai fatti. Se consideriamo la produzione globale di quest’anno, circa 250.000 moto, solo 12.000 di queste,sono prodotte in Cina. Due modelli, su circa 200 che produciamo arrivano dalla Cina, sono la 790 Duke e la 790 Adventure. E questa non è una cosa di cui vergognarsi, perché questi modelli sono prodotti con cura dal nostro partner di CFMOTO. E non c’è alcuna intenzione di spostare nulla che sia ad alte prestazioni e premium fuori dall’Austria.

Passiamo poi ai nostri dealer, che sono la spina dorsale delle nostre vendite. Non abbiamo nessuna intenzione di andare diretti al consumatore, i concessionari stanno vivendo insieme e noi un momento difficile, in termini di eccesso di magazzino e di decrescita dei margini. Ma come li supportiamo nei momenti positivi, li appoggiamo anche in quelli negativi. Ecco che una grossa fetta della nostra liquidità, buona parte di quei 78 milioni che menzionavo poco fa, serve ad assicurarci che loro sopravvivano. Sono soldi investiti per attività di marketing, eventi, programmi racing… qualsiasi iniziativa studiata per far sì che i clienti continuino a varcare le loro porte”.

Circolano anche voci che KTM si stia ritirando dalle corse. Anche qui, niente di più sbagliato. KTM è sinonimo di corse. Da sempre. Ciò che è vero è che ci stiamo rifocalizzando. Penso che sia logico che, soprattutto quando le cose si mettono male, che dobbiamo salvaguardare il marchio KTM prima di tutti gli altri. Ci concentriamo, quindi, e puntiamo i riflettori al marchio KTM prima di qualsiasi altro. L’anno prossimo vedrete quattro KTM in MotoGP. Ma non è perché non vogliamo gestire o non possiamo permetterci di gestire una squadra con un altro dei nostri brand, è perché vogliamo rompere il dominio Ducati con una KTM. Quindi è un’intenzione strategica, non una necessità finanziaria, rifocalizzare le nostre attività nelle corse.

E inoltre, considerate altri due aspetti. Se dovessimo mantenere lo stesso impegno con tutti e tre i nostri marchi nelle corse, indipendentemente dalla categoria, semplicemente non ci sarebbero abbastanza piloti per nutrire tutti e tre i marchi con futuri campioni. Non ha alcun senso. Quindi dobbiamo pensare strategicamente a quali marchi utilizzare per quale scopo nelle attività di corse globali.

E poi c’è un secondo pensiero di cui volevo parlarvi. Noi spendiamo circa 100 milioni all’anno in attività racing, e se mettiamo questa cifra in proporzione al fatturato, credo non ci sia un’azienda al mondo più impegnata di noi nelle corse. Se uscissimo di scena, cosa resterebbe? Quindi, per dirla tutta, finché siamo qui, siamo qui per vincere. E siamo qui per far brillare i nostri piloti e i nostri prodotti.

E questo le vedrete ad Eicma, dove abbiamo deciso di tornare in forma ufficiale, con lo stand più grande che abbiamo mai avuto e dove porteremo ben 22 nuovi modelli. Ribadisco, quindi, questa non è la fine di KTM. Manterremo in vita il brand. Ignoriamo le voci sbagliate che circolano su di noi, ignoriamo le sciocchezze“.

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