Motociclismo

Motociclismo / ottobre 2021 54 attualità attualità INCHIESTA CONSEGNE IN RITARDO – I CONCESSIONARI Il 40% delle moto non sarà nelle mani di chi le ha ordinate prima del 2022 a causa della crisi di logistica e microchip. E per la metà di queste non esistono tempi definiti. Abbiamo simulato l’acquisto dei modelli più venduti: se non si ha la fortuna di trovarli in pronta consegna bisogna rassegnarsi ad aspettare. Meno incertezze per le europee, con KTM in testa LA LUNGA ATTESA di Aldo Ballerini S ul numero di Motociclismo di agosto abbiamo svolto un’inchiesta sui ritardi delle consegne delle moto, che come sappiamo - e molti hanno subìto - dipendono dalle difficoltà generate dalla pandemia, carenze delle materie prime, dei semilavorati e dalle difficoltà dei trasporti. In quell’occasione abbiamo raccolto le dichiarazioni delle Case inerenti a questo tema; oggi invece ci mettiamo dall’altra parte, quella del cliente che va in concessionaria a cercare una moto, perché un conto sono i proclami, un altro la realtà. Attenzione però: non siamo partiti pensando di aver raccolto dichiarazioni ufficiali fin troppo ottimistiche e poco sincere per non “disturbare” il mercato, perché oggi il problema principale è ancora la grande incertezza sulla produzione e sui trasporti, per quanto riguarda sia il presente sia il futuro, situazione che rende quindi molto difficile fare delle previsioni. IL MERCATO VA FORTE Prima di scendere nel dettaglio ricordiamo i punti principali che sono alla base dell’attuale situazione. Il mercato di moto e scooter continua correre a due cifre: secondo i dati forniti da ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori ) nei primi otto mesi del 2021 ha segnato un aumento complessivo di oltre il 31% rispetto allo stesso periodo del 2020 (penalizzato dal lockdown dovuto all’emergenza Covid). Ma anche nel più significativo confronto con il 2019 il dato è ampiamente positivo: con ben 227.467 mezzi targati nei primi otto mesi di quest’anno l’aumento del mercato è del 17,4%. Questo risultato è dovuto, rispolverando il vecchio detto che riguarda la moto, alla “voglia di libertà” che abbiamo provato dopo tanti mesi chiusi in casa e senza eventi ai quali partecipare fisicamente, ma nel conto ci va anche il boom della mobilità individuale, per i motivi di sicurezza che ben abbiamo in mente, che ha richiamato nelle concessionarie un gran numero di motociclisti e scooteristi, nuovi e di ritorno. È un risultato talmente positivo da sorprendere tutti, Case motociclistiche comprese, che avevano pianificato la produzione su numeri più prudenti; se a questo aggiungiamo le difficoltà prima citate dovute alla pandemia, capiamo bene come mai oggi sia più difficile trovare dal concessionario la moto che desideriamo. SIAMO TUTTI PENALIZZATI Oggi la produzione di una moto o di uno scooter coinvolge sempre l’area asiatica, a volte per il 100%, a volte anche solo per qualche componente. Ed è per questo che anche le Case che sono meno dipendenti dalle forniture di quell’area soffrono della crisi delle materie prime e dei componenti. Attualmente il punto dolente riguarda in particolare la fornitura della componentistica elettronica: se manca anche un semplicissimo microprocessore che regola, per esempio, il tachimetro, la moto non è completa e quindi non esce dallo stabilimento. Anche le Case motociclistiche che producono in Cina, e sono quindi più vicine a molti produttori di semilavorati e microprocessori, hanno dei problemi di approvvigionamento. Possono essere più o meno importanti a seconda del legame con la rete dei fornitori, ma la differenza sostanziale è dovuta alla pianificazione della produzione: se prima della crisi si è assicurata la presenza di tutta la componentistica e si sono prodotte molte moto, queste non saranno certo carenti nelle concessionarie. In questo caso però ci possono essere dei modelli più o meno “fortunati” a seconda della pianificazione, in termini numerici ma anche temporali. continua a pag. 61

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