BMW R1250 GS Adventure

Test 100% ARmatic, gli occhiali da cross top per rapporto qualità/prezzo

L’azienda californiana specializzata in maschere da motocross ha lanciato i nuovi ARmatic, un prodotto qualitativamente alto con un prezzo a cavallo dei 100 euro. Li abbiamo provati al Rocco’s Ranch

Nel fuoristrada in generale, ma nel motocross in particolare, l’occhiale è un accessorio molto più importante di quanto si possa pensare. Non si tratta solo di avere una buona o cattiva visibilità, ma di dover garantire un sacco di altre cose. Tipo: non deve appannarsi, deve essere traspirante, non deve irritare la pelle, non può far penetrare sudore, acqua, fango, polvere, detriti, deve essere ampio, assorbire le sassate che arrivano dalla moto davanti, ecc. Questo crea una netta catalogazione tra le aziende che producono prodotti di alta qualità e altre meno. Il mercato delle occhiali (o maschere, come preferite) è molto vario e offre prodotti di tutti i prezzi e tipologie. Diciamo che come ordine di grandezza prodotti di alta fascia sono tutti sopra (o a cavallo) dei 100 euro di listino.

Tra le aziende che si dividono la leadership del settore in tutto il Mondo c’è sicuramente 100%; l’azienda di San Diego, con radici francesi, offre ben 4 diversi modelli in gamma, dal top ARmega, il nuovo ARmatic, Accuri e Strada. Oggi mettiamo alla prova l’ARmatic che arriva a sostituire il precedente Racecraft (non più in gamma) e si presenta come uno dei prodotti più interessanti per rapporto qualità/prezzo. A listino spazia dai 95 euro delle colorazioni base con lente trasparente ai 105 euro delle grafiche più elaborate con lente cromata. La nuova ARmatic si posiziona sotto ARmega (che costa dai 129 ai 139,90 euro) per alcuni dettagli costruttivi, ma ne riprende il design e la tecnologia di base, diventando quindi una validissima alternativa per chi cerca un occhiale di alta fascia, dal prezzo più accessibile.

Le componenti in comune tra l’ARmega e l’ARmatic sono molteplici: per esempio le lenti stampate in 3D, il rivoluzionario sistema di cambio lenti a sgancio rapido integrato nella montatura (vedi foto sotto), la forma, i materiali del telaio monopezzo, le lenti a strappo, il rolloff. A differenziare i due prodotti troviamo il paranaso non removibile sulla ARmatic e un disegno della spugna superiore senza aperture, con un flusso di areazione interno probabilmente meno efficace e l’elastico da 48 mm invece di 50 mm. Per il resto, ARmatic è identico. E lo abbiamo messo alla prova.

Il sistema di sgancio della lente aperto e chiuso

Il test si è svolto sul mitico Rocco’s Ranch, tracciato super famoso sui social all’interno del comprensorio del circuito Montmelò alle porte di Barcellona. La ciliegina sulla torta è stata quella di condividere la giornata e la pista con atleti 100%, piloti del calibro di Gautier Paulin, Billy Bolt e Ivano Van Erp.

Nonostante fosse estate e in Catalogna non piovesse da diversi mesi, il giorno della prova si è abbattuto un noioso e interminabile temporale, che ci ha costretto a girare sotto la pioggia e con il fango. Se da un lato questa condizione ci ha un po’ rovinato la giornata, dall’altro ci ha permesso di mettere alla prova la ARmatic in una condizione difficile, cioè pioggia, fango, umidità. Cominciamo col dire che il primo impatto è super positivo. L’occhiale è molto bello da vedere, ha un design riconoscibile, colorazioni che accontentano tutti, un bell’elastico ampio con il logo 100% in 3D, dettagli molto curati. Indossandolo se ne apprezza la leggerezza e l’ampio campo visivo. Con la lente trasparente non sembra quasi neppure di indossarli. E poi sono super rigidi, solidi, difficili da piegare con le mani; una caratteristica per me fondamentale negli occhiali da cross.

Entriamo in pista si confermano le prime sensazioni. Le leggerezza del prodotto li rende molto piacevoli da indossare, la visibilità è ottima, non si avverte nessuna distorsione. La pista è tosta, scivolosa, piena di insidie e in questa situazione una lente nitida è importantissima. Dopo qualche giro ho iniziato ad accusare un po’ la forma della spugna a contatto con la pelle; piacevole, ma un po’ piccola soprattutto nella zona del naso, con una sensazione di contatto con le narici migliorabile.

Finito il turno ho iniziato a sudare per l’alto tasso di umidità e ho tenuto volutamente gli occhiali sul casco, per capire se si potessero appannare. La prova è perfettamente riuscita, perché solo dopo una decina di minuti ho iniziato a vedere le prime gocce di umidità sull’interno della lente, ma a quel punto con altri occhiali avrei già accusato un forte appannamento. Sotto l’immagine dopo 10 minuti con indosso gli occhiali da sudato.

Da metà pomeriggio in poi la pioggia ha smesso di cadere e il fondo si è asciugato in fretta. Cosa che ci ha permesso di sfidarci in un’improbabile confronto con le pitbike nel circuito di flat track. Se non altro un modo per continuare a provare la ARmatic. Anche in questa circostanza, cioè con clima più secco e zero pioggia si confermano le caratteristiche sopra descritte, quelle di un prodotto valido in tutte le situazioni, con l’unico neo di avere la curva della spugna nella zona del naso troppo stretta. Ma, è bene ricordarlo, l’occhiale è un prodotto molto soggettivo e la sua fortuna dipende dall’abbinamento con il tipo di casco e con la fisionomia di chi lo indossa, soprattutto per il naso. Basandoci, quindi, sulle qualità oggettive, il risultato è quello di un occhiale solido, rigido, molto leggero, dall’ampio campo visivo e che non tende ad appannarsi. L’ARmega resta il top di gamma, ma con questo ARmatic… eh, è una bella sfida.

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