Itinerario sulle strade che abbracciano laghi, terre vinicole e montagne, con due proposte di tracciati adatti ad ogni genere di guida, dalla più sportiva alla più rilassante, sul percorso che congiunge Verona al valico con l’Austria. SEGUE...
Oasi di natura
OASI DI NATURA Il consiglio doc è questo: qualunque sia la vostra meta
verso nord, se prevede di percorrere l’autostrada del Brennero,
programmate
qualche giorno in più, poi, una volta in viaggio, a Verona mettete la freccia
a destra, uscite dalla A22 e preparatevi a un gustoso quanto alternativo
saliscendi di passi, curve e panorami, mantenendo la mira sul valico
italo-austriaco
ma per vie minori. Andate alla ricerca dei paesaggi più belli ma anche
di qualche classica rotta dei motori. E se una meta verso nord non ce
l’avete,
poco male, questo stesso itinerario è già di per sé un’eccellente scusa
per segnare sul calendario una bella crociera su due ruote, di poco più
di 450 km, nel ricco mare del Trentino Alto Adige. Ma riprendiamo dalla
freccia a destra sulla A22, a Verona, da dove con A4 o S11, si raggiungono
Peschiera e poi Garda, tanto per regalarsi subito qualche bella vista lago,
poi si salutano traffico e torpedoni, perché con qualche colpo di gas deciso
si arrampica fino a Caprino Veronese, sulle prime pendici del monte Baldo,
oasi di natura integra.
Inatteso mondo alpino
INATTESO MONDO ALPINO In direzione di Spiazzi, la strada si fa ampia
e le curve veloci, per lo più a raggio costante, con doppio guardrail (a
primavera si disputa una prova del trofeo della montagna per auto). È un
baleno di marce lunghe che preannuncia l’arrivo di un inatteso mondo
alpino:
improvvisamente la carreggiata si restringe, mentre i panorami si allargano
e, tra tornanti e pascoli, qualche mucca non si vergogna di attraversare
senza avvertire. Sotto gli oltre 2.000 del monte Baldo, il passo è a Cavallo
di Novezza, a 1433m slm, poco dopo un apprezzato e casalingo spaccio di
formaggi locali, intorno a cui basta una passeggiata per leggere nel terreno
tante tracce di trincee della Grande Guerra. L’asfalto ora si aggrappa
al fianco della montagna per un po’ di km, mentre di lato si apre, laggiù
in fondo, la valle dell’Adige, dove poi ci si getta in un agile e vivace
guida per Brentonico.
Rovereto e le curve del Bondone
ROVERETO E LE CURVE DEL BONDONE La sosta da non perdere è Rovereto,
graziosa e vivibile, ma preziosa anche solo per la nuova sede del Mart,
il Museo di Arte Contemporanea, che rilancia la vocazione del paese nativo
del futurista Fortunato Depero. Per andare a celebrare la superclassica
delle storiche sfide del motorismo trentino ci si indirizza per Ronzo Chienis,
vivacissima rotta, non a caso ben battuta da forze dell’ordine, per mirare
sul Bondone, montagna di Trento e cima di una gloriosa ed entusiasmante
salita (che noi percorriamo in discesa, ma niente impedisce di invertire
l’intero senso di percorrenza!) ad alta frequenza di curve.
Da Trento a Santa Messenza
DA TRENTO A SANTA MASSENZA In valle attende Trento che ha impegnato
gli ultimi due decenni nella rivalutazione del proprio centro storico.
L’opera è ben visibile: un salotto all’aperto tra strade selciate,
chiese
con rinnovato splendore, affreschi sulle facciate dei palazzetti signorili
e la ciliegina del possente castello del Buonconsiglio con le sue mostre
che sono eventi culturali. La sosta del motociclista, di solito assai sensibile
alla storia del volo, è al Museo Caproni che espone una ricca collezione
di aerei prodotti nella prima metà del ‘900. Dopo la fermata cittadina,
la SS45 si assume l’incarico di condurre in montagna, offrendo anche un
pregevole e alcolico stop a Santa Massenza, dove sono quasi più le distillerie
degli abitanti: obbligatorie le degustazioni di grappe.
Lago di Tovel, Cles e la Val di Non
LAGO DI TOVEL, CLES E LA VAL DI NON La SS421 riprende la direzione
nord, rasentando il territorio del Parco Adamello Brenta, le cui cime
occhieggiano
più di una volta tra le ampie e scorrevoli curve della strada. Una sosta
può essere il recinto, in verità piuttosto triste, dell’orso bruno nei
dintorni di Spormaggiore, ma più avanti la deviazione da non saltare è
per il lago di Tovel, specchio dell’intero gruppo Brenta. Un po’ di
traffico
ma la strada è scorrevole fino a Cles, la città del vescovo che portò lo
storico Concilio a Trento e ne volle la rinascita architettonica. Questa
è val di Non, zona di meleti che in stagione floreale non si limitano e
colorano l’intera valle di trionfali fioriture.
Area vinicola di Caldaro e Bolzano
AREA VINICOLA DI CALDARO E BOLZANO E’ un dolce guidare lungo
lago,
come nelle prime rampe del Passo Mendola, che sa far divertire, o nella
planata super-panoramica sull’area vinicola di Caldaro e Appiano. Cantine
ed etichette di pregio rubano la scena ai borghi mantenuti come piccoli
gioielli dove s’impara subito a dialogare di Chardonnay, Gewurztraminer,
Pinot, Sauvignon, Riesling, Cabernet, Merlot, piuttosto che di moto, pieghe
e così via. Difficile evitare il centro di Bolzano che pulsa nella sua
faccia più istituzionale in piazza Walther, mentre in quella più spontanea
e fresca in piazza delle Erbe dove il mercato ogni mattina porta gli agricoltori
della regione: non mancano le birrerie in stile austro-ungarico dove fermarsi.
Per la guida sportiva
PER LA GUIDA SPORTIVA Se siete a spasso soprattutto per guidare
smettete
di leggere e gettatevi su passo Palade, val Passiria, passo di Monte Giovo,
magari con rapida andata e ritorno in saliscendi sul passo di Rombo: non
esiste motard che si sia misurato con queste strade, senza poi parlarne
in termini entusiastici. Sorriso fisso per tutti già in frenata nel bellissimo
centro storico di Merano ma ancor più per il finale su Vipiteno.
Per la guida in relax
PER LA GUIDA IN RELAX Se invece siete in rilassante viaggio, allora
lasciate Bolzano verso est e da Auna di Sotto salite sul Renon per scoprire
un Bignami delle più classiche iconografi e alto-atesine tra baite, lariceti,
deliziosi balconi fioriti e ampi pascoli. La salita con gli impianti a
cima Lago Negro apre panorami dai crinali Alpini alle cime dolomitiche
e vale sicuramente la pena di farla. Da Auna di Sopra si scende in val
Sarentino, sempre su strade minori che mal si conciliano con pieghe ardite,
mentre il fondovalle scorre di più, passando tra il piccolo borgo omonimo
e il semplice castello a fianco. A Campolasta chi ha tempo non si pentirà
della salita al lago di Valdurna, gemma di paesaggi. In valle invece la
guida si fa più maschia, pur sempre di marce lunghe e motore in coppia,
verso il passo Pénnes e i suoi panorami sulle montagne di confine con
l’Austria,
dal Pan di Zucchero fino al Gran Pilastro.
Il valico
IL VALICO La discesa è ben più ritmata e gustosa e finisce anche troppo
presto su Vipiteno, manifesto di architettura altoatesina, ben difeso dalla
fortificazione gemella di castel Tasso e castel Pietra, dirimpettai, visitabile
l’uno, chiuso l’altro. Mancano ora solo una quindicina di km per il
fine
tappa della lunga galoppata, 15 km che s’intrecciano con la A22 in
direzione
del più basso, ma più importante, valico alpino verso nord-est tra Tirolo
e Alto Adige. Noto già ai romani, che lo resero carrabile, il Brennero
si vanta di aver assistito al passaggio di più di 60 imperatori tedeschi
nel medioevo, ma non è mai riuscito a tenere il conto dei motociclisti
nella era moderna.
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