I segreti della ciclistica della Suzuki GSX-8R

Il telaio della GSX-8R è lo stesso della sorella nuda GSX-8S: è realizzato con tubi e piastre di acciaio e sfrutta il motore come elemento stressato. Il telaietto è in tubi di acciaio, imbullonato. Il forcellone è a doppio braccio, in alluminio, misura 587 mm. L’inclinazione del cannotto di sterzo è di 25°, l’avancorsa è di 104 mm. L’interasse è abbondante, 1.465 mm. Le concorrenti sono generalmente più “corte”: l’interasse della Aprilia RS 660 misura 1.370 mm, quello della Honda CBR650R 1.450 mm, quello della Kawasaki Ninja 650 1.410 mm, quello della Triumph Daytona 660 1.425,6 mm e quello della Yamaha R7 1.395 mm.

Rispetto alla sorella nuda cambiano le sospensioni, con le unità Kayaba che lasciano il posto a delle unità Showa: la sospensione anteriore è una forcella “Big Piston” con steli di 41 mm di diametro, non regolabile; quella posteriore è composta dal forcellone e da un monoammortizzatore azionato tramite leveraggio, regolabile nel solo precarico molla. L’escursione concessa a entrambe le ruote è di 130 mm. Non è tuttavia l’unica novità: per la 8R la Casa ha pensato a due semimanubri in alluminio agganciati sopra la piastra di sterzo, al posto del classico manubrio da naked. Questi sono posizionati più bassi di 60 mm e più lontani dal busto di 6 mm rispetto al manubrio della 8S. Invariati i cerchi, in alluminio di misura 3,5x17” l’anteriore e 5,5x17” il posteriore, le gomme di primo equipaggiamento Dunlop Sportmax Roadsport 2 (120/70 e 180/55) e l’impianto frenante: davanti ci sono dischi di 310 mm di diametro con pinze Nissin ad attacco radiale a quattro pistoncini, dietro c’è un disco di 240 mm di diametro con pinza flottante Nissin a un pistoncino.