MotoGP Giappone, vincere a ogni “acosto”

A Motegi Acosta lotta per la vittoria nella Sprint ma poi cade. E a noi viene da dire: “Beh, dai, forse è meglio così”. Perché se la prima vittoria in carriera arriva in una Sprint, quanti la considerano importante?

Pedro Acosta è considerato un fenomeno, a livello di Valentino Rossi, Casey Stoner e Marc Marquez. È approdato alla MotoGP dopo appena tre anni di classi minori e, fin da subito, ha lottato per il podio, tra l’altro cadendo pochissimo, pur avendo una KTM e non una Ducati. Ci si aspettava che ottenesse la sua prima vittoria ad un’età inferiore rispetto al record di giovinezza detenuto da Marc Marquez. Non ce l’ha fatta, in più verso metà stagione ha conosciuto un periodo di flessione, ma poi si è ripreso, o meglio: è diventato velocissimo, ma finisce anche per terra. Nelle ultime cinque gare s’è sdraiato quattro volte!    

A Motegi ha ottenuto la pole position e poi, durante la gara, ha passato Bagnaia che era in testa, staccandolo. Io ero in giro in moto con i miei amici e stavo guardando la gara sul telefono. Ho detto: “Cavolo, sta per ottenere la sua prima vittoria in MotoGP… nella gara sbagliata”. Già, perché se vinci la Sprint non te la conteggiano nel novero delle vittorie totali. Ho sentito giornalisti autorevoli dire che Brad Binder, nel 2023, non ha vinto alcuna gara (ma ha vinto due Sprint); e che Alex Marquez non ha mai vinto in MotoGP (ma anche lui, nel 2023, s’è portato a casa due Sprint).

Per cui guardavo la gara, vedevo Acosta allungare e dicevo ai miei amici: “È un casino. Se questo vince ‘sta Sprint, cosa si dirà? Che è questa la sua prima vittoria nella classe regina? Quando un sacco di gente considera solo le gare della domenica, quelle lunghe il doppio?”. Come ho scritto altre volte, per me la Sprint vale quanto l’altra, anzi: col fatto che le gomme si consumano di meno, vengono fuori più i talenti puri rispetto ai piloti tattici e calcolatori. Ma erano le otto, i miei amici stavano facendo colazione con cappuccino e cornetti, di Acosta se ne sbattevano. Così lui è cascato, risolvendo nella maniera più spiccia il dilemma su come considerare la sua (prima) vittoria.

Pedro è caduto anche domenica, perdendo così il quinto posto in classifica generale. Le tre coppie che occupano i primi sei posti sono costantemente sul filo del rasoio: dopo la doppietta di Bagnaia, Martin  ha visto il suo vantaggio scendere a dieci punti. Marquez ha battuto Bastianini e adesso i due sono staccati di appena due punti. Infine, Binder ha scavalcato Acosta, ma anche tra loro due ci sono due miseri punticini. Viñales è settimo e solitario e poi ci sono quattro piloti in lotta per l’ottavo posto, separati tra loro di appena due punti: Morbidelli, Bezzecchi. Di Giannantonio ed Aleix Espargarò.

Nel frattempo, Ducati ha deciso che non darà a Bagnaia un nuovo telaio, come era previsto inizialmente, per fargli finire il duello con Martin ad armi pari. Ma ha anche tolto alle Desmosedici del ’23 un aggiornamento che le aveva rese più competitive nei confronti delle ’24, però allo stesso tempo più fragili, come dimostrato dalla rottura in gara patita da Marc Marquez in Indonesia. Martin, quindi, non verrà penalizzato come qualcuno malignava: nel senso che in Ducati piacerebbe senz’altro vincere il titolo con un italiano del team ufficiale, piuttosto che con uno spagnolo che passerà  in Aprilia e che corre con un team privato che passerà a Yamaha.

Già, Aprilia: pensate a quanto diversi devono essere gli stati d’animo dei due piloti che si stanno contendendo il titolo. Pecco Bagnaia ne ha già vinti due e se che, se dovesse perderlo quest’anno, nel 2025 il compito potrebbe essere più facile. Perché tre fortissimi piloti come Martin, Bastianini e Bezzecchi passeranno ad Aprilia e KTM, moto che finora si sono rivelate meno competitive rispetto alle Ducati. Martin quindi ha lo stato d’animo di chi sa che questa potrebbe essere l’ultima occasione per portarsi a casa il titolo ed è costretto a dare il massimo. Nel 2025 i piloti che avranno la stessa moto di Pecco saranno Marc Marquez e Fabio Di Giannantonio. Marc, lo abbiamo visto, ha ancora lo spirito dei giorni migliori ed è decisamente il migliore in condizioni di scarsa aderenza, in più avrà tra le mani la moto ufficiale, per cui è lecito aspettarsi che sarà lui il rivale diretto di Bagnaia. Sempre che, durante l’inverno, le altre Case non riescano a colmare il gap che ancora le separa dai missili bolognesi.

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