La guida è tra le più facili che si possa immaginare. La sella è bassa (780 mm da terra), abbastanza ampia e confortevole. Il manubrio vicino, le pedane rialzate il giusto. Solo le ginocchia non trovano adeguato spazio negli incavi del serbatoio, andando a superare con la rotula – anche chi non è lungo di femore – lo spazio disegnato dai fianchetti in gomma. Nonostante un interasse non proprio raccolto (1.440 mm) e un peso non proprio piuma (205 kg in ordine di marcia), la moto si gestisce in movimento senza problema alcuno. Le manovre anche a bassa velocità e nel traffico sono immediate e la guida sicura. Le ruote di grande diametro (19” ant. e 18” post.) non sono il massimo in termini di maneggevolezza, ma digeriscono bene asperità e piccole buche, aiutando in questo senso le sospensioni, tarate in ottica comfort, ma non proprio al top.
La forcella lavora bene e non affonda troppo, ma il posteriore è più rigido, ha davvero poca corsa e arriva presto a tampone. Due molle sotto la sella alleviano un po’ la schiena dagli scossoni, ma non fanno miracoli. A livello di agilità e handling, nulla da dire: un’avancorsa “svelta” consente di dribblare efficacemente le auto in colonna e di assaporare in sicurezza le curve fuoriporta. Il ritmo, certo, è tranquillo: il monocilindrico non è un portento di prestazioni. Tuttavia frulla bene, senza scossoni e con un sound pacato, ma piacevole. L’erogazione, per quanto regolare, ha un range limitato: sotto i 3.500 giri/min la spinta è davvero poco decisa; oltre questo regime va meglio, ma il “mono” ha il fiato corto e si addentra per un migliaio di giri/min entro la zona rossa (che inizia a 6.000 giri/min) prima di arrivare al limitatore.