Sabato va tutto secondo i piani e, purtroppo, anche la domenica
Che palle, Bagnaia è caduto di nuovo. E dire che sabato eravamo così contenti! La Sprint di Misano 2 s’è svolta con asfalto asciutto, quindi è andata come al solito: Bagnaia e Martin di un altro pianeta, Marquez che torna nel gruppo degli inseguitori. In pratica ai primi sei posti si sono piazzate le tre coppie che stanno lottando per il primo, il terzo e il quinto posto. E in ciascuna coppia ha prevalso quello che in classifica sta dietro, quindi Bagnaia ha battuto Martin, Bastianini ha preceduto Marquez e Acosta ha avuto la meglio su Binder (spero che apprezziate le mie acrobazie per non scrivere “battuto” quattro volte). Tutto ciò ha accorciato leggermente la classifica. Ecco, sinceramente della Sprint non mi viene da scrivere altro. Ma la gara lunga? Mannaggia, la gara lunga!
Allora, ero a Rimini alla Transitalia Marathon e mi sono messo a guardare la gara sullo smartphone. Si è aggregato un amico che, per quanto appassionatissimo di moto, non segue la MotoGP. Allora gli ho spiegato che cosa stava succedendo. “Vedi? In partenza Bagnaia e Martin sono velocissimi. E Pecco li fa spesso, questi sorpassi fighissimi alla prima curva”. L’italiano s’è così piazzato in testa e s’è messo subito a tirare. Ma ho spiegato al mio amico che “spesso Bagnaia, dopo essere passato in testa, si fa superare da due o tre piloti per risparmiare le gomme. Tu pensi che sia finito, invece nel finale gli altri calano e lui rimonta”. Questo perché è un freddo e cinico calcolatore, dal cuore di marmo. Non si fa prendere dall’eccitazione, quando vede che gli altri lo staccano. Anzi, si siede sul fiume e aspetta che passino i cadaveri dei suoi rivali. E infatti, dopo qualche giro, Pecco è stato passato da Martin e Bastianini. Ha perso fino a 2″3, dopodiché ha iniziato a rimontare, fino a portarsi a 1″7. E io spiegavo al mio amico: “Quando fa queste grandi rimonte, non sai se potrebbe vincere o cadere. Non ho mai visto nessuno di così forte cadere così spesso in gara, neanche Marquez. E, quando succede, di solito è stupito e non capisce come mai sia avvenuta la cosa”. “Beh, speriamo che non caschi, questa volta”.
Invece è caduto. Credo che solo Bagnaia, nella Storia del Motomondiale, sia capace di cadere 8 volte e di essere ancora in lotta per il titolo. Kevin Schwantz era famoso per essere uno che o vinceva o cadeva, ma di lui si diceva, sogghignando, che fosse un pazzo. Bagnaia no! Non è un pazzo, è un cinico e freddo calcolatore. Non sta nel personaggio questo sdraiarsi continuamente.
Clamoroso, comunque, il fatto che Martin non stia vincendo più gare da oltre quattro mesi, eppure stia allungando in testa alla classifica. Questa volta a beffarlo è stato Bastianini. Quando, nel finale, si è incollato alle terga di Martin, ho spiegato al mio amico: “Bastianini è famoso per le rimonte. Potrebbe persino vincere. Ma sono curioso di vedere come effettuerà il sorpasso. Sono due piloti puliti, che non fanno manovre pericolose quando superano”. Ma qua sembrava inevitabile che qualcosa succedesse. Bastianini s’è infilato, ha buttato Martin fuori pista, ma Jorge è comunque riuscito a concludere al secondo posto, passando sul traguardo con un coreografico gesto dell’ombrello. Ma si stava anche riprendendo la ventina di punti persi, sulla stessa pista, due settimane prima, quando aveva azzardato un cambio moto su una pista che era destinata ad asciugarsi. Così ha vinto la “Bestia”, con il numero 23 (lo stesso di Salvadori), permettendo a Ducati di festeggiare i 100 successi nella MotoGP.