BMW R1250 GS Adventure

Test Can-Am Origin e Pulse: come va, pregi e difetti

Siamo stati ad Austin, in Texas, per provare le nuove Can-Am Origin e Pulse; la crossover e la naked elettriche della Casa americana che torna nel mercato delle due ruote. Ecco le nostre prime impressioni di guida

Nuda una, adventure l’altra, Pulse e Origin rappresentano il ritorno di Can-Am nel mondo delle moto dopo quasi quarant’anni di assenza. Un ritorno al passato orientato al futuro, potremmo dire. Si tratta infatti di due modelli elettrici che nascono a partire da una piattaforma comune – sulla quale, fa sapere la Casa, nasceranno altri modelli ancora.

È ambiziosa, Can-Am. Forte della sua dimensione (il gruppo BRP di cui fa parte vale 4,5 miliardi di dollari) e della diffusione a livello mondiale dei suoi punti vendita, torna in pista con l’obiettivo di diventare leader nel mondo delle elettriche. Il percorso sarà lunghetto – serviranno anni, a sentire gli uomini della Casa – ma le idee sono chiare: con prodotti affidabili, assistenza al cliente e continuo miglioramento della tecnologia, si può fare. Si vedrà.

Nel frattempo, il primo tassello del mosaico è stato posizionato ed è una buona partenza, seppure al netto di alcuni limiti fisiologici che caratterizzano il mondo delle elettriche. Nello specifico, Pulse e Origin sono costose (i prezzi partono da 17.550 euro indicativo c.i.m. per la nuda e da 18.150 euro per la sorella), e hanno poca autonomia per via della decisione di utilizzare una batteria piccola ovvero di capacità abbastanza limitata (8,9 kWh).

Decisione, quest’ultima, presa per contenere il peso, in effetti moderatamente ridotto: 177 kg per la naked, 187 kg per la adventure. Con un caricabatterie piuttosto potente (6,6 kW) Can-Am è convinta di poter far fronte almeno parzialmente al range limitato (fuori città si fanno circa 100 km, nel traffico dovrebbero essere 20-30 in più) permettendo di passare dal 20% all’80% di carica in circa 50 minuti. E senza dover aspettare che i vari componenti del powertrain si raffreddino come, sostiene la Casa, capita con moto elettriche concorrenti.

Qui, batteria e motore sono raffreddati a liquido e in effetti non c’è stato alcun problema di surriscaldamento nell’utilizzo e nella ricarica, pur nell’ambito di un test svoltosi in condizioni di temperatura a dir poco impegnative:

Il nostro test

Austin (Texas) era stretta in una bollente morsa di 38 gradi centigradi, resa ancor più impegnativa da un’umidità totale. Ad ogni modo, proprio per via dell’autonomia, Can-Am propone le due moto come mezzi da città; nonostante le prestazioni delle versioni da 35 kW siano adatte anche fuori e nonostante, a livello di ciclistica, siano moto che possono benissimo divertire lontano dai palazzi. Disponibili entrambe con potenza massima di 11 o 35 kW, ovvero guidabili con patente A1 nel primo caso e A2 nel secondo, sono due moto di piccola taglia.

Nelle dimensioni sono assimilabili a proposte con motore tradizionale di 300-500 cc. Mentre, nella guida, sono accomunate principalmente dalla silenziosità di funzionamento (la trasmissione finale in bagno d’olio è davvero ottima, in questo senso) e dal carattere definito da motore, erogazione, gestione del “gas”. Le prestazioni sono brillanti (vanno da 0 a 100 km/h in circa 4 secondi, un pelo più rapida la Pulse, un pelo più lenta la Origin), la spinta immediata, la relazione tra coppia richiesta e coppia erogata perfetta.

Molto brillanti, per inciso, anche le versioni depotenziate in virtù di una potenza di picco ben più alta di quella nominale. In accelerazione, vanno tre volte tanto un classico 125 cc. Le due moto (sprovviste purtroppo di freno di stazionamento) dispongono di retromarcia e frenata rigenerativa, comodissima la prima e migliorabile la seconda. La possibilità di rallentare la moto ruotando il gas in senso opposto a quello classico è utile, peccato che la potenza frenante sia poco modulabile; lo fosse di più, si potrebbe usare questo “freno motore” come un vero e proprio freno, modulandolo fin dentro la curva. E a proposito di curve, dobbiamo dire ahinoi che le strade texane sono tutt’altro che “guidate”.

Chilometri ne abbiamo fatti parecchi, tra una ricarica e l’altra, ma curve non se ne sono viste. Per cui possiamo dire soltanto che le due Can-Am danno una piacevole sensazione di stabilità. Quando saranno disponibili per una prova approfondita dovremo verificare l’efficacia tra le curve e il funzionamento di freni e sospensioni. La posizione di guida convince, di entrambe: più attiva quella della adventure, più raccolta senza essere poco confortevole quella della nuda, che ha dalla sua una sella davvero bassa (altuccia quella della Origin anche per via dei cerchi di 21-18″, dell’abbondate escursione delle sospensioni e della notevole luce a terra). L’unico momento di vera guida proposto da questo test è stato all’interno di un anello off-road scelto dalla Casa per mostrare le capacità fuoristradistiche della Origin.

Bene: al di là di dare l’impressione di essere piuttosto lunga nelle curve più strette, e del peso, che risulta elevato in un “pistino” sterrato, è divertentissima! Ben bilanciata, prevedibile nei salti e dotata di un’ergonomia assai valida quando si guida in piedi, è brillantissima nello spunto e dotata di una grande trazione. Per chi, poi, non ha grande esperienza di enduro, non dover pensare a cambio e frizione è rivoluzionario in termini di gusto e impegno di guida. Bene anche ABS e controllo di trazione, efficaci e ampiamente regolabili.

Le due moto saranno in vendita nel 2025, a febbraio la Origin e ad aprile la Pulse; identici i prezzi per le versioni 11 e 35 kW.

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