Non c'è da stupirsi che queste moto (quasi) in miniatura siano apprezzate da una buona fetta di pubblico: ad un prezzo abbordabilissimo, non fanno mancare una guida divertente, agilità nel traffico e un'indole che ispira simpatia sin dal primo sguardo. La sella di entrambe è a due palmi da terra (790 mm la Benelli, addirittura 733 la FK Motors), ma contrariamente a quanto si possa pensare, queste due 125 offrono una posizione di guida ragionevole anche per gli spilungoni. Con la TNT la schiena è dritta, le pedane ben distanziate e il manubrio sotto il naso. Il piano di seduta ha un'imbottitura che sulle prime appare dura, ma poi si fa apprezzare per sostegno; tra le gambe si stringe appena il sottile serbatoio e la sensazione è quella di essere un po' "appollaiati" sulla moto. Certo non la si può definire confortevole. Più abitabile la Mini Scrambler, che accoglie perfettamente le gambe negli incavi del serbatoio. La sella non è molto imbottita e al passeggero è dedicato poco spazio, ma per il pilota è sufficientemente ampia e comoda. Le braccia sono appena più distese e le pedane non costringono le ginocchia ad angoli estremi. Certo, con queste ottavo di litro, in mezzo al traffico ci si sente come dei Puffi in un mondo di giganti, con le spalle quasi ad altezza specchietti delle auto, ma non c'è ingorgo in grado di fermarle. Con quelle ruotine e interassi da bicicletta, sono un inno all'agilità e alla maneggevolezza. Le gomme - sia quelle più stradali della Benelli, sia quelle di disegno più offroad della FK Motors - hanno un buon grip su tutte le superfici (anche il pavé bagnato) e restituiscono una buona dose di sicurezza. Inoltre, così paffute, aiutano le sospensioni a filtrare le piccole sconnessioni tipiche dell'asfalto urbano. In questo ambito la Mini Scrambler si rivela un po' più confortevole, con forcella e monoammortizzatori tarati soffici, in grado di digerire meglio buche e dossi.