L’abbiamo provata sulle Torricelle di Verona, strada tutta curve, teatro ogni anno di una gara d’epoca per moto come questa. Quello che ci è piaciuto più di tutto è l’equilibrio tra i vari elementi, perché è un attimo creare un catorcio di moto, dinamicamente parlando, quando si mixano parti di tante moto diverse, cambiando interasse, diametri e sezioni ruote e chi più ne ha più ne metta. Invece questa CB985 è veramente bella da guidare ed equilibrata, con una frenata potente e modulabile (dischi Braking da 300 mm e pompa radiale anteriore Brembo), ben assistita dalla Showa da 43 mm della CBR600F. Discreto il comportamento al posteriore, con gli ammortizzatori CB1300 che lavorano bene in compressione, ma sembrano avere poco negativo, portando a qualche scodinzolamento della ruota posteriore se si stacca con un po’ più di decisione. Stiamo cercando il pelo nell’uovo a una moto che vuole solo affascinare? Forse sì, perché di base la moto ci è piaciuta moltissimo. È frutto di tante ore di lavoro e di mani competenti che, si vede al primo colpo d’occhio, hanno lavorato non lasciando nulla al caso. La batteria è sotto il codino, ben nascosta, l’impianto elettrico è totalmente celato, le finiture sono curate, le verniciature eccellenti (realizzate dalla carrozzeria Jolly di Cordenons, PN) e, non ultimo, la moto si guida molto, molto bene. Angelo dice che dalle sue parti, in provincia di Treviso, nessuno apprezza questo genere di moto, perché lì è molto più radicato il fenomeno custom: il commento più lusinghiero che ha ricevuto è stato: “Bella, ma cosa te ne fai?”. Immaginate ora la sua soddisfazione nel vederla qui, su Motociclismo, la sua rivista…