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Nuova Moto Morini Calibro: come va, pregi e difetti

Abbiamo provato la Moto Morini Calibro, la cruiser della Casa di Trivolzio che arriva sul mercato con un nuovo motore di 693 cc accreditato di 69 CV, e racchiuso in un telaio a doppia culla in acciaio sviluppato appositamente per lei. Disponibile anche per patenti A2, ecco le nostre prime impressioni di guida, con i pregi e i difetti della nuova Moto Morini Calibro

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Moto Morini aveva presentato la Calibro per la prima volta nell'ottobre scorso, anticipando Eicma di pochi giorni togliendo i veli a questa cruiser alimentata dal motore bicilindrico parallelo di 649 cc già equipaggiato sulla crossover X-Cape 650 e sulle Seiemmezzo STR e SCR, rispettivamente la roadster e la scrambler della Casa.

Tuttavia la versione presentata ad Eicma non era quella definitiva, poiché Morini ci ha dato l’opportunità di provare la Calibro con un nuovo propulsore. Si tratta di un bicilindrico parallelo figlio in parte del twin di casa, ma dallalesaggio maggiorato che ora arriva a 83 mm, e combinato ad una corsa utile del pistone di 64 mm ha permesso di ottenere la cilindrata di 693 cc, con un conseguente aumento di potenza e coppia. I valori dichiarati sono rispettivamente di 69 CV al regime di 8.500 giri/min, con un picco di coppia massima di 68 Nm a 6.500 giri/min. La distribuzione è a doppio albero a camme in testa, mentre il raffreddamento a liquido.

Ossatura portante è un telaio a doppia culla in acciaio sviluppato appositamente per questa moto. All’anteriore troviamo una forcella a steli tradizionali di 41 mm di diametro, mentre al posteriore la funzione ammortizzante è affidata ad una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico molla. L’escursione concessa al posteriore è di 100 mm, 20 mm in più invece all’anteriore. L’impianto frenante lavora con un disco da 320 mm di diametro all’avantreno morso da una pinza flottante a due pistoncini; 255 mm il diametro del disco posteriore, con pinza flottante a singolo pistoncino. I cerchi sono entrambi in lega di alluminio, 18” l’anteriore e 16” il posteriore, i quali calzano pneumatici massici, tipici delle cruiser: 130/70 e 180/70. L’interasse misura 1.490 mm, la sella si trova a soli 725 mm da terra e il peso dichiarato è di 200 kg a secco. Un valore quello del peso a metà tra la Kawasaki Eliminator 500 (176 con il pieno) e la Royal Enfield Super Meteor 650 (241 con il pieno).

Nella storia del marchio Morini non si tratta però della prima moto di questo tipo prodotta, perché negli Anni 80 era stata preceduta dalle Excalibur 350/500 e dalle New York 350/500. Ovviamente la Calibro ha il look delle cruiser moderne, minimalista e non esasperato, come ad esempio altre bicilindriche tipo la Honda CMX500 Rebel e la Kawasaki Eliminator.

Non manca la versione depotenziata a 35 kW per chi possiede la patente A2. L’abbiamo messa alla prova ed ora vi raccontiamo come va, quali sono i suoi pregi e i suoi difetti.

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Elegante e ben proporzionata, la Moto Morini Calibro si affaccia al mondo delle cruiser di media cilindrata con diversi assi nella manica. Il primo riguarda senz’altro lo stile: le linee, seppur minimaliste, riescono ad infondere alla Calibro una ben delineata personalità, merito anche di alcuni particolari estetici, come ad esempio i gruppi ottici di forma tonda al cui interno spicca la corona a LED che viene ripresa poi dagli indicatori di direzione, o dalla cover del faro che funge da mini carenatura, e che richiama le forme sinuose e stondate dei parafanghi. Convince la cura costruttiva di questa moto, plastiche e verniciature sono di lodevole fattura e non manca la cura nei dettagli, come ad esempio le cuciture a vista della sella. Sella che risulta discretamente spaziosa e vicina al terreno, a prova della meno lunga delle gambe, e questo è solo uno degli aspetti che rende la Calibro una moto alla portata di tutti. Sollevata dalla stampella laterale, la moto mostra un ottimo bilanciamento dei pesi, l’operazione infatti richiede il minimo forzo e anche in marcia alle basse velocità non si avvertono sbilanciamenti o particolari difficoltà nel muovere lo sterzo, il quale offre un generoso angolo e permette di manovrare in spazi contenuti per il genere di moto, il cui interasse ricordiamo essere di 1.490 mm.

Terzo aspetto il motore: il bicilindrico parallelo è piacevolmente progressivo e morbido ai bassi regimi, non strappa e non risulta mai nervoso e al contempo permette di riprendere il gas in mano senza avvertire strappi o significativi vuoti nell’erogazione. Merito anche della trasmissione a cinghia, che rende la risposta al gas più morbida. Superata la soglia dei 4.500 giri/min, il twin parallelo cambia carattere e diventa più grintoso, per poi dare il meglio superati i 7.000 giri/min., dove allunga in modo sempre molto progressivo sino alla zona rossa, posta a circa 10.500 giri/min. Preciso il cambio a sei rapporti, coadiuvato da una frizione il cui comando è molto regolare nel rilascio ma non particolarmente morbido.

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Tra le curve convince e risulta fin sorprendente la ciclistica; la Calibro è molto maneggevole e dimostra una buona propensione a passare da una curva all’altra con una certa rapidità se rapportata al genere di moto. L’assetto delle sospensioni piuttosto sostenuto, specie al retrotreno, permette di contenere i trasferimenti di carico tra anteriore e posteriore e sopportare una andatura spedita nel misto, dove il limite arriva però dalle pedane, che grattano facilmente l’asfalto non appena si accentua l’angolo di piega. Discreto il feeling offerto dagli pneumatici Timsun di primo equipaggiamento, che in condizioni asciutte sono risultati all’altezza. Sul bagnato invece emerge il loro limite, dovuto probabilmente ad una mescola più votata alla resa chilometrica che alle performance sotto la pioggia.

Migliorabile la frenata all’anteriore, dove il comando risulta un po’ spugnoso e non particolarmente grintoso. Avremmo preferito un pizzico di mordente in più, specie se si guida in discesa ad un passo allegro. Piace invece la risposta del comando posteriore, così come la taratura dell’ABS, che entra in funzione solo quando strettamente necessario.

La linea minimal della Calibro, così come tutte le cruiser, comporta un riparo aerodinamico piuttosto scarso, e i trasferimenti autostradali risultano abbastanza impegnativi. Ad essere esposte alla pressione del vento soprattutto le gambe, ma anche il petto, le spalle e il casco. La piccola unghia al di sopra della cover del faro che protegge la strumentazione risulta più funzionale di quanto sembri, poiché devia parte dell’aria dal busto. Parallelamente a questo tema, nei trasferimenti sulle strade a scorrimento veloce emergono le vibrazioni, avvertibili su manubrio, pedane e sella pur restando entro i limiti di velocità del codice della strada. L'imbottitura della seduta tende un po' ad affondare quando si trascorrono numerose ore in sella.

In città si apprezzano le doti di agilità e bilanciamento dei pesi descritte qui sopra, in combinazione all'erogazione progressiva del motore che permette di guidare senza stress anche nel traffico cittadino. Nella stagione calda però è bene tenere presente del calore emesso dal motore, specie nel lato destro, dove il carter resta esposto al contatto con la gamba del pilota. Da Morini però ci assicurano che gli esemplari in arrivo sul mercato avranno una cover di protezione che tutelerà questa zona.

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La Moto Morini Calibro è disponibile dai concessionari nelle colorazioni Rosso, Fire Red o Griglio, Shark Gray al prezzo di 7.340 euro c.i.m.*

Prossimamente sarà presentata anche la versione con carenatura anteriore e borse laterali.

*Il prezzo presente in questo articolo è da intendersi con la formula "chiavi in mano", comprensiva di "messa in strada" che Motociclismo quantifica in 250 euro.

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