Il primo contatto con la Benelli TRK 702 è più che soddisfacente e la combinazione sella-pedane-manubrio è pensata per rendere agevole l’approccio ai neofiti: la prima si trova a 794 mm da terra, consentendo anche a chi non è un gigante di toccare con entrambi i piedi, mentre il manubrio alto e largo infonde una buona sensazione di controllo. Le pedane sono piuttosto avanzate, rendendo la posizione di guida più passiva che attiva, e costringendo chi supera i 180 cm di altezza ad avere le gambe un pochino piegate. A vantaggio però la seduta bassa facilita le manovre a motore spento, non così banali visti i 235 kg in ordine di marcia con il serbatoio da 20 litri quasi pieno (al 90%).
La carenatura protegge bene la parte inferiore del busto, è ben raccordata sulla sella e così è semplice muoversi, c’è anche spazio per arretrare. Essendo la TRK 702 una moto dedita anche al turismo, il cupolino di serie non regolabile lascia esposta la testa creando alcuni vortici d’aria che alla lunga possono infastidire. Optional però è disponibile un plexi più protettivo, oltre ad una sella rialzata.
Il motore gira fluido ed è silenzioso di meccanica, con un buon sound di scarico. Ai bassi la risposta all’acceleratore è morbida, poi si avverte un’entrata in coppia alla quale segue un bell’allungo regolare fino alla zona rossa, con vibrazioni avvertibili su pedane e serbatoio. Se si vuole guidare sportivi è bene non scendere sotto i 5.000 giri/min, allora la risposta all’acceleratore sarà sempre brillante, e anche ben gestibile. La potenza, l’erogazione progressiva e il carico sull’anteriore, non fanno sentire la mancanza del controllo di trazione.
Nel misto il peso della TRK scompare quasi del tutto, il bilanciamento è riuscito ma negli ingressi di curva la ruota anteriore da 17” risulta fin troppo svelta nell'impostare le traiettorie, con una progressione piuttosto brusca. Più che discreto invece l’assetto delle sospensioni, piacevolmente morbido ma senza affondare, con trasferimenti di carico corretti per il genere di moto. I tratti di asfalto sconnesso non sono affatto un problema e vengono filtrati a dovere. Anche la frenata segue la filosofia del morbido approccio. Il freno anteriore ha un attacco dolce e un funzionamento pastoso; nel caso di staccate più decise richiede solo un leggero sforzo sulla leva, ma non fa mai mancare il giusto mordente.
Salendo in sella alla TRK 702 X la seduta più alta di 4 cm (siamo a 835 mm dal suolo) rende la posizione di guida più attiva e meno rannicchiata, concedendo a chi è alto 180 cm o più di toccare comunque a terra con entrambi i piedi senza difficoltà. A livello dinamico, la prima vera differenza arriva dalla ruota anteriore da 19” che rende la TRK molto più progressiva in curva e meno brusca nei cambi di direzione e nell’impostare le traiettorie. L’avantreno è più sostenuto, perdendo qualcosina in termini di rapidità, ma rende la guida più rotonda e fluida. In secondo luogo ciò che ci è sembrato differente è il comportamento dell’ABS sulla ruota anteriore, che probabilmente per via della gomma semitassellata (Pirelli Scorpion Rally STR, risultate ottime in termini di compromesso on/off, tenuta di strada e feeling di guida) tende ad essere leggermente più invasivo nelle frenate impegnative. Va segnalato però che la TRK 702 X monta all’anteriore pinze assiali e non radiali come invece la sorella 702. Invariato il comportamento del motore e delle sospensioni, che nelle guida in off road risultano avere un’escursione troppo ridotta, in particolar modo la forcella, che negli avallamenti più pronunciati arriva facilmente a fondo corsa.