Cosa la affascina dello Scrambler?
“Di questa nuova moto mi piace molto il suo fascino. Guidandola mi sono subito ricordato della mia gioventù e della spensieratezza di quegli anni indimenticabili quando possedere uno Scrambler significava essere on the road. All’epoca, attraverso i viaggi in moto, si respirava un cambiamento di stile di vita del Paese e della gente, insomma, possedere uno Scrambler faceva la differenza!”
Se dovesse fare un viaggio con uno Scrambler Classic, quale meta sceglierebbe?
“Sicuramente andrei verso mete lontane, in compagnia di alcuni cari amici. Penso alla Turchia, a Istanbul in particolare, per respirare l'odore delle spezie e del mare, scoprire con la moto il fascino del mistero di una città alle porte d’Oriente!”
Scrambler è un mondo di libertà, divertimento, espressione di sé. Che cosa vuol dire per lei “essere Scrambler” nella vita di tutti i giorni?
“Per me essere liberi nella vita è una conquista non facile. Lo Scrambler è come una bella donna: bisogna amarla e corteggiarla. È una moto per sognatori, per gente che guarda avanti con un occhio al passato, è una moto senza compromessi, un cavallo di razza. La guidi la prima volta e la ami subito”.
Il suo lavoro è una fusione tra creatività e passione: quale piatto dedicherebbe allo Scrambler?
“Sicuramente gli dedicherei un meraviglioso soufflé alla vaniglia in salsa di lamponi. Un dolce leggero, speziato, ricco di fascino. Un piatto che cresce in cottura e che quando lo mangi esplode in tutti i suoi sapori”.