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Ducati MotoGP, un rischio... Mondiale

MotoGP nell’occhio del ciclone a causa della “pinna” Ducati, una questione che rischia di tener sull’attenti tecnici, giudici e tifosi. Ma di cosa si tratta esattamente? Approfondiamo l’argomento con le parole dei protagonisti e con il regolamento ufficiale
1/14 Andrea Dovizioso. Nella foto è evidenziata la soluzione utilizzata sulla ruota anteriore
Nelle ultime settimane abbiamo visto le Desmosedici GP 2019 in pista con una pinna montata sul forcellone e altre soluzioni aerodinamiche come quella che vedete nella foto sulla ruota anteriore. La questione non è sfuggita alle Case concorrenti, che hanno portato il tutto alle autorità con l’accusa a Ducati di utilizzare il deflettore sul forcellone per favorire la deportanza e non con il solo scopo di indirizzare il flusso d’aria per garantire un maggiore raffreddamento della gomma posteriore.

La posizione di Ducati

Paolo Ciabatti: “Abbiamo provato quella soluzione al posteriore durante i test in Qatar. Stando a quanto dice il regolamento è possibile portare una modifica e, nel caso funzioni, usarla in gara dopo l’approvazione di conformità di un delegato tecnico della Federazione. Il delegato ci aveva dato parere positivo e successivamente la cosa è stata notificata anche agli altri team, con la precisazione della comunicazione aggiuntiva del 6 marzo. Per questo non capisco la protesta.”

Il comunicato diramato dal Dipartimento Tecnico della Federazione Internazionale (6 marzo)

“Elementi attaccati al forcellone indirizzati alla gomma posteriore (raffreddamento, dissipazione acqua, protezione fango/detriti) sono permessi a condizione che non eccedano le parti strutturali del forcellone (non possono essere più larghe del forcellone) e la cui funzione non sia di generare forze aerodinamiche rispetto al suolo, e che siano attaccate direttamente al forcellone, muovendosi con esso. Ogni elemento deve essere approvato dal direttore tecnico prima di scendere in pista”.

Come potete notare, si fa riferimento esplicito a elementi che dissipano acqua, raffreddano la gomma posteriore o la proteggono da fango e detriti. È quindi bene sottolineare come la Federazione non vada in contrasto con il regolamento ufficiale (lo trovate in allegato in fondo all’articolo). I tecnici dovranno quindi lavorare a fondo per capire se l’appendice montata da Ducati ha lo scopo di raffreddare lo pneumatico o favorirne una maggiore aderenza al suolo.

La posizione Aprilia

Massimo Rivola: “Quello installato da Ducati non è un cucchiaio, ma un triplano. È un’ala che genera carico aerodinamico. Nel comunicato tecnico della Federazione è detto chiaramente quale dev’essere lo scopo, ma la parte installata da Ducati genera carico. In quella zona il flusso d’aria genera un notevole carico aerodinamico. In più, occorre anche chiarire meglio la configurazione della soluzione vista in gara sulle Desmosedici: un’ala non può essere mobile e questa in sé non lo è. Tuttavia, è attaccata al forcellone che invece è mobile e questo le garantisce un effetto differente nelle varie situazioni di gara. In accelerazione si comporta diversamente rispetto che in staccata. Quella di Aprilia non è un’azione contro Ducati, ma una presa di posizione verso regole chiare e uguali per tutti. A noi era stata negata una soluzione simile”.

Quanto sostiene KTM

Pit Beirer: “KTM non chiede che Dovizioso venga privato della vittoria, che riteniamo meritata. Di certo il pilota non ha vinto per quella soluzione. Avevamo avvisato Ducati che avremmo esposto un reclamo se avesse usato quella parte perché non è consentito dal regolamento. Andrebbe addirittura proibita anche se fosse usata solo in caso di pioggia. Riteniamo che la corsa all’aerodinamica debba essere fermata perché sta sfuggendo di mano. In Ducati sono convinti che ciò che hanno fatto sia conforme ai regolamenti, ma noi riteniamo il contrario ed è per questo che abbiamo fatto ricorso in appello dopo un primo verdetto in Qatar. A ipotizzare che la soluzione aerodinamica usata sulla Desmosedici dia un vantaggio in termini di deportanza siamo in quattro costruttori”.

E adesso?

Ora, la Corte d’Appello della Federazione Internazionale dovrà riunirsi e si esprimerà in merito prima del 31 marzo. Dopo la decisione la questione non sarà comunque chiusa in modo definitivo, poiché in caso di “vittoria” da parte di Ducati i reclamanti (Aprilia, KTM, Honda, Suzuki) potranno rivolgersi al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) e richiedere una nuova verifica tecnica con lo scopo di andare più a fondo nella vicenda.

Da qui a un mese la MotoGP tornerà in pista e ora spetta a Ducati scegliere il da farsi: correre ugualmente con la soluzione aerodinamica ed essere coerenti con la propria scelta pur rischiando di perdere punti preziosi in ottica mondiale o toglierla dando (mezza) ragione a chi la trova inappropriata? Una cosa è certa: qualora Dovizioso si trovasse con uno zero in classifica una possibile sfida a Marquez in ottica Mondiale sarebbe compromessa. Non solo, lo zero verrebbe applicato anche a Petrucci.

Il regolamento ufficiale

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