Chi è appassionato di Dakar e la segue da quando era piccolo non può non emozionarsi, sentendo le storie di chi l’ha corsa molti anni fa. Alessandro Baricco scrisse (nel suo “Novecento”, che ha ispirato il film “La leggenda del pianista sull’Oceano”) “Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”, e le persone che abbiamo visto e sentito oggi ne avevano eccome. È stato bello sentire i racconti di Moritz Craffonara, ex campione di motoslitte e proprietario del rifugio Club Moritzino a Piz la Ila, e di Marcello Varallo, ex discesista azzurro e oggi presidente del C.O. Coppa del Mondo di sci a La Villa, che corsero la Dakar negli anni 80. Come quelli del pilota e copilota Norbert Lotteri che ha raccontato le sue disavventure alla Dakar ’84 con una Fiat Campagnola. Insieme a loro sul palco è salito anche Paul Von Guggenberg, altro pilota e navigatore di auto alle Dakar di quegli anni. Non è mancata la testimonianza di uno dei più apprezzati meccanici di quei tempi, Graziano Pelanconi, storico meccanico di Clay Regazzoni quando passò alle auto, oltre che di tanti piloti ufficiali dal 1987 in poi. Oggi Graziano è ancora attivo con Edo Mossi al Merzouga Rally in Marocco. Immancabile uno dei più grandi “camionisti” di sempre alla Dakar, Francesco Perlini, che con i suoi camion autocostruiti ha fatto ammirare a tutto il mondo l’italian style di allora, fatto di pazzia e genialità, anche meccanica. Con il suo Perlini 4x4 a quattro ruote sterzanti, alimentato da un mostruoso due tempi diesel vinse 3 Dakar (e altre due le perse per un soffio all’ultima tappa). Quindi è stata la volta di Martino Bianchi, responsabile HRC per il progetto Dakar, che ha portato la sua testimonianza di cosa significhi oggi la logistica di una squadra ufficiale. Insieme a lui, il nuovo acquisto del Team HRC, Paolo Ceci che, come abbiamo detto, ha preso la palla al balzo per fermarsi qualche giorno in quota in vista dell’imminente partenza per la Dakar. Il grande Roberto Boano ha voluto sintetizzare alla sua maniera, ovvero in modo molto schietto, che bisogna soffrire, star zitti e dare gas e chi ha corso la Dakar non poteva che dargli ragione. Oscar Polli ci ha ricordato di non perderci gli aggiornamenti sulle varie tappe che andranno in onda con il suo commento su Sport Italia.