Ripensando alla sua carriera, veniva da dire che fosse stato un errore portarlo nella massima categoria. Ripercorriamola: nel 2016, a 16 anni, debutta in Moto3 all'ultimo GP dell'anno, quello di Valencia, come wild card e si piazza undicesimo, niente male. Nelle due stagioni successive corre solo sette volte, sempre come wild card e centra due top ten. Nel 2019 fa la sua prima stagione completa ma non è un granché. Il suo miglior piazzamento è un quinto posto e termina al 21° della classifica finale. Nel 2020 si sblocca: arriva il primo podio, poi vince due volte prima di interrompere la stagione in anticipo. A quel punto il team KTM Ajo decide di promuoverlo in Moto2 ed è lì che esplode, perché pur non avendo esperienza vince 8 gare e rischia di vincere il titolo iridato al primo tentativo, impresa non riuscita neanche a Marquez ed Acosta. Questo "sbilanciamento" di carriera fa sì che KTM veda in lui una futura star della MotoGP e così lo ingaggia nel team satellite, insieme a Remy Gardner, ovvero colui che ha vinto il titolo Moto2 nel 2021. Ma le cose non vanno bene per entrambi, probabilmente per colpa di una moto poco competitiva e poco amichevole per chi non ha esperienza. Come spesso capita, a fine stagione '22 la bruciatalenti KTM prende entrambi e li butta via, senza porsi troppe domande. Remy finisce in Superbike, Raul in Aprilia, dove si spera che possa fare meglio. Lo fa, ma non di troppo, a parte uno splendido quinto posto nell'ultima gara, aiutato anche dalle cadute davanti a lui. Anche quest'anno non ha iniziato col botto, essendo sempre in lotta per entrare nella top ten. Quindi veniva da pensare: "Eh, non è mai stato un fenomeno, a parte il 2020. Non si può prendere uno e portarlo in MotoGP solo perché un anno ha fatto lo splendido". Ma a Barcellona è successo qualcosa: ha ottenuto la prima fila in prova e in gara, come stavo raccontando, ha staccato tutti nell'arco di due giri. Un po' tipo Di Giannantonio l'anno scorso. Così pensavo: "Ma sì, in fondo è sempre stato un fenomeno, altrimenti non potrebbe avere debuttato in Moto2 con 8 vittorie". La verità, come ho detto altre volte, è che questi sono tutti degli extraterrestri, che vivono una realtà parallela alla nostra, dove le velocità altissime sono la condizione naturale e dove i decimi di secondo sono attimi eterni, che dividono il fuoriclasse dal brocco. Ma brocco nel loro mondo, non nel nostro. Per cui può succedere che un Fernandez possa migliorare di un decimo di secondo il modo di fare le curve e a passare così dalle stalle alle stelle.