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MotoGP Germania, la gara dei quattro con la M

Gara importantissima per Pecco Bagnaia, che passa da "secondo a meno dieci" a "primo con più dieci", ma volevo parlare di Martin, Marquez, Morbidelli e Marini, che si sono distinti per vari motivi

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Era da parecchio che speravo di aprire con una foto di Franco Morbidelli. Dopo gli ultimi tre anni di calvario con Yamaha e il gravissimo incidente di questo inverno, mi pareva impossibile poterlo vedere di nuovo tra i primi.

Mi viene da guardare le gare con una certa cattiveria, perché vedo Martin volare e mi domando come possa avere Ducati deciso di rinunciare a un talento simile. Certo, dall'altra parte c'è un fenomeno come Marquez e la fiducia che, con la Desmosedici 2025, possa tornare a vincere, però vedo gare come la Sprint del Sachsenring, con Jorge che vince e Marquez che arriva sesto e mi domando chi ci guadagni da tutto questo, a parte Marquez. Ducati perde Martin e difficilmente Martin troverà nell'Aprilia una moto competitiva come la Ducati. Interessante il fatto che due piloti della Casa veneta, ovvero Viñales e Oliveira, abbiano detto la stessa cosa: il venerdì le Ducati sembrano andare come le altre moto, ma poi arrivano le gare e le bolognesi diventano improvvisamente più forti.

Fa impressione che Oliveira si lamenti proprio in questo week end, che è il primo dove, finalmente, riesce a salire sul podio con l'Aprilia: è successo nella Sprint, addirittura secondo. Nella gara di domenica è arrivato sesto, a suo dire perché le Ducati erano migliorate ulteriormente.

Martin, Jorge

Comunque sia, sabato pensavo quelle cose su Martin e Marquez... e domenica pure, per buona parte della gara. Ma poi, di colpo, la situazione s'è ribaltata. C'era Martin in testa, mentre Marquez era sesto. Bagnaia sembrava inferiore. Dico sembrava perché la vecchia volpe è famosa per non farsi chiudere la vena e rallentare il ritmo per risparmiare le gomme, in vista dei giri finali. Con la vittoria del giorno prima il distacco tra lo spagnolo e l'italiano era salito da 10 a 15 punti e adesso sembrava dovesse passare a 20.

Invece Martin è caduto, quando ormai la gara era finita e lui aveva perso buona parte del vantaggio su Bagnaia, che stava raggiungendolo.

Si è ipotizzato che Jorge abbia sentito la pressione di Pecco che gli stava arrivando addosso. Magari è vero. Ma anche no: gli stessi Bagnaia e Marquez ci hanno insegnato che in questa MotoGP moderna si può cadere anche quando si è tranquillamente in testa e si stanno facendo le cose uguali giro per giro: il gas, i freni, le traiettorie. Sono sempre cadute per perdita dell'avantreno. Il pilota, incredulo, si rialza e dice: "Non ho idea del perché io sia caduto". Ma allora perché succede? Probabilmente è vero che la telemetria dice che il pilota ha guidato nello stesso modo dei giri precedenti, ma è chiaro che più le gomme si usurano e meno devi guidare come prima... Fatto sta che Martin ha regalato 25 punti a Bagnaia (che sta per sposarsi: è un bel regalo di nozze) così come Pecco gliene ha regalati nelle gare precedenti. Le corse di oggi sono fatte così. Adesso, quindi, il piemontese è in testa alla classifica generale.

Io però ricordo come negli anni 80 le moto fossero molto più "stronze" di quelle attuali. Non c'era il controllo di trazione, i 500 cc a due tempi avevano erogazioni violente ed era facile cadere per high side. E poi era facile grippare, altra cosa che poteva far cadere. Però chi vinceva i titoli non cadeva quasi mai. Nel 1989, Wayne Rainey cadde una volta sola e ciò fu determinante nella sua lotta con Eddie Lawson, che non cadde mai. Adesso invece è normale che i titoli iridati vadano a piloti che riescono a cadere anche in tre o quattro gare...

Marquez, Marc

Lo spagnolo qui era attesissimo, perché è imbattibile nelle curve a sinistra e in Germania ce ne sono 10, contro le 3 a destra. Finora, lui al Sachsenring ha vinto 11 volte, di cui 8 in MotoGP. Era quindi questo il posto giusto per tornare a vincere: non succede dal 2021. E, se non fosse riuscito qui, avrebbe superato il muro dei 1.000 giorni senza vittorie, perché la prossima gara sarà oltre tale valore. Altra cosa: questa era l'ultima gara dove rischiava di perdere il record di vincitore più giovane nella classe regina della Storia, perché Pedro Acosta, la prossima volta, avrà più dei 20 anni e 63 giorni di quando Marc vinse ad Austin, nel 2013. Ma non è successo. Tuttavia, Marquez ha compromesso il suo GP quando è caduto in prova (cosa che ama fare spesso) e s'è rotto una mano. Ha dato forfeit? Macché, cosa vuoi che sia una mano rotta. Però chiaramente non era nelle migliori condizioni per guidare una MotoGP. Il suo sesto posto della Sprint, quindi, era un ottimo risultato.

Nella gara della domenica sembrava soffrire. Ci sta: hai già corso una Sprint con la mano rotta, avrai sofferto, questa è lunga il doppio...

Il punto più basso della sua gara è questo: si infila all'interno di Morbidelli, che ha allargato un sacco ma poi è rientrato e i due si scontrano violentemente, con il retrotreno di Marc sparato verso l'alto. Caduta sfioratissima.

A Marc è scoppiato l'airbag. Non so se la Giuria di Gara faccia bene a non fermare un pilota se gli scoppia quel coso, fatto sta che Marc s'è trovato in sesta posizione, con una mano rotta e l'airbag gonfio, che si stava sgonfiando. Il massimo, per guidare una MotoGP. Ma siccome lui ha le palle, immense, ha aumentato il ritmo, s'è messo a superare ed è risalito fino alla quarta posizione, con la terza clamorosamente occupata da suo fratello Alex: è stata la prima volta in cui il fratello minore stava davanti al maggiore. Sembra che Marc abbia avuto un minimo di scrupolo, all'idea di tirare giù l'amatissimo fratello dal podio. Ma poi Martin è caduto...

...e Marc ha pensato: "Dai, anche se passo Alex sul podio ci sale lo stesso!". Lo ha fritto e cucinato in un nanosecondo.

Mano rotta, airbag scoppiato, moto 2023... Niente, lui è arrivato secondo. 20 punti, contro gli zero di Martin. Ecco, forse Ducati non è così fuori di testa a dare la massima investitura a Marquez.

Morbidelli, Franco

La gara Sprint è stata la prima in cui s'è sfiorato il clamoroso risultato di vedere quattro Ducati 2024 davanti a tutte le altre. Finora non era stato possibile a causa delle precarie condizioni di Morbidelli che, dopo essersi fatto malissimo a fine inverno, ha saltato i test invernali e s'è presentato al via del Mondiale nettamente in ritardo di preparazione. Ma il pilota, gara dopo gara, sta migliorando. Il motivo per cui non ci sono state quattro 2024 uber alles è perché Miguel Oliveira ha avuto uno dei suoi rarissimi momenti sì e si è piazzato secondo, in mezzo a una marea di Ducati.

Il Morbido s'è così piazzato quinto e ultimo delle 2024, ma domenica è apparso nettamente più veloce.

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A un certo punto, mentre era terzo, ha attaccato Bagnaia e io ho pensato: ma è vero? Sta succedendo veramente?

In realtà, come lui stesso ha ammesso, non si trattava di una prestazione così maiuscola: s'è reso conto che là davanti stavano gestendo le gomme, mentre lui erano anni che non si trovava così vicino alla vetta della montagna e così stava tirando più di loro. S'è trovato addosso a Martin e voleva superarlo, per passare in testa, per riprovare emozioni antiche. Dal punto di vista dei giochi di squadra, non avrebbe dovuto farlo, per non far perdere punti a un pilota che sta lottando per il titolo iridato. Ma pensateci: Martin è destinato a passare all'Aprilia e in Ducati preferiscono nettamente che il titolo resti al Team Lenovo. Morbidelli è gradito al Team VR46, quindi potrebbe restare in Ducati. Il Team Pramac sta per passare a Yamaha. Insomma, un sorpasso non avrebbe creato uno scandalo così grosso. Ma non è successo: come lui stesso sapeva che sarebbe accaduto, ha iniziato a deteriorare le gomme prima degli altri ed ha perso posizioni, arrivando ancora quinto, come il giorno prima.

Marini, Luca

Penso che abbia un primato: tra i piloti i cui risultati sono crollati con la Honda, lui è quello meno disperato. Ogni volta spiega che ci sono miglioramenti, che gli ingegneri giapponesi lavorano come non mai, che usciranno presto dalla crisi. E magari c'ha pure ragione. Ma, nel frattempo, dei quattro piloti Honda a tempo pieno è l'unico a non avere mai preso un solo punto, per lo meno fino ad Assen. Sabato, però, ha ottenuto una soddisfazione: è risultato il più veloce dei cinque compagni di marca presenti in Germania (c'era anche il collaudatore Bradl). Inoltre ha terminato poco distante da Quartararo, che in generale va molto più forte di lui. Tutto questo però sempre fuori dalla zona punti.

Domenica s'è ripetuto... fin quasi alla fine.

Era quindicesimo, quindi ormai era fatta, stava per conquistare il suo primo, sospirato punto iridato... e invece niente. Una pugnalata fratricida di Takaaki Nakagami, anche lui pilota Honda, nel finale lo ha privato di questa soddisfazione. Ma poi è calata la solita mannaia che punisce i piloti che corrono con pressioni delle gomme inferiori al consentito, la stessa che ha rovinato la gara di Marquez la settimana prima. Tra i piloti che ne hanno fatto le spese c'è Augusto Fernandez, il cui quattordicesimo posto è diventato un sedicesimo. Un bel regalo per Luca, che è così risalito al quindicesimo, ottenendo perciò il fatidico punto che lo fa entrare nella classifica generale. Magari con poca soddisfazione, visto come è stato ottenuto...

Io questa regola non la capisco! Intanto i piloti vengono puniti, ma non sono in malafede: succede che 'ste gomme perdano pressione durante la gara. Allora molti le gonfiano più del previsto. Fateci caso, sono in diversi a lamentare che, avendo messo più aria, poi hanno guidato peggio, perché la moto... va peggio. Lo stesso Marc Marquez lo ha spiegato in Germania. Quindi la perdita di pressione va punita gravemente perché renderebbe la guida pericolosa, mentre se ce n'è troppa va bene, anche se la moto ispira meno confidenza? Mi sa che non ho capito bene, altrimenti sarebbe assurdo.

Chiudo con questa immagine: Remy Gardner che torna in MotoGP per sostituire Alex Rins, fratturato a piede e polso ad Assen. Qui sta lottando con Bradl (6) e Zarco (5).

Negli anni 80 tifavo per suo padre, quindi m'è spiaciuto come sia andata col figlio: Campione del Mondo Moto2 nel 2021, un anno di MotoGP con una KTM non molto in palla, 23° a fine stagione, cacciato via. S'è riciclato in Superbike con Yamaha, ma qui ha avuto un'occasione per tornare in MotoGP. Ovviamente, senza esperienza, ha fatto quello che ha potuto (20° e 19°) ma è stato bello rivederlo in pista.

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