Andare a provare una moto fin sulla catena himalayana è splendido. Il viaggio è già di per sé interessante per via del contatto con una popolazione e una cultura lontane da ciò a cui siamo abituati. Poi c'è il paesaggio, meraviglioso, monumentale. E il cibo, gli odori: è tutto diverso e attraente e siamo super contenti che Royal Enfield abbia organizzato qui il test della nuova Himalayan. È realmente una moto adatta a questo luogo. Qui, per mille ragioni di cui parleremo in modo approfondito sul numero di dicembre di Motociclismo, non si può andare forte e serve un mezzo semplice ma adatto ad affrontare ogni terreno. Lei è esattamente questo e in tal senso non è cambiata, rispetto alla precedente. Addirittura, nonostante un dinamismo sconosciuto alla prima "Hima", è migliorata dove già sembrava imbattibile: il rapporto tra impegno richiesto e capacità di muoversi ovunque. È più snella (si tocca meglio), è poco più leggera, ha ancora più luce a terra, ha sospensioni migliori (copiano bene trasmettendo una maggior sicurezza), ha la navigazione cartografica sulla strumentazione, ha una frizione super "morbida", un efficace sistema di gestione del minimo che aiuta a non far spegnere il motore nelle partenze, una posizione di guida naturale che piace sia da seduti sia in piedi, un'autonomia eccellente - il computer di bordo ha registrato una percorrenza media di circa 31,5 km/l e, in effetti, al termine del primo giorno di guida avevamo percorso 250 km con ancora metà serbatoio da utilizzare, secondo lo strumento.
Se venire fin qui ha uno svantaggio, quello è la quota. Così come percorrere 100 metri in salita per fare una foto ti fa sentire gravemente a corto di fiato, la brillantezza di un motore è messa a dura prova. "A questa altezza perdiamo tra il 30 e il 40% della potenza" ci dicono i tecnici della Casa indiana, mentre ci mostrano su un grafico come le curve di coppia e potenza del nuovo monocilindrico siano tutt'altra cosa rispetto al passato. Totale, qui nella Spiti Valley la nuova Hima è appena più brillante della vecchia, ai bassi e medi. Stiamo provando l'evoluzione di una moto che aveva nella scarsa potenza uno dei pochissimi punti deboli, dotata di un nuovo motore che nasce proprio per fornire tutt'altra grinta, e... l'aria sottile (cit.) assottiglia la differenza. Va detto che il fatto la nuova Hima sia a questa quota poco più brillante della vecchia ai bassi e medi fa supporre che ad altezze minori (abbiamo guidato tra 2.500 e 4.000 metri sul livello del mare) abbia ben altro carattere. Ipotesi in qualche modo avvalorata dal fatto che agli alti, quota o non quota, vada nettamente di più con, tra l'altro, un bell'allungo convinto fino al limitatore. Anche con qualche vibrazione di troppo su manubrio e pedane purtroppo, avvertibile da 5.500 giri in avanti.
Va detto che sono vibrazioni a bassa frequenza, quindi non particolarmente fastidiose; ci sono, si sentono e sarebbe meglio non ci fossero: ma si sopportano senza grandi problemi. Bene il cambio, dolce la risposta al gas e ottima la regolarità di funzionamento ai regimi più bassi. Questo monocilindrico gira come un orologio persino sotto i 2.000 giri e riprende velocità senza un lamento e con una certa decisione (al netto di quanto già detto). È una bella moto da guidare, la nuova Himalayan. È precisa, rassicurante. Curva bene nello stretto e piace dov'è scorrevole. È equilibrata a bassa velocità e sempre naturale nei movimenti. Mantiene tutte le buone caratteristiche che mostra su asfalto in fuoristrada: è facile e va dappertutto, e se hai voglia di andarci di buon passo non si tira indietro. Sembra avere un certo peso sull'avantreno (non è facile sollevare la ruota per superare gli ostacoli), eppure non "prende sotto", nemmeno dove c'è poca aderenza. Ora ha anche una modalità dell'ABS dedicata al fuoristrada, la quale funziona molto bene. Se c'è un ambito nel quale è rimasta fin troppo fedele al passato è il funzionamento del freno anteriore. Per ottenere decelerazioni intense bisogna tirare la leva con sette dita; ok la modulabilità (ottima), ma un po' più di potenza a parità di forza applicata alla leva non avrebbe certo guastato.