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Puglia: girare per il Tavoliere, alla ricerca degli antichi insediamenti dei Dauini

Percorriamo le strade del Tavoliere delle Puglie, dove si insediarono i Dauni. da Foggia, raggiungiamo Manfredonia, passando per i resti di Herdoniae e per le saline.

IL TAVOLIERE




IL TAVOLIERE
L’itinerario si svolge completamente nel Tavoliere delle Puglie partendo da Foggia, facilmente raggiungibile tramite la A14, arrivando a Manfredonia, porta del Gargano, dove le argille della pianura cedono il passo al calcare del promontorio. Il Tavoliere è la più vasta delle pianure dell’Italia peninsulare (sono quasi 3.000 km quadrati). Antico fondale marino, era terra di pascoli invernali quando era percorsa da tratturi per cui passavano le greggi transumanti e Foggia era “Dogana per la mena delle pecore”, riscuotendo un balzello che fu istituito da Alfonso d’Aragona nel 1447 e che restò in vigore fino all’Unità; oggi i tratturi sono abbandonati o al massimo usati come sentieri ed il Tavoliere è terra di grano, di foraggio, di vigne e di frutteti. L’occhio si perde per una piatta tavola, la luce domina il paesaggio con colori intensi. Da stordire quando l’aria è pulita, del resto la Puglia è la regione solare per eccellenza, ed il Tavoliere sembra raccogliere tutta questa luce, presentandosi come un immenso anfiteatro circondato da corone di alture, da una parte il Gargano e dall’altra il sub-Appennino Dauno. Quando si abbandonano i centri più grandi ci caliamo in una dimensione senza tempo, ritroviamo profumi creduti smarriti come quello della legna che arde nei camini, può succedere che entrando nei paesi nei giorni di festa si venga accolti e stuzzicati dal profumo del sugo o della carne cotta sulla brace. Anche se la pianura è, per l’appunto, piatta come una tavola, il suo nome viene tanto per cambiare dagli onnipresenti Romani che istituirono le Tabulae Censuarie quale registro per censire gli immensi beni appartenenti all’Impero. Questo nostro breve viaggio ci porterà lungo stradine secondarie, solitarie, assolate, visitando o cercando di visitare zone archeologiche, chiese e santuari. A volte, ed i lettori ne siano avvisati, questa visita diverrà una vera ricerca dove il Graal è sostituito più modestamente da introvabili cartelli segnaletici, come capita a Salapia, oppure dalle invalicabili Colonne d’Ercole della proprietà privata, come quella che ingloba i ruderi di Herdoniae.

SANTUARIO DELL’INCORONATA


SANTUARIO DELL’INCORONATA Uscendo da Foggia in direzione sud giungeremo presto al Santuario dell’Incoronata, fondato secondo tradizione a seguito di una miracolosa apparizione della Madonna che comparve nel 1001 su una grande quercia. Il Santuario è stato poi rimaneggiato e ricostruito, tanto che attualmente quello che vediamo è un moderno edificio inaugurato nel 1965; la Madonna che qui si venera è rappresentata da una statuetta lignea annerita, di origini bizantine. Davanti alla Vergine e al “santo legno” - il resto dell’antica quercia dell’apparizione oggi custodito sotto l’altare della cripta – sono venuti a pregare San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova.

I RESTI DI HERDONIAE


I RESTI DI HERDONIAE Dopo la rigenerazione mistica avremo l’animo sereno per affrontare la ricerca dei resti di Herdoniae, che è ritenuta una delle più importanti città antiche dell’Italia meridionale. La sua storia si sviluppa lungo l’arco di alcuni millenni, dalle prime tracce di età neolitica fino alla nascita dell’insediamento Daunio, alla costruzione della città romana a cui si sovrappose un villaggio medievale e all’abbandono di età moderna. Attualmente sono in corso di scavo una domus romana, le terme romane nei pressi del foro e alcune abitazioni medievali, mentre si svolgono ricognizioni sistematiche nella piana circostante. Purtroppo nel settembre 2002 l’attività di scavo archeologico è stata sospesa, e questo può spiegare le difficoltà di accedere all’area degli scavi.

ORTA NOVA


ORTA NOVA Ai motociclisti piace mangiare e bere, possibilmente bene… e quindi come meglio parlare di Orta Nova se non citando l’Orta Nova Doc, che si declina in Rosso ed in Rosato? Si ottiene principalmente dall’uva sangiovese, la stessa del Chianti, che viene associata ad altre varietà di uve nere come l’uva di troia e naturalmente si sposa benissimo alla gastronomia “di terra” ricca di umidi, di arrosti di agnello e di formaggi ovini più o meno stagionati.

SALAPIA


SALAPIA Non siamo proprio riusciti a vederla. Dopo un po’ di tentativi, cominciamo a dubitare che in realtà esista… entrando in una spirale che può anche portare a non esser più certi dell’esistenza di se stessi e della propria moto. I resti della città sarebbero su un pianoro detto il Monte, la strada che lo raggiungerebbe è sicuramente degna di essere percorsa. Dopo il bivio per Lupara sulla SS 545 che da Cerignola va a Manfredonia si percorrano 3 km fino ad una stradina secondaria in località Masseria la Risaia. Comunque sia, Salapia deve esistere; riportiamo alcune notizie sulla mitica città per chi sarà più ostinato o fortunato di noi. Contesa tra Cartaginesi e Romani ai tempi delle Guerre Puniche, rappresentò lo sbocco a mare per gli importanti centri di Herdoniae, Arpi e Salinis, che era il sito dell’odierna Margherita di Savoia. Nell’alto Medioevo Salapia fu centro bizantino, normanno e svevo. Decadde per l’accresciuta importanza di altri centri e per l’impaludamento del lago di Salpi, ormai scomparso dopo la bonifica fatta per combattere la malaria.

MARGHERITA DI SAVOIA


MARGHERITA DI SAVOIA Il paesaggio che si presenta approssimandosi a Margherita di Savoia è davvero inconsueto, tanto che ha richiamato agli occhi del fotografo esperienze di altri continenti. Ci troviamo in un ambiente suggestivo, fatto dalle vasche evaporanti e dagli enormi cumuli di sale, ben visibili anche a distanza mentre si percorre la litoranea e che occupano quasi la totalità delle intere saline. Un forte odore di salmastro aleggia su questa terra che al tempo di Federico II di Svevia era il lago di Salpi. Qui, lungo 20 km di costa, fin dal III Secolo a.C. si estrae il sale. Oggi gli impianti coprono 4.000 ettari, quasi metà del territorio di Margherita di Savoia, un luogo che prese il nome dalla prima Regina che i Savoia “regalarono” all’Italia. E quel che esce da qui non è poca cosa; ben 500.000 tonnellate di sale sono prodotte annualmente a partire dai 25 milioni di litri di acqua di mare immessi nelle vasche di evaporazione, che si differenziano per il diverso tenore di salinità in un procedimento totalmente naturale il cui motore è l’energia solare. Dalle vasche più settentrionali alle più meridionali il sale si concentra, tanto che nelle ultime il tenore salino va dai 250 ai 300 kg di sale per metro cubo di acqua. Questo è un ecosistema artificiale ma molte specie di uccelli acquatici lo hanno scelto come luogo di sosta invernale: la gru, il cigno, il falco di palude, l’airone bianco e cenerino, la garzetta, il tufetto e decine di altre specie. In inverno si calcola la presenza di circa 40.000 esemplari che trovano tra le vasche delle saline crostacei, molluschi e vermi, tanto che ora si cerca di mantenere un equilibrio tra le esigenze della produzione, con la salvaguardia quindi del posto di lavoro per i circa 600 dipendenti, e quelle della fauna che considera le saline come una zona umida in cui nutrirsi e rifugiarsi; a questo scopo in tutta l’area delle saline è in corso un’opera di valorizzazione ambientale, che prevede l’apertura al pubblico di un sentiero naturalistico all’interno della zona umida.

SIPONTO


SIPONTO Lasciamo le suggestioni boliviane delle saline e riprendiamo la strada per Manfredonia. A Lido di Siponto altra immersione storico-culturale, siamo infatti nell’area di una antica città dei Dauni, Sipontum, fondatore il mitico Diomede o, più verosimilmente, quei Dauni primitivi che, venendo per mare dall’Illiria, portarono qui non le pietre di Troia distrutta, per edificare la nuova città, ma il ricordo della guerra di Troia, non raccontata dai vincitori ma dai vinti; una ventata nuova di civiltà e di cultura. Questa cittadina fu importante anche in epoca bizantina, come si può vedere nell’architettura della romanica cattedrale di Santa Maria (secoli XII - XII), ed anche nella chiesa abbaziale di San Leonardo (sec. XII) sulla strada statale per Foggia.

MANFREDONIA


MANFREDONIA È ai margini del Tavoliere, in fondo al golfo omonimo, una città di porto e di industrie ma anche della Cattedrale e del castello di re Manfredi, che ospita il Museo Nazionale del Gargano. E così, riallacciandoci al più remoto passato di questa terra, potremo ben concludere il nostro giro per il Tavoliere di Puglia.

BLOC NOTES


Dove dormire
- MANFREDONIA Hotel Gabbiano, via Eunostides, tel.0884/542554
- MARGHERITA DI SAVOIA Grand Hotel Terme, corso Garibaldi 1/D, tel. 0883/656888. Soggiorno esclusivo (così come il costo)

Dove mangiare
- MANFREDONIA Garagano, viale Beccarini 2, tel. 0884/587621
- CERIGNOLA Il Bagatto, via Gentile 7, tel.0885/427850
- FOGGIA Nuova Mangiatoia, viale Virgilio 2, tel. 0881/634457
Da Pompeo, vicolo al Piano 14, 0881/724640, ristorante con cucina. Prezzi modici tipica (pesce e carne) a conduzione familiare.

Indirizzi utili
- MANFREDONIA IAT, corso Manfredi 26, tel. 0884/581998
- FOGGIA APT, via Perrone 17, tel. 0881/723141 - 0881/723650
- MARGHERITA DI SAVOIA – SALINE Impianti di estrazione del sale, tel. 0883/754391
Sentiero naturalistico, 0883/656278
Zona umida, Corpo Forestale del Gargano, tel. 0884/91104
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