Si sa, se Dungey centra l’holeshot si combatte solo per il 2° posto. Ed è così anche ad Oakland, con lo statunitense al comando del main event 450 dalla prima all’ultima curva. Musquin azzecca la partenza e dimostra di avere il ritmo per lottare per il podio: seguono James Stewart (Suzuki, al rientro dall’infortunio di Anaheim 1), Cole Seely (
Honda) e Roczen. Al secondo giro si mescolano le carte in gioco, con il tedesco della Suzuki che si porta al 3° posto. Tre tornate più tardi supera anche Musquin dopo vari attacchi che infiammano il pubblico dello stadio californiano. Nel frattempo Chad Reed (
Yamaha) sale al 5° posto.
Poco prima di metà gara Stewart perde la posizione anche su Jason Anderson (Husqvarna), i suoi tempi si alzano di 2” abbondanti. Al termine del giro rientra ai box e si ritira, probabilmente fisicamente esausto per aver stressato il suo corpo con una giornata di Supercross. Il top della forma, per JS7, è ancora un miraggio. Nel finale Anderson supera Reed, mentre Eli Tomac (
Kawasaki) sale al 7° posto. A tre giri dalla fine Seely perde due posizioni: prima su uno straordinario Anderson (in gran forma e in rimonta), poi sul più esperto Reed. Dungey vince a mani basse davanti a Roczen e Musquin. Impressionante, comunque, il ritmo dei primi due; una spanna superiori ai diretti inseguitori.