Statistiche web

Aprilia MotoGP: “Obiettivo? Stare davanti a KTM e chiudere in top 10”

La nostra intervista esclusiva a Massimo Rivola, per parlare del progetto RS-GP 2020, degli scenari, dell’impegno della Casa di Noale per tornare al top in MotoGP e, forse, approdare nelle classi minori

1/7

Massimo Rivola

1 di 2

Lo scorso anno (qui l'intervista esclusiva) ci aveva spiegato che le sensazioni del pilota sono sì importanti, ma è necessario poi avere un riscontro dai dati acquisiti. È ancora questo l’approccio nel box?

“Questo è stato il mio primo commento al primo test. Io sono arrivato da un mondo molto diverso, con un approccio differente. Ho cercato di spiegare agli ingegneri che ascoltare i piloti è certamente giusto, ma non bisogna considerare ciò che dicono come oro colato. Avere un riscontro oggettivo dai dati permette di non prendere decisioni che possono poi portarci fuori strada. Su questo fronte vengono in aiuto anche i video. Osservandoli e studiando i dati, è possibile capire cosa realmente succede in moto. Non sto dicendo di non fidarsi del pilota perché il suo feeling, a conti fatti, fa la differenza. Però se lui ha certe sensazioni e poi i numeri dicono diversamente, è importante che lui lo sappia”.

Rispetto allo scorso anno, è cambiato il budget per la stagione?

“Siamo cresciuti di persone e di budget, ma in proporzione la prestazione è cresciuta tanto di più. Abbiamo assunto anche nuovi giovani ingegneri. Ora c’è uno zoccolo duro di persone con esperienze in aziende come Ferrari, Lamborghini, BMW, Ducati e Suzuki, di cui tre di questi erano già stati in Aprilia. Oltre a loro, ci sono anche stagisti e neolaureati. Dal punto di vista del budget, bisogna tenere conto che rifare un motore da zero, e di conseguenza una moto, significa per forza di cose spendere molto di più. Abbiamo fatto un salto in avanti, ma successivamente vorremmo stabilizzarci. La sfida in questo caso non è solo tecnica. Certamente abituare persone che hanno lavorato in ambienti molto strutturati ad un ambiente più piccolo non è facile. Il bello di tutto ciò è combinare persone con culture ed esperienze diverse. Questo può far crescere entrambi”.

Obiettivi per il mondiale che verrà?

“Stare davanti a KTM ci piacerebbe, così come stare costantemente nei primi 10. Con Aleix abbiamo fatto 14esimi alla fine del campionato dello scorso anno. Un pilota come lui deve stare nei primi 10 nella classifica finale del Mondiale. Guardando i test di Sepang, i piloti sono tutti molto vicini. Sarà quindi molto difficile e la situazione sarà simile alla Moto3”.

1/28

Avere un collaudatore che alzi l’asticella quanto un pilota ufficiale aiuta moltissimo. Avete fatto valutazioni in questo senso visto che gli altri si affidano a gente come Pedrosa e Lorenzo?

“Siamo contenti del lavoro di Bradley. Nelle wild card non ha mai brillato, sinceramente, però va tenuto in considerazione l’aspetto psicologico. È difficile per un pilota restare iper competitivo quando cambia mentalità e diventa collaudatore”.

I piloti sono due però. Sviluppate due strade diverse oppure ne scegliete una singola?

“Dipende dai tempi. Inizialmente, ognuno dei due piloti prova la propria strada. Poi, di solito, la strada diventa unica”.

Aprilia sta pensando ad un ritorno nelle classi minori?

“Sarebbe bello, sceglierei la Moto2 poiché propedeutica alla MotoGP, e mi piacerebbe crescermi il pilota in casa. Sarebbe interessante seguire tutto il suo percorso, dalla nuova Sport Production, nella quale corrono i ragazzini di 11 anni, fino alle classi maggiori. In Moto2 penso che potremmo dire la nostra velocemente, avendo un ottimo know-how in ambito telaistico”.

*L'intervista risale a prima che scoppiasse l'emergenza Covid-19, pertanto fa riferimento al normale svolgimento della stagione MotoGP 2020, seppur gli obiettivi di Aprilia dichiarati non cambino.

1/16

Iannone, Smith e A. Espargaro con l'Aprilia RS-GP 2020 

© RIPRODUZIONE RISERVATA